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Rifiuti elettronici: l¿Italia pronta ad allinearsi alle direttive Ue. Produttori e consumatori responsabili dello smaltimento

Italia



Il grande sviluppo tecnologico che ha caratterizzato gli ultimi decenni ha contribuito a migliorare notevolmente il nostro stile di vita ma ha avuto come conseguenza anche la produzione di un¿enorme quantit&#224 di rifiuti tecnologici.

Queste tipologie di rifiuti ¿ vecchi elettrodomestici, computer, telefoni, fax apparecchi radio, tv, videoregistratori, tubi al neon, ma anche trenini elettrici e videogiochi – molto spesso contengono sostanze pericolose per la salute dell¿uomo e per l¿ambiente, che quindi devono essere messe in sicurezza attraverso specifici trattamenti che garantiscono il recupero o il riciclaggio dei materiali in esse contenuti.

Stando ai dati forniti dalla Ue, attualmente circa il 90% dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) va a finire nelle discariche e negli inceneritori, dove giunge “integro”, ossia senza l”asportazione delle diverse componenti pericolose.

Sempre secondo le stime della Ue, la Germania incide per il 25% sul totale dei RAEE prodotti ogni anno, la Francia per il 19%, la Gran Bretagna per il 18%, l¿Italia per il 14% e la penisola iberica per il 13%. Benelux e Svezia hanno uno share rispettivamente dell¿8% e del 5%. Nel totale, sarebbero 8 milioni di tonnellate i RAEE prodotti dall¿Unione ogni anno.

Per assicurare una corretta gestione di questi rifiutila Comunit&#224 Europea ha emanato tre direttive (2002/95/CE, 2002/96/CE, 2003/108/CE), recentemente recepite in un decreto legislativo approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 maggio.


Il provvedimento, ha dichiarato il Ministro dell”ambiente Altero Matteoli, si &#232 reso necessario dal notevole incremento della quantit&#224 di rifiuti elettrici ed elettronici registrato in questi anni e dei relativi rischi che uno scorretto smaltimento di tali rifiuti potrebbe creare per la salute dei cittadini e per l”ambiente.

Sei le finalit&#224 principali del provvedimento: prevenire la produzione di rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche; garantire la realizzazione di un sistema di raccolta differenziata, recupero e riciclaggio di questi rifiuti; favorire la progettazione di nuove apparecchiature che facilitino il riuso, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti da esse prodotte; vietare l”utilizzo di sostanze pericolose come mercurio, piombo, cadmio, cromo, Pbb ecc; realizzare sistemi di trattamento, recupero e smaltimento finale di questi rifiuti finanziati essenzialmente dai produttori delle apparecchiature; marchiare tutte le apparecchiature con un simbolo che indichi ai cittadini la necessit&#224 della raccolta differenziata.

“Per evitare uno smaltimento scorretto che avrebbe potuto mettere a rischio l”ambiente e la salute dei cittadini si sono varate norme chiare e rigorose che armonizzano l”intero ciclo di gestione di questi rifiuti favorendone il riciclaggio ed il recupero”, ha commentato il Ministro dell”Ambiente.

Negli obiettivi della Ue, la raccolta differenziata della spazzatura elettronica proveniente dai nuclei familiari dovr&#224 essere pari a Kg 4 l”anno entro il 31 dicembre 2006. Inoltre vale anche per questi rifiuti il principio del “vuoto a rendere”: i distributori al momento della fornitura di una nuova apparecchiatura destinata ad un nucleo domestico devono infatti assicurare il ritiro gratuito di quella vecchia.
Il finanziamento delle operazioni di trasporto, trattamento, recupero e smaltimento finale della spazzatura elettronica &#232 a carico dei produttori.

Per garantire il corretto funzionamento, sia dal punto di vista finanziario che organizzativo, dei sistemi di gestione e smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici, il decreto prevede l”istituzione, presso il Ministero dell”Ambiente e della Tutela del Territorio, di un Comitato di vigilanza e di controllo e l”istituzione di un Registro nazionale dei soggetti obbligati allo smaltimento di questo tipo di rifiuti. Per chi non ottempera alla disposizione del decreto sono previste sanzioni “salate” fino a 100.000 euro.

A breve, inoltre, dovrebbero arrivare anche delle apposite ¿campane¿ per raccogliere la spazzatura elettronica, come adesso avviene per la carta, il vetro, le pile scariche.

Al di l&#224 della responsabilit&#224 dei produttori, chiamati a rispondere del costo della raccolta, del recupero e del riciclaggio dei rifiuti elettronici e elettrici generati dai loro prodotti, anche i consumatori hanno la loro parte di responsabilit&#224 per i prodotti che comprano: sar&#224 infatti vietato d¿ora in poi gettare apparecchi elettrodomestici e elettronici mescolandoli ai rifiuti domestici ordinari.

Alessandra Talarico

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