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MIT: presentato il Rapporto sui contenuti digitali nell¿era di Internet. Obiettivo, sostenere l¿industria dell¿eContent e tutelare la proprietà intellettuale

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Questa mattina il Ministro per l”Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, e il presidente della Commissione Interministeriale, Paolo Vigevano hanno presentato il Rapporto sui contenuti digitali nell”era di Internet, che ha fotografato per la prima volta questo nuovo settore, con le audizioni di tutti gli operatori interessati e che, per completezza, &#232 stato adottato dall”OCSE come punto di riferimento e di analisi e pubblicato nel sito ufficiale.

Il documento &#232 stato realizzato al termine dell”ampia indagine conoscitiva, condotta nei mesi scorsi dalla specifica Commissione Interministeriale,che ha visto coinvolti i principali protagonisti della multimedialit&#224 (editoria, televisione, cinema, musica, arte, cultura¿) e che tratteggia uno scenario inedito e nuove frontiere della comunicazionee dell”informazione.

La banda larga ha, infatti, reso fruibili in modo innovativo e diffuso le produzioni di questi settori, aprendo le porte non solo alla realizzazione di nuovi contenuti digitali, ma anche favorendo la formazione di una nuova industria. ¿Tale discontinuit&#224 – riporta una nota del MIT – richiede nuove regole, nuovi modelli di business, di distribuzione, di marketing e di logistica¿.

Da qui la necessit&#224, ha sottolineato questa mattina il ministro Stanca, di stabilire delle forme di collaborazione tra settori apparentemente contrastanti.

¿L”Italia vuole superare il paradosso dello squilibrio digitale, a causa del quale rischia di perdere le rilevanti opportunit&#224 di conoscenza, di crescita e di sviluppo socio-economico create dalla nascente industria dei contenuti digitali¿, ha detto il ministro.

Stanca ha, quindi, sottolineato che l¿Italia vanta un mercato delle telecomunicazioni che ha la maggior incidenza sul PIL rispetto agli altri Paesi, ed &#232 seconda solo alla Gran Bretagna. Ma ancora, grazie alla banda larga dispone di moderne autostrade digitali, con tassi di crescita tra i primi in Europa.

Eppure, ha precisato il ministro, ¿non abbiamo ancora sviluppato un”adeguata industria dei contenuti digitali. Tanto che questo settore da noi incide sul PIL solo per l”1,1%, contro l”1,9% della Francia, il 2,3% della Germania, il 3% della Gran Bretagna e il 3,8% degli USA”.

Ma adesso si sta procedendo verso una vera conversione industriale, che andr&#224 a toccare tutti i produttori di contenuti, ¿i quali dovranno passare – ha spiegato Stanca – da una produzione di tipo tradizionale di editoria, cinema, Tv, musica, cultura¿, a una digitale, in cui il contenuto originale &#232 un insieme di bit e byte duplicabili in modo identico all”infinito”.

Il ministro &#232 quindi passato a illustrare un punto fondamentale del processo di digitalizzazione dei contenuti, il dilemma digitale, vale a dire, ha spiegato, lo squilibrio tra la volatilit&#224 della diffusione dei contenuti e la tutela della propriet&#224 intellettuale. Problema che si &#232 posto con l”avvento delle nuove tecnologie, che hanno smaterializzato la copia di un libro, film, brano musicale, opera d”arte, universalizzando i contenuti, disponibili istantaneamente da una parte all”altra del mondo grazie al Web.

Ed &#232 proprio la caratteristica insita dei contenuti digitali che richiede nuovi strumenti e prospettive per la tutela del diritto d”autore, che, come dice il ministro, ¿&#232 alla base dello sfruttamento economico da parte di autori ed editori¿.

Grazie al lavoro della Commissione Interministeriale, ha aggiunto il ministro, &#232 stato possibile mettere assieme per la prima volta i rappresentanti di interessi apparentemente contrapposti, come quelli dei provider di Internet e dei carrier telefonici, con quelli dei produttori di musica, cinema, editoria, Tv, per individuare una strategia comune e un punto condiviso non solo di partenza ma, ora, anche di lavoro. ¿Ruolo delle istituzioni, infatti, &#232 non solo quello di promuovere un fenomeno nuovo, ma anche di garantire eque condizioni di mercato assicurando equilibrio a una pluralit&#224 di interessi legittimi e spesso divergenti¿.

