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Ultimo saluto a Giovanni Paolo II. In questi giorni abbiamo assistito a una mobilitazione mondiale per la morte del Pontefice che resterà alla storia per il grande contributo dato alla libertà e alla democrazia del mondo.
Un Papa che ha donato completamente se stesso ¿per l”intera famiglia umana¿ e che ha ¿risvegliato¿ la fede dei cristiani. E¿ così che il Cardinale decano Joseph Ratzinger ha ricordato Giovanni Paolo II nell”omelia delle esequie letta sul sagrato della Basilica Vaticana, davanti a 200 leader provenienti da tutto il mondo e a milioni di fedeli.
Una morte che ha scosso il mondo. Sicuramente nessuno si aspettava un bagno di folla di simili proporzioni. Ma il Papa ha toccato il cuore di tutti, credenti e non, nel suo lungo pontificato, portando il messaggio di Dio in ogni luogo. Lo ricorderemo per il suo gran cuore, per la vicinanza ai giovani, che sono stati i primi ad andare sotto le sue finestre a pregare per lui e che gli hanno dato l¿ultimo saluto, levando alto un coro che in breve tempo ha fatto il giro di tutta Roma e scandiva: ¿Santo-Santo¿ e ¿Giovanni Paolo¿.
Anche da morto, il Papa è riuscito a portare avanti il suo messaggio di pace, facendo confluire a San Pietro i maggiori esponenti politici e religiosi mondiali (con un¿unità di luogo che non ha precedenti nella storia), che hanno pianto il Papa e l¿uomo che è stato Karol Wojtyla.
¿Il Santo Padre è stato sacerdote fino in fondo, perché ha offerto la sua vita a Dio per le sue pecore e per l”intera famiglia umana, in una donazione quotidiana al servizio della Chiesa e soprattutto nelle difficili prove degli ultimi mesi“, ha detto il cardinale tedesco che fu anche amico di Papa Wojtyla.
¿Il nostro Papa – lo sappiamo tutti – non ha mai voluto salvare la propria vita, tenerla per sé ha voluto dare se stesso senza riserve, fino all”ultimo momento, per Cristo e così anche per noi (¿) Grazie a questo profondo radicamento in Cristo ha potuto portare un peso, che va oltre le forze puramente umane“.
Particolarmente toccante anche il passaggio in cui Ratzinger ha parlato della devozione mariana di Giovanni Paolo II: ¿Lui, che aveva perso in tenera età la mamma, tanto più ha amato la Madre divina. Ha sentito le parole del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: ”Ecco tua madre”. Ed ha fatto come il discepolo prediletto: l”ha accolta nell”intimo del suo essere: ”Totus tuus”. E dalla madre ha imparato a conformarsi a Cristo”.
E tra la commozione di tutti, quella maggiore è stata quella che traspariva dal volto di don Stanislao Dziwiz, il fedele segretario vissuto accanto a Wojtyla per quaranta anni e da lui nominato arcivescovo, che gli è rimasto vicino fino all¿ultimo momento della sua vita terrena.
Abbiamo ¿il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa speranza e di profonda gratitudine¿, ha detto Ratzinger alla folla di fedeli. ¿Questi – ha osservato – sono i sentimenti del nostro animo, Fratelli e Sorelle in Cristo, presenti in Piazza S. Pietro, nelle strade adiacenti e in diversi altri luoghi della città di Roma, popolata in questi giorni da un”immensa folla silenziosa ed orante. Tutti saluto cordialmente. A nome anche del Collegio dei Cardinali desidero rivolgere il mio deferente pensiero ai Capi di Stato, di Governo e alle delegazioni dei vari Paesi. Saluto le Autorità e i Rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane, come pure delle diverse religioni. Saluto poi gli Arcivescovi, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli tutti giunti da ogni Continente”.
“Il mio saluto – ha concluso – raggiunge, inoltre, quanti in ogni parte del mondo sono a noi uniti attraverso la radio e la televisione in questa corale partecipazione al solenne rito di commiato dall”amato Pontefice”.
Significativo quest¿ultimo passaggio, oltre che per il messaggio che reca in sé, anche perché, dobbiamo ricordarlo, Giovanni Paolo II è stato il Papa dei media, della globalizzazione, dell¿era di Internet.
Noi che lavoriamo nel settore dell¿Information and Communication Technology lo ricorderemo anche per la grande attenzione che Wojtyla ha riservato ai new media.
Era stato proprio lui, che all¿inizio del suo pontificato aveva esortato tutti ad aprire le porte al cambiamento, e così lui ha fatto fino all¿ultimo, non tralasciando nulla e servendosi di tutti i mezzi per riuscire a far arrivare il suo messaggio ovunque.
Nella Lettera Apostolica, Il Rapido Sviluppo, del febbraio scorso, ai responsabili delle comunicazioni sociali, scriveva: ¿Non abbiate paura delle nuove tecnologie! Esse sono tra le cose meravigliose che Dio ci ha messo a disposizione per scoprire, usare, far conoscere la verità¿.
Il Pontefice sottolineava che ¿anche il mondo della comunicazione ha bisogno della redenzione di Cristo¿, e che la Chiesa non deve esitare a impiegare i mezzi di comunicazione, incluso Internet, per diffondere il suo messaggio.
Giovanni Paolo II ¿benediceva¿ così Internet, ultimo arrivato nel mondo delle comunicazioni di massa ma anch¿esso al pari di giornali e televisione ¿strumento di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari, sociali¿, sottolineando l¿importanza dei nuovi mezzi di comunicazione, definendoli ¿uno dei segni del progresso dell”odierna società¿, non solo per la capacità di fornire ¿risorse per una maggiore informazione¿, ma anche perché Internet abitua le persone a una ¿comunicazione interattiva¿.
E non dimenticava di ricordare che, a fianco di Internet ¿vanno utilizzati altri nuovi media e verificate tutte le possibili valorizzazioni di strumenti tradizionali¿, non solo per quel che riguarda la comunicazione ecclesiale, ma anche per ¿difendere quei solidi principi che sono indispensabili per costruire una società rispettosa della dignità della persona umana e attenta al bene comune¿.
Da donna, è anche un¿altra lettera di Papa Wojtyla che mi piace richiamare alla memoria, e non me ne abbiano i colleghi uomini, si tratta di quella scritta nel 1995 in occasione della IV Conferenza Mondiale sulla Donna a Pechino.
¿Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l”indispensabile contributo che dai all”elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del ¿mistero¿, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità¿.
¿Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna!¿.
Ed è così che voglio ricordare Papa Wojtyla, come l¿uomo che ha saputo rompere le regole, che non risparmiava i gesti d¿affetto lontani dalla rigida etichetta papale, che aveva una carezza e uno sguardo d¿amore per ognuno, e per il grande contribuito all¿affermazione della libertà e della democrazie nel mondo.
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