Tlc e competizione: per Tele2, incumbent dominanti e troppo forti

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Europa



Nonostante dal 25 luglio 2003 sia in vigore il nuovo quadro normativo europeo sulle comunicazioni elettroniche, che dovrebbe permettere agli operatori alternativi di competere con gli ex monopolisti sul mercato dei servizi telefonici, secondo Tele2 la situazione &#232 ancora del tutto insoddisfacente.
Una denuncia fatta in ambito europeo che richiama il dibattito e le pressioni sugli operatori virtuali e che sta via via prendendo corpo anche in Italia.

L¿operatore svedese ¿ in un rapporto molto dettagliato ¿ denuncia che ¿alcuni Stati Membri stanno ritardando l”introduzione del nuovo quadro regolatorio, creando una situazione legislativa poco chiara e l¿opportunit&#224 per gli ex monopolisti di mantenere e incrementare le loro quote di mercato¿.

Il tutto mentre ¿gli ex monopolisti continuano ad abusare della loro posizione dominante, seguitando ad applicare tariffe elevate sia agli utenti privati che alle aziende¿.

Nel report ””The Monopoly Challenger¿, Tele2 sottolinea che il rapido ed estensivo sviluppo delle telecomunicazioni non sarebbe stato possibile se il mercato non fosse stato aperto alla concorrenza. Senza la competizione introdotta dall¿ingresso di player alternativi, insomma, i consumatori non avrebbero potuto beneficiare di una gamma di prodotti e servizi cos&#236 ampia, eppure la situazione in Europa e nel mondo evidenzia come ci sia ancora bisogno urgente non solo di una maggiore competizione ma anche di regole precise e stabili, emanate dalla autorit&#224 competenti.

Deregulation, spiega Tele2, non vuol dire assenza totale di regole dal momento che un mercato liberalizzato e senza regole permette agli ex monopolisti di mantenere, come di fatto avviene, la loro posizione dominante.

Ecco perch&#233 l¿operatore richiede con urgenza la considerazione di alcune importanti questioni, tra le quali l¿obbligo per gli operatori dominanti di offrire adeguate tariffe all¿ingrosso agli operatori alternativi.

Ma anche l¿impegno delle autorit&#224 nazionali di regolazione ad assicurare che la Carrier Pre-Selection venga offerta in armonia con la Direttiva sul Servizio Universale e facilitata da ordini verbali e che gli operatori alternativi abbiano accesso all¿Adsl a condizioni non discriminatorie e commercialmente attuabili.

La Commissione Ue, continua Tele2, dovrebbe aumentare la pressione su quegli Stati membri che continuano a rinviare l¿implementazione del nuovo framework normativo e fare in modo che l¿approccio alla metodologia a costi incrementali di lungo periodo (LRIC) sia tecnologicamente neutrale.

Le istituzioni, sottolinea ancora Tele2, dovrebbero anche pensare alla possibilit&#224 di separare completamente le reti di accesso alla telefonia fissa dagli ex monopolisti che attualmente possiedono e gestiscono le reti.

I vantaggi di un mercato aperto e armonizzato sono evidenti soprattutto in quei Paesi ¿ Danimarca e Francia, ad esempio – dove &#232 stato consentito l¿ingresso degli operatori mobili virtuali (MVNO).

Allo stato attuale, tuttavia, non c¿&#232 un Paese in cui l¿offerta all¿ingrosso per i servizi Adsl o gli abbonamenti alla telefonia fissa permettano agli operatori alternativi di competere con gli ex monopolisti.

Ed &#232 qui che dovrebbero entrare in gioco le autorit&#224 nazionali, che dovrebbero assicurare che i mercati siano realmente aperti alla competizione e armonizzare le rispettive legislazioni in materia in modo da permettere uno sviluppo simile in tutti gli Stati membri.

Per quanto riguarda in particolare il mercato italiano, il maggiore ostacolo alla competizione risiede nelle ¿ingombranti¿ normative che impediscono a Tele2 di diventare un operatore mobile virtuale.

Le autorit&#224 italiane, spiega l¿operatore, ¿continuano a favorire lo sviluppo delle infrastrutture e la competizione, piuttosto che gli investimenti sui servizi, quando invece le decisioni dovrebbero essere tecnologicamente neutrali¿.

In Italia, continua Tele2, sussiste una scarsa diffusione della pre-selezione dell¿operatore, imputabile sempre alle ¿ingombranti¿ normative di cui sopra.

Nel nostro Paese, inoltre, &#232 stata avviata l¿analisi del mercato, cos&#236 come raccomandato dalla Ue, ma non si sa quando questa verr&#224 conclusa, mentre le normative sono state lasciate immutate per anni anche se esse non riflettono lo stato attuale del mercato.

Una situazione simile, comunque, a quella di tutti gli altri Stati membri e che ha causato ¿ secondo il Responsabile Europeo Affari Regolamentari di TELE2, Jan Tjernell ¿ seri danni ai consumatori che ¿potrebbero risparmiare 2,5 miliardi di euro, se solo il mercato di telefonia fissa si aprisse a un regime di piena ed equa concorrenza¿.

Ricordiamo che marted&#236, l¿Antitrust italiana ha avviato un¿istruttoria nei confronti di tre operatori mobili per appurare se abbiano o meno messo in atto un ¿cartello¿ per impedire l¿ingresso sul mercato (sia residenziale che business) di operatori alternativi.

Il procedimento dovrebbe concludersi entro il 28 aprile 2006, mentre il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha comunque ¿frenato¿ l¿Agcm, definendo l¿indagine ¿un¿iniziativa rispettabile ma prima di conseguenze pratiche¿, dal momento che ¿non ci sono possibilit&#224 che possano entrare in scena operatori virtuali in maniera diversa e anticipata rispetto a quelle che sono le scadenze previste¿, ossia non prima del 2011.

L¿impedimento arriva proprio da una delibera del 2000, in base alla quale per almeno 8 anni dal lancio dell”Umts sia impedita l”introduzione di operatori senza network che abbiano una propria numerazione.

Alessandra Talarico

Per ulteriori approfondimenti, leggi:


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