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Sono stati presentati oggi a Milano i risultati della Ricerca RFID tra presente e futurodell¿Osservatorio RFID ¿ School of Management del Politecnico di Milano.
Lo studio ha analizzato oltre 100 casi di organizzazioni (imprese e pubbliche amministrazioni) in Italia coinvolte in progetti RFID, con applicazioni esecutive, progetti pilota, sperimentazioni tecniche o anche solo studi di fattibilità, per un totale di oltre 180 tra applicazioni e progetti.
Quello che emerge con più chiarezza è che vi sono almeno tre diversi gradi di maturità: gli ambiti applicativi più consolidati, gli ambiti applicativi sperimentali e gli ambiti applicativi futuribili.
Tra gli ambiti applicativi più consolidati vi sono il controllo dell¿avanzamento di produzione negli stabilimenti produttivi, la bigliettazione elettronica nel trasporto pubblico locale, il controllo accessi ed il ticketing, il sistema telepass sulle autostrade, l¿identificazione ed il controllo degli animali di allevamento. Sono tutti ambiti in cui la validità delle tecnologie RFID è stata documentata e le applicazioni RFId sono state accompagnate da una sostanziale riorganizzazione dei processi impattati.
Vi sono poi alcuni ambiti applicativi definiti sperimentali, in quanto presentano poche applicazioni già in fase esecutiva, spesso implementate a scopo di apprendimento, e molti progetti pilota o sperimentazioni tecniche: la logistica di magazzino ed il trasporto merci, la gestione di asset, l¿identificazione dei pazienti in ambito ospedaliero. In questi ambiti le tecnologie RFID hanno già dimostrato la loro validità in contesti specifici e la sperimentazione è volta a comprendere più puntualmente le possibili estensioni.
Vi sono invece ambiti applicativi definiti futuribili in quanto il valore delle tecnologie RFID è già stato, almeno in parte, immaginato a livello di concept, ma devono ancora essere progettate le soluzioni tecnologiche e/o gestionali che diano concretezza al concept stesso. A questa tipologia appartengono le applicazioni di supporto alla gestione dei punti vendita, la tracciabilità delle merci nei beni di largo consumo e nella filiera del farmaco e le applicazioni volte a potenziare le funzionalità di prodotto.
Alla base della comprensione dell¿universo delle cosiddette etichette intelligenti, bisogna però fare alcuni chiarimenti in merito alla definizione stessa dell¿RFID.
Comunemente, infatti, si sente usare l¿espressione ¿tecnologia RFID¿. Questa espressione è in realtà fuorviante in quanto l¿RFID non è una sola tecnologia, ma un insieme ampio di tecnologie molto diverse tra loro.
Alla base di questa diversità vi sono sia fattori strutturali sia specificità applicative che, di fatto, configurano un quadro tecnologico differente nei componenti hardware, nelle problematiche di sviluppo e realizzazione e da ultimo nella struttura di costo.
Non una tecnologia, dunque, ma diverse tecnologie con una base comune e con significative specificità in funzione dell¿ambito applicativo. È il primo messaggio che emerge dall¿esame delle scelte tecnologiche nei casi applicativi.
In secondo luogo emerge che un progetto RFID non è quasi mai, almeno oggi e probabilmente non lo sarà ancora per qualche anno, un¿innovazione ¿da scaffale¿: la realizzazione dell¿applicazione richiede uno sforzo progettuale ad hoc. Questo non deve scoraggiare i potenziali utenti: i benefici (come mostrano i casi esecutivi) ci sono e sono concreti. La tecnologia è dunque efficace, ma la realizzazione tecnica del progetto va affrontata con cura.
La catena del valore di una applicazione RFID si sviluppa su tre livelli ¿ hardware, middleware, applicazioni e processi ¿ e comprende molteplici attività, dalla progettazione e produzione di tag e reader alla integrazione e adattamento di queste componenti sul campo, dalla integrazione con le applicazioni aziendali alla consulenza sui processi. La filiera dell¿offerta vede la presenza di quattro classi principali di attori: rivenditori e sviluppatori di tecnologie, System Integrator, rivenditori e sviluppatori di software, consulenti main contractor.
La ricerca dell¿Osservatorio del Politecnico di Milano si è focalizzata sul processo decisionale sia delle organizzazioni che hanno già implementato o hanno in corso progetti RFID, sia delle organizzazioni che sono ad oggi ferme all¿analisi di fattibilità.
Tre sono le principali evidenze emerse. In primo luogo si evince come una delle principali barriere all¿adozione o allo sviluppo delle applicazioni RFID sia la superficiale e parziale conoscenza delle soluzioni tecnologiche, con la conseguenza che risulta difficile percepirne correttamente l¿impatto sui processi aziendali e interaziendali ed i benefici corrispondenti. Gli ambiti applicativi più maturi sono generalmente anche quelli in cui le soluzioni RFID sono più semplici e standardizzate.
Un secondo elemento di freno allo sviluppo in molti ambiti è il troppo debole coinvolgimento dei vertici delle organizzazioni che sarebbe invece necessario per avviare il processo di sperimentazione e conoscenza concreta della tecnologia, anche in assenza di un quadro ancora chiaro dei ritorni attesi.
