Italia
Sono 23 milioni gli italiani che usano Internet, ossia il 46% della popolazione, contro il 43% del 2004.
E¿ quanto emerge dal Rapporto 2005 dell¿Osservatorio AIE (Associazione Italiana Editori) sull¿editoria digitale, che prende in esame, attraverso due indagini, i rapporti tra gli italiani e le tecnologie: da una parte sotto il profilo dell¿accesso e del consumo di contenuti editoriali digitali all¿interno delle famiglie (con una indagine curata dall¿Istituto ISPO) e dall¿altro sull¿utilizzo delle tecnologie nel mondo della scuola (con una indagine curata dall¿Istituto IARD Franco Brambilla).
Più o meno un italiano su due, dunque, usa Internet, mentre cresce la passione degli italiani per l¿informazione online, visto che più di 18,6 milioni di italiani hanno visitato almeno un sito a contenuto informativo negli ultimi sei mesi.
Negli ultimi tre anni, la percentuale di internauti è passata dal 35% del 2002 all¿attuale 46% della popolazione. Nonostante il 45% del campione dichiari di non utilizzare ancora il pc, fra chi lo usa viene considerato sempre più come strumento di comunicazione e non solo di lavoro: ben 8 utilizzatori di pc su 10 si collegano, infatti, ad internet.
In base alla frequenza nell¿uso, emerge che più della metà rientra nel gruppo dei ¿forti utilizzatori¿ (52%): sono quelli che oltre ad avere una buona dimestichezza con i nuovi mezzi tecnologici ¿ il 61% di loro appartiene infatti a famiglie con un¿elevata disponibilità di apparecchiature tecnologiche – nello stesso tempo ama leggere libri (61%) e quotidiani (57%).
Ci sono poi i ¿curiosi¿, (37%), quelle persone a cui piace navigare in Internet e lo fanno per tenersi informati un po¿ su tutto. Non hanno l¿abitudine di stampare, né di salvare i contenuti digitali sul pc o su altri supporti, generalmente li consultano direttamente da internet. Sono soprattutto maschi, 18-39enni, con livelli di istruzione elevati (diploma/ laurea), forti lettori di libri e quotidiani, si caratterizzano per un livello tecnologico individuale elevato.
I ¿funzionali¿ (22%), quelli cioè che usano Internet soprattutto per lavoro/studio e generalmente conservano i contenuti digitali in un archivio temporaneo per poi buttarli quando non ne hanno più bisogno. Sono soprattutto i giovanissimi (14-17enni), le persone con livelli di istruzione inferiore e i pensionati.
I ¿basici¿ (24%) che non manifestano particolare interesse per Internet e i contenuti digitali, navigano di rado, nella maggior parte dei casi non salvano i contenuti che consultano on line e quando lo fanno non salvano mai in modo sistematico. Si tratta delle persone meno giovani con livello di istruzione inferiore, casalinghe, con un livello tecnologico familiare basso, con scarsa attitudine alla lettura di quotidiani.
E, infine, gli ¿ultimi arrivati¿ (17%) usano internet con maggiore frequenza rispetto ai ¿basici¿ , tuttavia si presume che non abbiano molta dimestichezza con la tecnologia e per questo tendono a salvare tutto ciò che trovano in rete. Si tratta soprattutto di 50-60enni, residenti al sud e nelle isole, poco propensi alla lettura.
Per quanto riguarda la modalità di consultazione dei contenuti editoriali on line, il 37% degli internauti è curiosa, ma c¿è anche un 22% che accede solo per trovare ciò che serve, mentre aumenta la propensione ad accedere a siti a pagamento, soprattutto per i contenuti editoriali legati allo studio e all¿attività professionale per i quali gli italiani si mostrano disposti a metter mano al portafogli, ad ulteriore dimostrazione del fatto che internet non è da considerarsi solo come strumento ¿di perdizione¿, distrazione, ma anche e soprattutto come mezzo per aggiornarsi e tenersi informati.
Il 20% di coloro che nell¿ultimo semestre hanno utilizzato internet per partecipare a corsi di formazione dichiarano infatti di aver pagato per accedervi e il 47% si dichiara propenso a pagare per poter usufruire di questo servizio anche in futuro.
¿Il quadro che emerge ¿ ha spiegato Renato Mannheimer dell¿Ispo – lascia intuire che l¿editoria elettronica on line sia arrivata a un punto di svolta e possa ragionevolmente ipotizzare un suo definitivo decollo: le famiglie italiane vantano oggi una buona attrezzatura per l¿uso e il consumo di contenuti digitali e, per quanto riguarda l¿ipotesi di pagamento per accedere a servizi/siti on line, il panorama si presenta complessivamente positivo¿.
Fortunatamente, però, aumenta anche il numero dei libri letti in un anno: nel 2002 era in media di 2,3, oggi è passata a 3,2.
Tra le rilevazioni più positive, il rapporto sottolinea il crescente avvicinamento tra la scuola e la Rete: secondo la ricerca dell¿Istituto Iard Franco Brambilla, nel 2004 gli insegnanti italiani che usavano regolarmente il PC per preparare le lezioni erano una minoranza (37%) e solo uno su cinque lo impiegava nella presentazione delle lezioni stesse (20%).