Stanca ha ricordato che in questo contesto all”inizio di marzo &#232 stato siglato il P@tto di Sanremo, con una mobilitazione senza precedenti degli operatori per accelerare il passaggio, concordato, non frammentato e contrapposto, dai modelli tradizionali ai nuovi modelli di sfruttamento e valorizzazione dei contenuti digitali. Il superamento delle contrapposizioni e l”apertura di questo tavolo di fatto costituisce la nascita della nuova filiera.

Non solo. “Dobbiamo assolutamente evitare che gli ingenti contenuti del nostro patrimonio artistico, culturale e ambientale vengano proposti in Rete da altri e subiscano una improvvida ¿delocalizzazione¿. Essi sono una opportunit&#224 che dobbiamo sfruttare e valorizzare noi“, ha detto Stanca precisando che” contemporaneamente dobbiamo proteggere il valore della propriet&#224 intellettuale che questa nuova filiera pu&#242 esprimere, agendo non in modo repressivo e criminalizzante, se non in presenza di organizzazioni criminose“.

Insomma, ha concluso Stanca, “Internet non pu&#242 essere considerato una zona franca, un Far West sede di ¿scorrerie digitali¿ poich&#233 ci&#242 che &#232 proibito nel mondo reale deve esserlo anche in quello virtuale. Ma, al contempo, la norma deve essere sufficientemente flessibile per non rappresentare un freno allo sviluppo della tecnologia e del mercato, alla diffusione della conoscenza“.

Paolo Vigevano, nel suo intervento, ha spiegato che il Rapporto sui contenuti digitali nell”era di Internet, ¿contiene le Linee Guida che sono state il presupposto per la stipula del P@tto di Sanremo e prevedono una visione condivisa delle strategie per promuovere il nuovo mercato dei contenuti digitali su Internet, dando indicazioni sulle modalit&#224 per l”adozione dei codici di condotta, definiti per categorie (titolari dei diritti, fornitori di connettivit&#224, case di produzione, gestori di piattaforme di distribuzione)“.

In tale contesto, ha reso noto il presidente della Commissione Interministeriale, nascer&#224 a breve un Osservatorio per monitorare i modelli di business e le soluzioni tecnologiche innovative, ma anche per analizzare il mercato dei contenuti digitali e la diffusione abusiva di materiale audiovisivo.

Entrando nei dettagli del Rapporto, Vigevano ha posto in evidenza i quattro ambiti di intervento: incoraggiare specifici accordi tra le parti per favorire la collaborazione tra gli operatori di settore e gli utenti, affidando alle istituzioni il ruolo di garante; messa a punto di interventi normativi con l”obiettivo di “non criminalizzare” il peer-to-peer (P2P) e diffondere i contenuti secondo il principio che non ci sono zone franche virtuali e, nel contempo, le disposizioni debbono essere flessibili per non ostacolare lo sviluppo tecnologico e la crescita del mercato; la comunicazione e la sensibilizzazione sono le leve fondamentali per lo sviluppo di una coscienza etico-sociale per la diffusione della informazione sulla normativa, elementi essenziali per contrastare i comportamenti illeciti.

E ancora, le Istituzioni debbono farsi promotrici di iniziative di ampia portata per lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali in modo che l”Italia possa ridurre la distanza rispetto agli altri Paesi.

In conclusione, ha aggiunto “l”obiettivo &#232 di popolare la Rete e promuovere lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali attraverso l”impegno del settore pubblico a porre in Rete contenuti digitali liberamente fruibili per diffondere il sapere e la cultura“.

In tale scenario gi&#224 si pongono in modo eloquente alcuni esempi di questa scelta politica; il Portale Biblioteca Digitale Italiana, per beni culturali; il Portale Scegli Italia, per promuovere il turismo nel mondo non solo con una vetrina digitale, ma anche un motore di ricerca e desk per le prenotazioni; servizi avanzati multimediali per la scuola e per l”inclusione degli studenti con disabilit&#224 cognitive.

Per quanto riguarda i privati, ha concluso Vigevano, “si punta al loro impegno ad immettere online, in tempi brevi, una rilevante quantit&#224 di contenuti e a favorire la nascita di ambienti telematici per l”offerta legale di contenuti“.

Rapporto sui contenuti digitali nell”era di Internet

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

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