Europa
Decisi a reagire ai licenziamenti che minacciano più di 3.780 persone, i sindacati della British Broadcasting Corporation (BBC), la tv pubblica britannica, hanno annunciato quattro giorni di sciopero. Gli impiegati dell’emittente britannica, la ¿Vecchia zia¿ come i britannici amano chiamarla, sciopereranno il 23 e al 31 maggio e l’1 giugno. I sindacati si sono riservati di comunicare a breve un’ulteriore giornata di astensione, ha precisato Gerry Morrissey, numero due del sindacato BECTU (Broadcasting Entertainment Cinematograph and Theatre Union) che rappresenta gli operai e gli impiegati della BBC.
Lo sciopero è stato indetto per protestare contro il piano di licenziamenti che l’azienda ha previsto per i prossimi tre anni. Lo scorso dicembre, Mark Thompson, il nuovo Direttore generale della BBC, aveva annunciato il taglio del 20% della forza lavoro.
Secondo i piani di Thomson, che annunciando i licenziamenti, aveva dichiarato che ¿la BBC dovrebbe spendere meno nelle procedure e più sui contenuti¿, il taglio permetterebbe alla società di risparmiare quasi 520 milioni di euro l’anno. La British Broadcasting Corporation ha 27.000 impiegati in tutto il mondo, dei quali 19.500 solo nel Regno Unito. Secondo il piano, saranno licenziati 2.500 impiegati del settore dell’informazione e altri 1.730 dagli uffici finanziari, giuridici e di marketing.
Allo sciopero hanno aderito l’80% dei dipendenti della BBC iscritti al BECTU e l’84% dei giornalisti iscritti alla National Union of Journalists (NUJ), Federazione della stampa britannica. I giornalisti della tv inglese con la loro astensione vogliono dimostrare alla società ¿la grande rabbia e le conseguenze che i tagli potrebbero avere¿, ha dichiarato un portavoce della NUJ che ha anche aggiunto che la Federazione ha invitato il direttore Thomson al tavolo delle trattative con i sindacati per negoziare il ridimensionamento dell’azienda.
La BBC, dopo essersi rammaricata per la decisione dei sindacati di portare avanti lo sciopero, come avevano minacciato nei giorni scorsi, ha dichiarato che ¿minacciando la produzione della BBC, i sindacati mettono in pericolo il rapporto fra la società ed il pubblico¿, e ha aggiunto che ¿questo non è nell’interesse di nessuno¿.
Ai dipendenti dell’emittente britannica, in agitazione per il taglio dei posti di lavoro, è arrivato il sostegno dell’International Federation of Journalists(IFJ), Federazione internazionale dei giornalisti. ¿La lotta per una radiotelevisione di qualità sia nel privato sia nel pubblico ¿ dichiarato Arne Konig, presidente della IFJ – è una delle sfide più importanti a cui il giornalismo deve fare fronte¿. Arne Konig, oltre a dare il proprio sostegno e quello della Federazione ai giornalisti della BBC, ha preannunciato che il mese prossimo a Roma si terrà un incontro sulla vertenza nell’emittente britannica e sulla situazione della radiotelevisione italiana.
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