Nel 2005, in base a un¿indagine proprio sugli 80 insegnanti più attenti alle nuove tecnologie, è emerso quali possono essere i vantaggi in sede didattica.
Questi docenti chiedono che su supporto digitale siano resi disponibili moltissimi contenuti differenti. In primo luogo, argomenti specialistici, approfondimenti tematici, materiali per le ricerche degli studenti.
Secondo gli insegnanti, chi ¿ci guadagna¿ sono prima di tutto proprio gli studenti (per facilità di utilizzo, maggior partecipazione, stimolo allo studio..), seguiti dalla ricerca di materiali (più fonti, informazioni aggiornate¿) e infine dalla didattica nel complesso (per impiego di strumenti più vicini ai giovani, possibilità di personalizzare i materiali¿).
Insomma, le nuove tecnologie aiutano, pure a scuola: in base a una valutazione da 1 a 10, gli insegnanti ammettono che il loro uso consente una maggiore sintonia al linguaggio dei giovani (voto medio 8,4), uno stimolo maggiore nel lavoro (8,5), la possibilità di personalizzare i materiali (8,4) e una grafica accattivante (8,4).
Gli svantaggi risultano invece più controversi: la metà degli intervistati lamenta infatti la difficoltà a prenotare i laboratori e le apparecchiature informatiche. La fase di maggiore difficoltà, comunque, sembra quella iniziale, in cui l¿insegnante si trova a dover cominciare a utilizzare da zero i nuovi materiali (perdendo molto tempo) e a confrontarsi con strumenti che richiedono una diversa abilità nell¿esposizione della lezione in aula.
¿Internet e le tecnologie però piacciono ¿ ha sottolineato Antonio De Lillo dell¿Istituto Iard Franco Brambilla ¿ Un¿ulteriore conferma è che gli insegnanti chiedono che su supporto digitale siano resi disponibili moltissimi contenuti differenti. In primo luogo, argomenti specialistici (74 segnalazioni), approfondimenti tematici (72), materiali per le ricerche degli studenti (68), ma anche materiali interattivi ed esercizi guidati¿.
Secondo i docenti tecnologici il materiale ideale su supporto digitale deve prima di tutto essere utilizzabile in autonomia dagli studenti, e in modo facile.
Per approfondire il rapporto tra editori e content provider di fronte alle sfide del nuovo mercato globale dei contenuti educativi digitali, l¿AIE, la Federazione europea degli editori (FEP), la PRZ Technische Universität di Berlino e la Fiera del Libro per ragazzi di Bologna si incontreranno il prossimo 15 aprile al secondo convegno internazionale “Digital Content: Business Models and Drm. The Role of Educational Publishers”.
La sessione di apertura traccerà un quadro sullo “stato dell”arte” del mercato dei contenuti educativi digitali in Europa e dell”applicazione delle tecnologie di DRM (Digital Rights Management) esistenti per proteggere i contenuti coperti da diritto d”autore, ma anche per consentire la crescita di un mercato sostenibile per tutti gli operatori della catena del valore: dall”autore alla scuola.
Klaus Rebenburg dell¿Università di Berlino evidenzierà nel suo intervento i risultati chiave degli studi condotti nell”ambito di OrmeE: come è stata implementata la Direttiva Europea sul Copyright nelle legislazioni nazionali e quali eccezioni sono state previste per il contesto educativo; quali sono i modelli di business possibili ed effettivamente adottati da editori, content provider e aggregatori per distribuire contenuti educativi digitali a scuole, insegnanti e studenti. E ancora, quale forma può assumere la collaborazione tra i privati e le istituzioni pubbliche?
Paolo Ceravolo (Dipartimento di Tecnologie dell”Informazione – Università degli studi di Milano) focalizzerà l”attenzione sui sistemi di Digital Rights Management e sulle implicazioni che l”adozione di tali strumenti può avere sul mercato dei contenuti. Ethel Porzio Serravalle (AIE) incentrerà, infine, il suo intervento sui fattori che consentono lo sviluppo di un mercato sostenibile per i contenuti educativi digitali nel contesto italiano.
Nella seconda parte si svolgerà una tavola rotonda che vedrà confrontarsi editori, content provider, aggregatori di contenuto e istituzioni pubbliche sui temi chiave per il futuro del sistema educativo nell”era digitale.
Importante la testimonianza di Michael H. Lückl (Ministero dell”Educazione – Schoolbookextra Project – Austria) che nel suo intervento spiegherà in che modo gli editori scolastici austriaci e il Ministero dell”educazione hanno cooperato alla costituzione del portale Bildung.at e al progetto SchoolbuchExtra, estensioni digitali ai libri di testo “adottati” nelle scuole e acquistabili grazie al budget specifico allocato dal Ministero.
Da un Paese emergente quale la Romania, Marian Hanganu (SIVIECO/SEI Educational Portal – Romania) presenterà il caso dell”IT Based Educational System, un progetto lanciato dal Ministero dell”educazione Romeno per portare in tutte le scuole del Paese contenuti educativi digitali e infrastrutture tecnologiche abilitanti.
Le famiglie italiane e i contenuti digitali: modalità di accesso e consumo – Renato Mannheimer, Presidente ISPO
Didattica e tecnologie: il punto di vista degli ¿insegnanti tecnologici¿
– Antonio de Lillo, Presidente Istituto IARD Franco Brambilla
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