Cina: cresce la febbre di Internet, ma il governo rafforza ancora la censura

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La Cina &#232 attualmente il secondo mercato mondiale in termini di diffusione di Personal computer, con circa 16 milioni di unit&#224 vendute nel 2004 e previsioni di crescita del 13% nel 2005.

L¿uso di Internet in Cina, dunque, &#232 previsto per quest¿anno in forte aumento quest¿anno, dopato dal crescente numero di Pc in circolazione nel Paese, tanto che entro la fine del 2005 dovrebbero essere 120 milioni le persone in grado di connettersi alla Rete, contro i 94 milioni dello scorso anno.

Il Paese &#232 anche il primo mercato mondiale per le telecomunicazioni in termini di abbonati ai servizi: alla fine di gennaio erano 316 milioni gli abbonati a una linea fissa e 340 milioni i clienti delle reti mobili. Entro la fine dell¿anno dovrebbero diventare rispettivamente 360 milioni e 402 milioni.

Nonostante l¿entusiasmo della popolazione per tutto quel che concerne la comunicazione, fissa e mobile, il governo di Pechino non sembra avere intenzione di alleggerire i controlli censori su Internet e su tutte quelle persone sospettate di utilizzare la Rete per diffondere idee pericolose.

Secondo l¿agenzia China News, infatti, il governo ha intenzione di rafforzare la censura su Internet durante la sessione invernale del parlamento, che comincer&#224 sabato, per premunirsi contro gli autori di messaggi ¿non autorizzati¿.

Secondo l¿agenzia di stampa, le forze dell¿ordine sono autorizzate a esercitare un controllo ancora pi&#249 stretto su tutti i messaggi postati sui Forum di discussione, in particolare quelli ospitati sui maggiori portali cinesi.

Ancora di pi&#249, dunque, si manifesta l¿ambiguit&#224 del governo cinese che da un lato incita e promuove l¿uso delle nuove tecnologie come strumento di propaganda, usando, dall¿altro, il pugno di ferro contro chi &#232 anche semplicemente sospettato di agire contro i suoi interessi.

Nel 2004, le autorit&#224 hanno bloccato pi&#249 di 12 mila Internet Caf&#232 considerati illegali.

Tra gli ultimi episodi a testimonianza della rigidit&#224 del governo di Pechino, il caso di Guo Guoting, avvocato difensore di diversi giornalisti accusati di essere dissidenti.

Funzionari del Dipartimento di Giustizia di Shanghai hanno perquisito l¿ufficio dell¿avvocato e sequestrato computer e licenza. Alcuni giorni dopo Guoting ha ricevuto un documento che l¿avvertiva di una interdizione a esercitare qualsiasi attivit&#224 giuridica per almeno un anno.

Ai cosiddetti cyberdissidenti, dunque, il governo pare voglia togliere anche la facolt&#224 di essere difesi, come ultima prova del pugno di ferro contro chiunque dissenta dalle posizioni ufficiali.

Il 7 marzo, Guoting avrebbe dovuto difendere il giornalista Shi Tao, accusato di ¿divulgazione illegale di segreti di Stato all¿estero¿.

La legge sui segreti di Stato ¿ spiega Guoting ¿ non &#232 ben definita. Di conseguenza l¿interpretazione e l¿estensione del concetto di segreto di Stato sono molto vaghi.

¿E¿ dunque molto facile per le autorit&#224, utilizzare questa legge contro i giornalisti che esprimono apertamente le proprie idee¿.

Per chiarire ulteriormente la situazione, Guoting &#232 uno dei rari avvocati cinesi che accetta di difendere giornalisti e cyber dissidenti.

L¿uomo difende anche Huang Jinqiu, condannato a 12 anni di prigione perch&#233 ritenuto un sovversivo. Jinqiu, ha denunciato Guoting, &#232 stato torturato fisicamente e psicologicamente per impedirgli di depositare il ricorso in appello alla Corte Suprema.

Appare quanto mai necessario, di fronte a queste aberrazioni, sottolineare l¿impudenza dei diplomatici cinesi, che hanno presenziato come niente fosse alla riunione preparatoria del secondo Summit mondiale sulla Societ&#224 dell¿Informazione, appena conclusasi a Ginevra.

Cos&#236 come &#232 giusto ricordare la contraddizione di tenere un summit riguardo la libera circolazione delle informazioni in Rete proprio in Tunisia, uno dei paesi pi&#249 repressivi nei confronti degli utenti della Rete.

Alessandra Talarico

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