Europa
Le Autorità di regolamentazione dell¿audiovisivo europeo, riunitisi a Bruxelles per iniziativa di VivianeReding, Commissario Ue per la Società dell¿Informazione e i media, hanno avviato un¿azione paneuropea con l¿obiettivo di combattere le incitazioni all¿intolleranza nei programmi radiotelevisivi.
Come spiega la Commissione Ue in un comunicato, i rappresentati dei Paesi membri si sono impegnati a rafforzare la cooperazione e lo scambio di informazioni, al fine di garantire l¿applicazione rapida, efficace e coerente delle disposizioni della Ue che garantiscono la libertà dei media e vietano le trasmissioni che incitano all¿odio.
La Ue cita il caso dei canali francesi AlManar e Sahar1, bloccati dalle Autorità nazionali per i loro programmi che incitavano all¿intolleranza razziale.
In questo senso, sostiene Bruxelles, è necessario avviare un¿azione comune, in Europa ma anche in altre parti del mondo, perché vengano eliminate tutte le forme di intolleranza.
Le Autorità di regolamentazione dell¿audiovisivo hanno invitato la Commissione europea a tener conto di questa situazione, in vista della riforma della Direttiva europea Televisione senza Frontiere, prevista per fine anno.
Viviane Reding ha espresso soddisfazione per l¿accordo raggiunto e ha ricordato i principi comuni della Ue: ¿Il diritto alla libertà d¿espressione e di informazione, tutelato nella Carta europea dei diritti fondamentali, garantito adesso anche dalla Costituzione europea, rappresenta la pietra miliare di una società democratica e pluralista, specialmente nel settore audiovisivo¿.
Ma, ha aggiunto il Commissario Ue, ¿¿il rispetto della dignità umana è un valore altrettanto importante¿, per cui ¿non possiamo tollerare in Europa contenuti televisivi a sfondo razzista¿.
Per garantire un¿efficace applicazione delle disposizioni normative europee, le Autorità di regolamentazione dei 25 Stati membri della Ue, dei Paesi candidati all¿ingresso e dei Paesi membri dell¿Area Economica Europea (European Economic Area ¿ EEA), hanno deciso di cooperare, scambiandosi informazioni sui canali autorizzati dalle rispettive giurisdizioni.
A breve, potrebbero anche unire le loro banche dati o addirittura creare un database centrale e un Internet forum riservato all¿esame i casi più problematici.
La Commissione si è impegnata a tener conto di questa situazione nell¿ambito del processo di ammodernamento della Direttiva Televisione senza Frontiere e, in questo senso, ad avviare delle relazioni con tutti i Paesi vicini alla Ue.
Ricordiamo che tutte le forme di incitamento all”odio basato su differenze di razza, sesso, religione o nazionalità, sono vietate dal diritto comunitario e dall¿articolo 22 bis della Direttiva Televisione senza Frontiere del 1989.
Conformemente al principio della sussidiarietà, spetta agli Stati membri della Ue assicurare il rispetto di queste disposizioni.
Gli Stati membri e le Autorità di regolamentazione sono responsabili dei canali autorizzati dalle rispettive giurisdizioni, e anche delle emittenti televisive dei Paesi terzi che usano una frequenza, la capacità di un satellite o un uplink che rientra sotto il loro controllo.
Questa ripartizione delle competenze, dimostra la necessità di una maggiore cooperazione tra le Autorità nazionali di regolamentazione, mentre la Commissione diventa essenziale per garantire la corretta applicazione della Direttiva.
La Reding ha aggiunto che ¿La Commissione ha sempre dato grande importanza al lavoro delle Autorità nazionali di radiodiffusione¿.
¿Sono convinta ¿ ha concluso il Commissario ¿ che possiamo trovare dei mezzi efficaci per rafforzare la nostra cooperazione¿.
Per maggiori informazioni:Direttiva europea Televisione senza Frontiere
Links to regulating, control and funding bodies in the audiovisual sector
European Platform of Regulatory Authorities
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