Europa
Un campagna comune per combattere lo spam dall¿Europa all¿Asia è stata lanciata dai rappresentanti istituzionali che hanno partecipato a una conferenza Asia-Europa (ASEM) sul commercio elettronico che si è svolta a Londra il 21 e il 22 febbraio.
In una dichiarazione comune sulla cooperazione internazionale contro lo spam, i 25 Paesi della Ue e i 13 Paesi asiatici membri dell¿ASEM si sono accordati sulle possibili azioni per combattere la posta elettronica spazzatura e per incoraggiare gli sforzi in questa direzione in seno alle organizzazioni internazionali e all¿industria.
Tra i membri dell¿ASEM figurano la Cina e la Corea del Sud, considerati la maggiore fonte internazionale delle comunicazioni elettroniche ¿non sollecitate¿.
Si felicita dell¿iniziativa il Commissario europeo per la Società dell¿Informazione e i Media, Viviane Reding.
¿La Ue ¿ dice la Reding ¿ non può agire da sola nella lotta allo spam, trattandosi di un problema che non ha frontiere. È essenziale che la questione sia presa sul serio in ogni parte del mondo e in particolare nelle regioni considerate emissarie della gran parte dello spam¿.
Secondo diverse fonti industriali, oltre il 60% del traffico eMail è costituito da spam e oltre il 20% del totale delle eMail spazzatura proviene dalla Cina e dalla Corea del Sud (dati Sophos).
La dichiarazione comune dell¿ASEM, avviata dalla Commissione europea, incoraggia tutti i Paesi a elaborare delle strategie nazionali per lottare contro l¿invio di comunicazioni non sollecitate e quindi a ingaggiare cooperazioni internazionali.
La conferenza di Londra ha indicato che delle soluzioni sono possibili, alla luce dei successi già registrati nell”ambito della repressione del fenomeno, e del miglioramento delle soluzioni tecniche per combattere lo spam.
I partecipanti al convegno hanno invitato i governi e le aziende, tanto in Europa che in Asia, ad assicurarsi che siano messe in atto adeguate misure anti-spam, incluse legislazioni ad hoc, in ogni Paese e ad avviare cooperazioni internazionali per limitare un fenomeno di natura cross-border.
Secondo la dichiarazione comune, i Paesi dell¿ASEM si impegnano a organizzare delle regolari discussioni e ad avviare delle azioni che coinvolgano le forze dell¿ordine e le istituzioni.
Tra queste misure, figurano la legislazione e la repressione, ma anche la sensibilizzazione, l¿autodisciplina delle imprese, soluzioni tecniche e partnership tra i governi e le community Internet.
Alla base di questa iniziativa congiunta, la consapevolezza che lo spam mina la fiducia dei consumatori nel commercio elettronico e nella società dell¿informazione.
È cruciale dunque che la lotta allo spam dia i suoi frutti, affinché si accelerino gli investimenti e gli scambi commerciali attraverso i mezzi informatici.
La dichiarazione ASEM fa eco alle diverse iniziative anti-spam condotte dalla Ue: in primo luogo la procedura di cooperazione anti-spam (IP/05/146) adottata recentemente dai Paesi dell¿Unione.
L¿ASEM è un forum multilaterale che mira a promuovere il dibattito ma anche azioni concrete e comprende oltre ai 25 Paesi della ue anche 13 Paesi asiatici (Brunei, Birmania, Cambogia, Cina, Indonesia, Giappone, Corea, Laos, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia, e Vietnam).
Il primo summit del Forum si è tenuto a Bangkok nel 1996. Il lavoro dell¿ASEM poggia su tre punti: politica, partnership sociale e cooperazione economica.
La priorità è il rafforzamento degli scambi e dei flussi di investimenti tra l¿Asia e l¿Europa.
La Commissione è attiva anche bilateralmente, in primo luogo con gli Stati Uniti, altra importante fonte di spam, e nelle discussioni multilaterali in corso all¿International Telecommunications Union e alla task force sullo spam dell¿OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
Per ulteriori approfondimenti, consulta:
Archivio delle news sullo spam
© 2005 Key4biz.it