Infine in alcuni ambiti applicativi ¿ ad esempio nelle applicazioni di gestione della tracciabilità dei farmaci o dei prodotti alimentari e di gestione dei punti vendita della grande distribuzione ¿ per superare alcune barriere di natura più sistemica e sbloccare la fattiva sperimentazione occorrono, interventi di spinta ed armonizzazione da parte delle organizzazioni di rappresentanza degli interessi collettivi (associazioni di categoria, authority, istituzioni di standardizzazione, ecc.).
Un ulteriore obiettivo alla base della Ricerca riguarda la comprensione di due tematiche potenzialmente assai critiche per lo sviluppo delle applicazioni RFID: la standardizzazione e la protezione dei dati personali (privacy).
La standardizzazione in ambito RFID riguarda da un lato gli standard di architettura e di protocollo e dall¿altro gli standard per le emissioni in Radio Frequenza (RF).
Relativamente agli standard di architettura e protocollo, vi sono da un lato ambiti applicativi in cui gli standard sono già completamente definiti ¿ ad esempio nelle carte di prossimità ¿ e dall¿altro ambiti dove il processo di unificazione degli standard non è ancora completato. Tra questi, figurano le applicazioni orientate al settore dei beni di largo consumo, dove sembra ormai ben avviato un processo di armonizzazione dello standard EPC con le direttive ISO/IEC.
Relativamente agli standard di Radio Frequenza, la situazione è più complessa, perché questi standard devono tener conto dell¿allocazione delle frequenze disponibili ad impieghi vari, dalla radiotelevisione alla telefonia cellulare. Risulta quindi difficile individuare una o più frequenze (o bande di frequenza) ed i relativi parametri operativi (potenza d¿emissione, canali, ecc.) da riservare all¿RFId su scala planetaria.
Nonostante tale complessità, vi sono segnali che testimoniano l¿avvio di un processo di convergenza su scala internazionale.
Il completamento del processo di unificazione degli standard legati all¿RFID è sostanziale per favorire applicazioni interaziendali e internazionali e per permettere uno sviluppo realmente concorrenziale della filiera dei fornitori di soluzioni tecnologiche.
Più volte, anche in relazione ad alcuni casi eclatanti a livello internazionale, si è parlato della protezione dei dati personali (privacy) come di una potenziale barriera alla diffusione dell¿RFID.
Da questo punto di vista, il provvedimento emesso dal Garante per la protezione dei dati Personali in data 9 marzo 2005 offre un quadro oggettivo, quantomeno in termini di linee di principio, a cui attenersi nella realizzazione di applicazioni RFID.
Vi sono due aree principali di attenzione alla privacy nelle applicazioni RFID: la protezione dei dati personali dei consumatori e la protezione dei dati personali dei lavoratori. In entrambi i casi il principale elemento che realmente differenzia l¿RFID dalle tecnologie tradizionali di identificazione risiede nella non volontarietà dell¿interfaccia di lettura.
Si tratta quindi di impostare una corretta gestione di questa problematica nell¿ambito delle decisioni individuali – con una chiara informativa ed un esplicito consenso – e nell¿ambito delle decisioni collettive – coinvolgendo gli opportuni organi di rappresentanza ¿ in modo analogo a quanto già avviene con altri sistemi di identificazione (ad esempio per la videosorveglianza), comunicazione (ad esempio per i sistemi GSM) e profilatura (ad esempio per le carte di fidelizzazione).
Per quanto riguarda invece i trend attesi nei prossimi 2-3 anni, emergono ancora una volta scenari differenti in base agli ambiti applicativi.
Per quanto riguarda gli ambiti applicativi più consolidati ¿ bigliettazione elettronica nel trasporto pubblico, supporto alle operazioni nei settori manifatturieri e nell¿allevamento, controllo accessi sui luoghi di lavoro e nei settori del turismo e dell¿intrattenimento, ecc. ¿ si prevede una rapida diffusione favorita dalla disponibilità di soluzioni tecnologiche ¿pacchettizzate¿ e dalla condivisione, già in atto, di conoscenze ed esperienze.
In molti degli ambiti applicativi sperimentali – la logistica di magazzino ed il trasporto merci, l¿identificazione dei pazienti in ambito ospedaliero, la gestione di asset ¿ è ragionevole immaginare che si delineino con più chiarezza i reali scenari applicativi, sgombrando il terreno da limitazioni in realtà superabili e da suggestioni irrealizzabili.
Mentre negli ambiti applicativi futuribili ¿ la gestione dei punti vendita, la tracciabilità delle merci nei beni di largo consumo e nella filiera del farmaco, le applicazioni volte a potenziare le funzionalità di prodotto, dove si concentra una gran parte del valore delle applicazioni RFId per i consumatori finali ¿ si intravedono già alcune possibili applicazioni ad altissimo potenziale innovativo, alcune delle quali già realizzate o in via si sperimentazione all¿estero.(a.t.)
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