Mondo
Il Nuovo Galles del Sud ¿ in Australia ¿ ha approvato una legge per impedire ai datori di lavoro di spiare le email dei dipendenti senza il loro consenso.
Si tratta del primo Stato australiano a muoversi in questa direzione, nell¿ambito di un progetto di legge in base al quale i ¿boss¿ non potranno più usare sistemi di sorveglianza video e altre diavolerie per controllare gli impiegati.
¿Sebbene alcuni datori di lavoro ritengano necessario proteggere i loro legittimi interessi, gli impiegati chiedono che le loro corrispondenze private, come le telefonate, non possano in alcun modo essere oggetto di un controllo segreto¿, ha spiegato il Procuratore generale Bob Debus in un comunicato.
¿Non accettiamo che vengano messe telecamere negli spogliatoi e nei bagni e nemmeno che capi senza scrupoli s¿intromettano nella corrispondenza privata dei lavoratori¿, ha aggiunto Debus.
La legge dovrebbe andare in vigore a breve e prevede per multe per 5.500 dollari australiani.
Esultano naturalmente i sindacati, secondo cui ¿la posta elettronica è la versione moderna del telefono¿ e controllarla è illegale come spiare le telefonate.
Il caso si ricollega al caso della segretaria americana licenziata per aver dato dell¿idiota al suo capo in una email privata indirizzata a un¿amica.
Negli Usa, spiare gli impiegati è consentito dal Patriot Act, un insieme di misure varate all¿indomani degli attentati dell¿11 settembre, che includono anche la possibilità di leggere tutte le email inviate dall¿ufficio, ma anche le conversazioni private effettuate da casa.
Un vero e proprio Grande Fratello, insomma, che consente ai datori di lavoro di licenziare in tronco per una parola di troppo.
In Italia, spiega l¿avvocato Andrea Lisi, ¿la violazione della riservatezza di una eMail corrisponde sostanzialmente alla violazione della corrispondenza, in generale, come contenuta nella Carta costituzionale all”art. 15¿, secondo cui la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
Inoltre, la riservatezza della corrispondenza ¿è tutelata anche dal codice penale nel quale, all”art. 616, si è operata una parificazione tra corrispondenza epistolare, telegrafica o telefonica, informatica o telematica¿.
In base a questo articolo, ¿Chiunque prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa, a lui non diretta, ovvero sottrae o distrae, al fine di prendere o di farne da altri prendere cognizione, una corrispondenza chiusa o aperta, a lui non diretta, ovvero, in tutto o in parte, la distrugge o sopprime, e” punito, se il fatto non e” preveduto come reato da altra disposizione di legge, con la reclusione fino a un anno o con la multa da lire sessantamila a un milione. Se il colpevole, senza giusta causa, rivela, in tutto o in parte, il contenuto della corrispondenza, e” punito, se dal fatto deriva nocumento ed il fatto medesimo non costituisce un più grave reato, con la reclusione fino a tre anni¿.
Inoltre, in base a quanto disposto dall”art. 4 della legge 20 maggio 1970 n. 300 (il cd. Statuto dei Lavoratori), “è vietato l”uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell”attività dei lavoratori. Gli impianti e le apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze organizzative e produttive ovvero alla sicurezza del lavoro, ma dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell”attività dei lavoratori, possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna”.
In Italia, insomma, la situazione sembra ancora¿sotto controllo e non si rischia, come avviene negli Usa, di perdere il lavoro per uno sfogo confidenziale, pure fatto dal Pc dell¿ufficio.
A questo proposito, il Chicago Tribune consiglia di non scrivere nelle email niente che non si voglia sentire proclamato ¿dagli altoparlanti dell¿ufficio¿.
© 2005 Key4biz.it