Europa
Il governo britannico ha presentato ieri, 2 marzo, la proposta di legge per modificare la Royal Charter della radiotelevisione pubblica.
Il progetto, intitolato ¿Una BBC forte e indipendente dal governo¿, prevede di modificare il sistema di controllo e direzione della BBC e di rinnovare per dieci anni le modalità di finanziamento.
¿La BBC, come tutte le istituzioni pubbliche, ha bisogno di rinnovarsi se vuole fornire un buon servizio ai telespettatori¿, ha dichiarato alla Camera dei Comuni il Ministro della Cultura e della Comunicazione, Tessa Jowell.
Il primo intervento riguarda l¿attuale Consiglio dei governatori, che ha funzioni di controllo e gestione della BBC e che, in base alle nuove disposizioni sarà sostituito da due nuovi organi: BBC Trust, che oltre alla predetta funzione di controllo rappresenterà i contribuenti, e il Consiglio esecutivo, che gestirà i servizi quotidiani della radiotelevisione pubblica.
¿L”attuale sistema di autogoverno – ha detto la Jowell ai parlamentari – è insostenibile: il Consiglio, con il doppio ruolo di organizzatore del lavoro della BBC, ma anche di controllore del suo operato, sarà sostituito da due organi distinti con incarichi ben definiti”.
Come ha spiegato il ministro, questa divisione delle funzioni risponde alla necessità di separare i due incarichi che fanno capo al Consiglio dei governatori e che ¿non convengono a un organismo pubblico come la BBC¿.
Niente di nuovo invece per quanto riguarda il finanziamento della Beeb che resta immutato.
La BBC, il cui canone annuale pagato dai cittadini britannici a garanzia della sua indipendenza è pari a 121 sterline annue (175 euro), conserva infatti le attuali modalità di finanziamento fino al 2016. Per il periodo successivo dovranno essere valutati altri metodi di finanziamento, compreso il principio dell”abbonamento Tv, sulla falsariga di quanto avviene oggi per i canali a pagamento criptati o cablati.
Dalla BBC, il presidente Michael Grade, ha fatto sapere che i vertici dell¿azienda approvano le modifiche apportate dal disegno di legge.
Soddisfazione è stata espressa anche dal segretario generale dell¿Unione Nazionale dei Giornalisti (NUJ), Jeremy Dear, il principale sindacato dei giornalisti in Gran Bretagna.
Dear ha sottolineato che il canone garantisce ai giornalisti di poter lavorare in modo indipendente ed essere sottratti alle pressioni politiche e commerciali, che pesano invece su altri media.
La necessità di intervenire per modificare le funzioni dell¿attuale Consiglio dei governatori è diventata impellente dopo la presentazione del Rapporto Hutton, più di un anno fa, che aveva fatto luce sulla correttezza di alcuni reportage della BBC in merito al coinvolgimento della Gran Bretagna nella guerra in Iraq.
La vicenda aveva sollevato uno scandalo di vaste proporzioni e costretto alle dimissioni l¿allora presidente Gavyn Davies e il direttore generale Greg Dyke.
Ma la ¿zietta¿, come la chiamano affettuosamente gli inglesi, dovrà sottoporsi a una drastica cura per svecchiare la propria struttura e migliorare i palinsesti.
L¿attuale direttore generale, Mark Thompson, lo scorso dicembre ha annunciato il taglio di circa 3.000 posti di lavoro e l¿adozione di un nuovo business plan.
La BBC rinuncerà, nei prossimi tre anni, a circa 2.900 posti di lavoro rispetto a un totale di 28.000 dipendenti.
Si tratta, secondo gli esperti, della più grande ristrutturazione mai effettuata in 82 anni di storia, con una riduzione di posti di lavoro di almeno il 10% dell¿organico complessivo, a cui seguirà un taglio dei costi pari a 320 milioni di sterline (460 milioni di euro), che saranno indirizzati al miglioramento dei programmi televisivi.
La BBC naviga da tempo in cattive acque. Nonostante l¿alta diffusione, il 98% della popolazione guarda almeno una trasmissione della rete alla settimana, la Tv pubblica recentemente non si è fatta ben volere dal governo e anche dalle emittenti concorrenti.
Secondo il Times, la BBC lo scorso anno ha raccolto 2,8 miliardi di sterline (4 mld di euro) dal canone, mentre ha registrato perdite per 249 milioni di sterline (355 mln di euro), cosa che ha irritato non poco il governo di Tony Blair, accanto alle difficoltà avute con l¿emittente pubblica per l¿affaire Kelly e la copertura della guerra in Iraq.
In realtà da più parti, si è chiesto a gran voce lo smantellamento della Tv pubblica. E la direzione generale, consapevole di questo, sta tentando di dar prova di voler utilizzare al meglio il denaro pubblico.
E¿ da un po¿ di tempo ormai, che circolano anche alcune voci sulla possibilità che il governo sarebbe pronto ad adottare un piano di smantellamento della BBC e a rivedere l¿indipendenza della ¿zietta¿.
Il nuovo Dg della BBC deve quindi fare i conti con la pesante eredità lasciata dal suo predecessore, l¿odiato-amato Greg Dyke.
Messo da parte ormai il caso-Kelly, resta da affrontare la mala-gestione di Dyke, che si era caratterizzato per un¿assurda campagna di assunzioni, il disprezzo dei limiti della Royal Charter, per favorire il perseguimento di una politica aggressivamente commerciale.
Thompson ha ben capito che per tenersi stretto il suo posto e ristabilire delle buone relazioni con il governo è necessario dare una svolta definitiva alla gestione Dyke.
E quindi, fine di tutti i privilegi di cui finora hanno goduto tutti quelli che lavoravano per la BBC. Privilegi che hanno sempre fatto discutere tutti, visto che si trattava di cose mai viste in altre Tv pubbliche. E si sa, agli agi ci si abitua in fretta.
La proposta di legge sarà oggetto di dibattito parlamentare prima della presentazione del libro bianco definitivo che dovrà riformare la Royal Charter e che vedrà la luce entro la fine del 2005.
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
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