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I due giganti dell¿elettronica, Sony e Samsung, a partire da oggi hanno messo in esercizio la loro industria di schermi a cristalli liquidi (LCD) per televisori, gestita dalla loro jointventure in Corea del Sud.
¿Sono fiero di annunciare che la cooperazione tra Samsung e Sony ha permesso di lanciare la produzione in serie di schermi di 7a generazione (1,47 per 2,2 metri)¿, ha dichiarato il presidente di S-LCD citato nel comunicato.
¿Offrendo gli schermi più competitivi ¿ ha detto ancora – S-LCD potrà rafforzare le posizioni di Sony e Samsung nel settore dei televisori LCD¿.
Come ha ricordato un dirigente di Sony, la jointventure S-LCD è nata nell¿aprile 2004 con l¿obiettivo di ridurre la dipendenza dei due gruppi dai fornitori esterni e tagliare i costi di produzione.
I televisori LCD di Sony e Samsung saranno tuttavia differenti, poiché oltre allo schermo LCD stesso, numerose componenti e altri elementi dovranno essere assemblati per ogni azienda in modo da ottenere un prodotto finito nel rispetto delle proprie specifiche.
Quello degli schermi LCD è attualmente un mercato in pieno fermento. Ricordiamo che dall¿ottobre 2006, la giapponese Sharp, numero uno del settore a livello mondiale, aprirà una nuova sede dedicata alla produzione di schermi di 8a generazione (2,2 per 2,4 metri).
Innovazione e concentrazione, sono queste le parole d¿ordine delle società impegnate a fronteggiare la crisi che riguarda il settore dei televisori a schermo piatto.
Si tratta di una situazione veramente difficile da gestire che ha portato alcune aziende a stabilire partnership per intervenire sui costi e unire le forze di fronte a un settore dove il calo della domanda si fa sentire, eccome.
Il gruppo sudo-coreano LG Electronics ha annunciato un utile netto trimestrale in ribasso dell¿86%, per via delle perdite subite nelle fabbriche di schermi piatti. La ragione è da ricercare anche qui nella debole domanda.
La società, grande competitor di Samsung, ha registrato un utile netto di 83,2 miliardi di wons per il trimestre chiuso il 31 marzo, contro un record di 584,7 mld di wons dell¿anno prima. Gli analisti prevedevano un utile di 136 mld di wons. Il ribasso è del 49% rispetto ai 163,4 miliardi di wons registrati nel trimestre precedente.
L¿utile operativo è in calo del 31% a 279,8 mld, mentre gli analisti si attendevano una somma di 215 mld. Il fatturato si è attestato a 5.960 mld, contro i 6.000 mld dello scorso anno.
Nel primo trimestre, la valutazione del won rispetto al dollaro era del 14,5% rispetto al primo trimestre 2004, questo ha determinato l¿aumento del prezzo dei prodotti LG all¿estero, visto che la società realizza circa l¿80% del suo fatturato con le esportazioni.
Gli analisti prevedono tuttavia che la società riuscirà a ridurre le proprie perdite nel corso degli anni.
LG non è l¿unica società ad aver presentato conti in rosso. Anche Philips Electronics ha registrato per il primo trimestre un utile inferiore alle attese per effetto di una domanda stagnante nell”elettronica e denunciato problemi di sovrapproduzione di chip e schermi a cristalli liquidi.
L¿utile netto della società olandese si è attestato a 117 milioni di euro, contro la stima media di 156 milioni di 24 analisti interpellati da Reuters. Nei primi tre mesi del 2004, l”utile netto era stato di 550 milioni, anche grazie ai risultati di società non consolidate.
In linea con le previsioni l”utile operativo, pari a 193 milioni, che si confronta con i 218 milioni dell”anno scorso.
Le vendite sono rimaste invariate a 6,635 miliardi di euro mentre gli analisti si aspettavano un incremento dell”1,6%.
Tutte le 5 divisioni strategiche del gruppo sono comunque in utile, inclusi chip ed elettronica di consumo.
Philips ritiene che il settore sia comunque destinato a migliorare entro fine anno. “Stiamo raschiando il fondo del barile. Mi sembra che siamo vicini al bottom” ha detto il CFO Jan Hommen.
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