TDT: la Gran Bretagna spinge sull¿acceleratore. Switch-off per due cittadine del Galles

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Due cittadine della Gran Bretagna hanno abbandonato completamente il segnale analogico, per passare alla Tv digitale terrestre (TDT). E mentre la Francia da oggi ha cominciato a vedere i primi canali diffusi con la nuova tecnologia, due villaggi del Galles, Ferryside e Llanstephan, hanno fatto il loro switch-off proprio ieri, classificandosi come i primi del Regno Unito.

I due paesi hanno fatto parte di un progetto pilota partito nel novembre scorso, al termine del quale hanno deciso di passare al digitale terrestre. Per questa sperimentazione, gli abitanti hanno ricevuto gli appositi set-top box, le necessarie informazioni e assistenza one-to-one per le persone pi&#249 inesperte.

Il progetto si &#232 rivelato un successo e quando, tre mesi dopo, agli abitanti hanno dovuto scegliere se rimanere al digitale o tornare al segnale analogico, non ci sono stati dubbi: hanno votato l¿85% e il 98% di questi hanno deciso senza esitazione di restare alla TDT.

Secondo Emyr Byron Hughes, direttore del progetto, la scelta &#232 stata motivata dalla maggiore offerta garantita dalla Tv digitale terrestre, proprio in termini di maggior numero di canali. Altro motivo &#232 la migliore qualit&#224 delle immagini garantita dalla TDT.

Il Galles prevede di realizzare lo switch-off per il 2008, mentre per il resto della Gran Bretagna la data stabilita &#232 quella del 2012.

Secondo l¿Ofcom, Autorit&#224 britannica delle comunicazioni, negli ultimi 3 mesi del 2004 sono stati venduti pi&#249 di 900.000 decoder digitali, portando a 14 milioni il numero totale dei set-top box venduti.

Nel suo ultimo Report, l¿Ofcom riporta che, al 31 dicembre 2004, il 59,4% delle case britanniche riceveva la Tv digitale, con un aumento del 55,9% rispetto al 30 settembre 2004.

Si tratta di cifre importanti, che fanno ben sperare, visto che il governo britannico non ha previsto alcun tipo di incentivo per l¿acquisto dei decoder per la Tv digitale terrestre.

L¿Ofcom ha infatti chiesto pi&#249 volte al governo un intervento diretto per sostenere e portare avanti il piano di passaggio alla trasmissione in digitale. Ma il ministero delle Comunicazioni ha respinto questa richiesta, non prevedendo, almeno per il momento, alcun tipo di incentivo per la Tv digitale.

Il governo ritiene per&#242 possibile che prima che si realizzi fattivamente il passaggio alla TDT, i prezzi dei decoder e di tutte i supporti necessari si ridurranno notevolmente.

La Gran Bretagna, comunque, si sta muovendo, anche se al momento manca una precisa calendarizzazione che scandisca il passaggio alla TDT, che resta ancora alquanto impreciso sotto alcuni aspetti.

Se il processo di switch-over comincer&#224 nel 2007, gli operatori avranno due anni di tempo per prepararsi a questo momento storico per il mercato televisivo. Per cui &#232 imperativo che il governo fissi delle precise tappe e prenda delle decisioni pubbliche, nel pi&#249 breve tempo possibile, in modo che i player e l¿industria di settore possano pianificare gli investimenti e decidere i piani di gestione.

L¿Italia ha firmato con la Gran Bretagna un Memorandum d¿intesa che segna l¿inizio di una fitta collaborazione tra i due Paesi nel settore della televisione digitale. Obiettivo dell”accordo, &#232 quello di sviluppare e rafforzare la cooperazione nell”interesse della crescita economica e sociale dei rispettivi Paesi e nasce dalla consapevolezza dell”importanza della televisione digitale come piattaforma per l”offerta di servizi interattivi ai cittadini.

Il nostro Paese si &#232 ritagliato, infatti, un importante ruolo sul mercato europeo della televisione digitale terrestre e stabilito delle forme di cooperazione anche con altri Stati, come la Francia e la Spagna, in modo che sia pi&#249 forte l¿azione europea volta a promuovere il passaggio verso la Tv del futuro.

Confermando la determinazione a promuovere la transizione dalla televisione analogica a quella digitale, come possibile motore di sviluppo della Societ&#224 dell”Informazione e come strumento per superare il digital divide.

Raffaella Natale

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