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Nel numero di maggio del 1965, la rivista Electronics Magazine pubblicò un paper firmato Gordon Moore, allora Direttore della Ricerca e Sviluppo presso i laboratori della Fairchild Semiconductors. Moore, brillante laureato in chimica e fisica all¿Università della California, predisse che il numero di semiconduttori commercializzati in tutto il mondo sarebbe raddoppiato ogni anno per i successivi vent¿anni.
In quel mese l¿editore voleva realizzare un numero ¿stravagante¿, come poi dichiarato in innumerevoli interviste, ma di certo non avrebbe immaginato che stava pubblicando un pezzo di storia dell¿ICT.
Sono passati quarant¿anni e il numero di transistor applicati sui circuiti integrati è cresciuto proprio secondo quella legge, ribattezzata in seguito appunto Legge di Moore, che, nata da una ¿sensazione dichiaratamente empirica e del tutto personale, più che da un principio scientifico¿, si è rivelata alla luce dei fatti completamente azzeccata.
Era il 1961 quando il primo prototipo di circuito integrato veniva stampato presso i laboratori della Texas Instruments, Bill Gates aveva solo 9 anni e pensava a praticare la corsa, passione mai nascosta in tutte le sue biografie, i PC casalinghi, ribattezzati poi desktop, erano ancora lontani dall¿essere costruiti e i notebook, i PDAs, i satellitari da auto, e Internet dall¿essere concepiti.
Eppure il lavoro di Moore lo aveva portato a intuire che la complessità dell¿intelligenza informatica, sarebbe cresciuta secondo due moltiplicatori che sarebbero potuti essere formalizzati matematicamente. Da un lato l¿esplosione dei componenti, dall¿altro la loro miniaturizzazione. La legge di Moore contiene, infatti, entrambi questi effetti e anche se intorno al 1975 egli la corresse portando a due gli anni in cui si sarebbe verificato il raddoppio nella produzione dei processori sul mercato mondiale, la legge non perse di veridicità grazie all¿effetto combinato dei due fattori.
Per esempio il processore Pentium 4 rilasciato sul mercato nel 2000, conteneva 42 milioni di transistor rispetto al fratello minore, il PentiumIII del 1999, che ne conteneva solo 24 milioni. Intel ha recentemente annunciato la produzione di un processore da un miliardo di transistor entro il 2010, quasi a volere consacrare Moore come il padre di tutta l¿economia digitale.
L¿importanza di Moore nell¿innovazione tecnologica è stata duplice: da un lato per le sue teorizzazioni, dall¿altro per la sua carriera all¿interno della stessa Intel che co-fondò nel 1968 e all¿interno della quale rivestì la carica di CEO dal 1975 al 1987. Come pensatore Moore dimostrò più volte di anticipare i tempi moderni di vita high-tech. In un suo scritto del 1981 affermava: ¿Integrated circuits will lead to such wonders as home computers…automatic controls for automobiles, and personal portable communications equipment¿.
Le stesse implicazioni economiche della crescita dell¿informatica moderna sono state riassunte in una recente intervista televisiva, una tra le pochissime concesse nella sua carriera, in cui sostiene che ¿l¿aspetto più importante della legge a me associata è, ahimè, quello che non sono stato in grado di cogliere fin da subito e cioè l¿esponenziale riduzione dei costi di produzione dei semiconduttori, associata a profitti sempre più difficili da conseguire¿ oggi assestati intorno ai 150 miliardi di dollari l¿anno ¿ ¿per questo il futuro per me rimane davvero imprevedibile¿.
Come a dire che così come il PC domestico era una follia dal punto di vista del business per la classe dirigente degli anni ¿60 e Internet per quella degli anni ¿80, così il futuro non potrà essere che ricco di sorprese, ci verrebbe da dire: ¿che raddoppiano ogni anno¿.
Intervista televisiva a Gordon Moore
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