Sky: ricorso alla Ue contro i finanziamenti pubblici per i decoder digitali. Attesa per domani la risposta del governo

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Rupert Murdoch - presidente News Corp.

La payTv italiana Sky, controllata della News Corp del tycoon Rupert Murdoch prosegue la sua azione contro i finanziamenti concessi dal governo per l’acquisto dei decoder della Tv digitale terrestre (TDT).

Il 3 maggio, la società ha presentato un ricorso agli uffici del Commissario europeo alla Concorrenza, Neelie Kroes, contro queste sovvenzioni, previste per il 2004 e il 2005, parliamo di 220 milioni di euro.

Questa istanza si innesta nell’indagine della Commissione Ue sulla legalità degli aiuti al digitale terrestre, aperta l’estate scorsa su denuncia di Europa7.

 

Nel ricorso i legali di Sky ricordano alla Commissione che il governo non ha notificato i finanziamenti all’Ue, come invece richiesto dalle norme comunitarie sugli aiuti di Stato. A prescindere dalla notifica, prosegue il documento, “Sky Italia considera che queste misure discriminatorie contengano un aiuto di Stato illegale“.

La payTv – che usa un decoder diverso, satellitare ¿ considera il contributo, un ingiusto premio a due aziende dominati. Il documento fa apertamente riferimento al caso di Mediaset e Telecom Italia.

 

La società sottolinea che gli effetti discriminatori del finanziamento ai decoder si concretizzano nel favorire gli operatori con una posizione già consolidata, ¿come nel caso in cui, come Mediaset, siano in una posizione dominante nella Tv commerciale non a pagamento“. Oppure, aggiunge l’esposto, “come per Telecom Italia“, che beneficia sia degli aiuti per il digitale terrestre sia di quelli per la banda larga. Tutte queste misure, combinate ai limiti imposti dalla Commissione europea al tempo della fusione tra Stream e TelePiù, ¿hanno l’effetto di aumentare i costi, che Sky Italia affronta per assicurare la penetrazione della Tv digitale, che è necessaria per avere un mercato italiano competitivo e innovativo”.

A Mediaset, il documento dedica addirittura un paragrafo a parte, nel quale si fa riferimento all’indagine aperta lo scorso 22 marzo dall’Antitrust italiano, per abuso di posizione dominante nell’acquisizione dei diritti Tv calcio.

 

l’accusa di Sky è molto precisa: ¿¿gli incentivi del governo italiano costituiscono un¿alterazione discriminatoria e ingiustificabile della concorrenza che turba anche lo sviluppo tecnologico e commerciale derivante dalla competizione tra i diversi network¿.

 

Al termine di 14 cartelle di argomentazioni legali, Sky chiede, quindi, alla Commissione di ¿intraprendere le azioni necessarie per evitare la distorsione della concorrenza causata dagli incentivi, di interrompere l’applicazione dei nuovi sussidi, che aggiungerebbero effetti negativi a quelli già esistenti, e di imporre le misure appropriate per ristabilire la parità sul mercato¿. In particolare Sky punta al rimborso degli aiuti o la loro estensione anche alla piattaforma satellitare.

 

Una fonte comunitaria vicina al dossier ha sottolineato che l’intervento di un ricorrente ¿forte¿ come Sky dovrebbe ¿dare maggior peso al caso¿ e ¿accelerare¿ i tempi per una decisione. Nel corso dell’indagine informale la Commissione europea ha già inviato alle Autorità italiane due richieste di informazioni, alla seconda delle quali il governo deve rispondere entro domani. In base alla risposta, la Commissione deciderà se aprire formalmente una procedura di infrazione contro l’Italia o se archiviare il caso, ma l’intervento di Sky potrebbe favorire la prima ipotesi.

 

Il ministero delle Comunicazioni con una nota informa che, in merito al ricorso presentato da Sky, già da tempo sono in corso contatti con la Commissione europea al fine di chiarire la portata e le caratteristiche dell’iniziativa.

 

Da Europa7, il presidente Francesco Di Stefano commenta: ¿Di quanti altri ricorsi ha bisogno la Commissione europea per decidere?”

“Noi abbiamo presentato il nostro reclamo alla Commissione quasi un anno fa, nel luglio 2004, non capisco che cosa stia aspettando ancora la Commissione“, ha proseguito il presidente dell’emittente televisiva

Di Stefano ha concluso, sottolineando che ¿il governo italiano non riesce a rispettare i parametri di Maastricht sui conti pubblici, ma si guarda bene dall’eliminare la spesa per finanziare una tecnologia che riguarda gli interessi di Mediaset¿.

 

Raffaella Natale

 

 

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