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La TV sul telefonino non è ancora disponibile a livello commerciale, ma l’industria ha grandi speranze per quella che potrebbe ben diventare la tanto sospirata nuova killer application del settore mobile.
l’entusiasmo degli addetti ai lavori, tutti focalizzati verso la nuova opzione, è sostenuto anche da uno studio di Informa secondo cui entro i prossimi 5 anni saranno circa 125 milioni i consumatori che guarderanno la televisione dal telefonino.
I primi apparecchi a supporto della Mobile-Tv dovrebbero arrivare entro la fine di quest¿anno, dal momento che le sperimentazioni sono già state avviate da più player e, sempre secondo le stime di Informa, a fine 2005 dovrebbero già circolare 130 mila Tv phone che diventeranno oltre 83 milioni entro il 2010.
Sebbene sussistano ancora degli ostacoli sostanziali per il settore dei video e della Tv in mobilità, legati alle reti, agli apparecchi e ai contenuti, secondo un altro studio condotto da IDC, i profitti annuali raggiungeranno i 3 miliardi di dollari nel 2009, mentre l’arpu (il profitto medio per utente) a quel punto toccherà i 10 dollari al mese e i video e la Tv emergeranno come uniche funzionalità chiave al di fuori della voce.
Fino al 2006, spiega ancora IDC, i video e la Tv in mobilità saranno probabilmente distribuiti soltanto sulle reti 2,5 e 3G, mentre dalla seconda metà del prossimo anno emergeranno reti multicast come quelle di Crown Castle Mobile Media e MediaFLO, che cambieranno le dinamiche competitive del mercato. Questo almeno negli Usa.
La differenza tra la Tv e i servizi di streaming, oltre che nella qualità delle immagini, sta nel fatto che i segnali televisivi sono trasmessi a tutti gli utenti allo stesso momento, mentre lo streaming video viene trasmesso on-demand dagli operatori mobili.
l’approccio migliore sul lungo periodo, spiegano gli analisti, è quello di fornire un modello ¿ibrido¿ che supporti sia la Tv live e i contenuti video che il video-on-demand.
¿Il grado in cui queste reti diventeranno competitive o complementari, determinerà di fatto il destino del mercato¿, si legge infatti nel rapporto.
Un mercato che sarà trainato dall’enorme diffusione dei cellulari in Europa, Asia e America del nord e che deve però superare ancora diversi ostacoli che vanno dall’interoperabilità degli apparecchi, alla disponibilità di contenuti in grado di suscitare l’interesse del pubblico, fino al perfezionamento dei sistemi di protezione del diritto d’autore (DRM).
Per quanto riguarda invece lo standard da utilizzare per offrire i servizi, sembra che l’industria sia sempre più orientata verso il DVB-H (Digital Video Broadcast- Handheld).
Il DVB-H permette infatti la trasmissione mobile di contenuti televisivi con una stabilità del segnale e una definizione dell’immagine migliore rispetto al DMB, utilizzato dagli operatori asiatici.
Il segnale viaggia integrato nella trasmissione digitale terrestre con il segnale DVB-T destinato ai televisori di casa, di fatto raddoppiando la capacità della banda di trasmissione e con prestazioni fino a poco tempo fa impensabili per qualità e quantità.
Questa caratteristica, oltre a garantire una copertura pressoché totale del territorio evita i rischi legati al ¿sovraffollamento¿ delle reti, fattori che penalizzano la diffusione di contenuti Tv sulle attuali reti 3G e Edge.
Sperimentazioni sullo standard sono in corso in Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna, Finlandia, Svezia e Stati Uniti e altri test si prevede partiranno nel corso di quest¿anno e del 2006.
Il roll-out dei servizi basati su DVB-H è atteso per il prossimo anno, al più tardi entro il 2007, mentre negli Usa lo standard sarà diffuso attraverso uno spettro ¿pronto-per-l’uso¿ già disponibile e che non creerà interferenze con le attuali stazioni della Tv analogica o i servizi wireless.