Europa
La Commissione europea ha diffuso i dati della consultazione pubblica sulle sfide future per le politiche della Società dell’Informazione dal 2005 in poi.
La consultazione, condotta tra il 26 novembre 2004 e il 17 gennaio 2005, ha mobilizzato i partecipanti di 13 Paesi europei e degli Stati Uniti, con una produzione di circa 70 contributi.
Dalla ricerca emergono innanzitutto l’importanza dell’ingresso di nuovi Stati nell’Unione europea e le questioni relative alla riforma della P.A. e all’eGovernment, ma anche la necessità di cogliere le opportunità determinate dalla convergenza tecnologica. Tra l’altro nella gran parte dei contributi si è raccomandato l’uso degli standard aperti per garantire l’interoperabilità, per cui l’uso di software open source è considerato strumento di trasparenza e risparmio, soprattutto per le pubbliche amministrazioni.
Bisogna inoltre determinare una corretta, adeguata e tempestiva implementazione del programma quadro regolatorio, senza ulteriori dilazioni. Un quadro, oltre a tutto, dotato di una certa flessibilità che meglio possa adattarsi alle diverse situazioni, per la competitività globale del mercato Ict.
Un altro importante punto sottolineato dalla ricerca Ue è la necessità di predisporre soluzioni adeguate alla più grande sfida sociale dei prossimi anni, che secondo i partecipanti alla consultazione riguarda il rapido invecchiamento della popolazione europea, con un forte impatto su sistema sanitario e pensionistico, tale da distrarre investimenti dal settore Ict.
Per questo i contributi focalizzano l’attenzione sull’eHealth, che in virtù del crescente invecchiamento degli europei e della mobilità dei cittadini nel territorio comunitario, costituirà un nodo di cruciale interesse.
l’Ict è dunque considerato la chiave essenziale per incidere sui livelli di produttività e per questo è indispensabile aumentare gli investimenti dedicati alla ricerca e all’innovazione.
In questo ambito è necessario per i partecipanti promuovere l’adozione dell’Ict da parte delle piccole e medie imprese e ricorrere all’eLearning per garantire la qualificazione delle competenze dei lavoratori europei.
Su questo argomento si è espresso anche il Commissario Ue ai media e alla Società dell’Informazione, Viviane Reding, secondo cui gli investimenti nell’Ict sono fondamentali per rafforzare la leadership europea nel futuro di queste tecnologie cruciali e per portare avanti l’innovazione e la modernizzazione.
l’Europa, secondo gli ultimi dati rilasciati da Bruxelles, fa ancora fatica a reggere il passo delle maggiori economie mondiali in termini di investimenti: a fronte di una media globale del 30%, il Vecchio Continente investe nell’ICT il 20% del capitale destinato alla ricerca.
Il messaggio della Reding è chiaro: ¿l’Europa investe poco nel suo futuro¿, e perché le cose cambino vanno riviste le strategie di fondo.
Perché l’Europa resti all’avanguardia nello sviluppo c’è bisogno di partnership pubblico-privato: in particolare, spiega la Reding, ¿Dobbiamo sviluppare servizi ICT che portino vantaggi concreti ai cittadini, aumentando allo stesso tempo il passo dell’innovazione nei prodotti e nei servizi¿.
La visione della Ue riguardo il futuro della Società dell’Informazione è stata tratteggiata nella Comunicazione “Challenges for the European Information Society beyond 2005”, adottata il 19 novembre 2004.
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
l’Europa investe poco nel suo futuro. Le tre I della Reding per stimolare l’innovazione nell’ICT europeo
Europa e ICT: come stimolare la competitività. Il progetto i2010 illustrato da Viviane Reding
Documenti Ue sullo sviluppo dell´Ict europeo
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