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Lo scorso anno è stato archiviato dall’industria della telefonia mobile come l’anno delle foto. Quest¿anno sarà invece l’anno della musica via cellulare. Ma il vero Eldorado, secondo gli addetti ai lavori, sarà la Tv sul telefonino, ma per quella bisognerà aspettare almeno il prossimo anno.
Produttori e operatori, infatti, puntano con sempre maggiore forza sul download e lo streaming video per sedurre nuovi abbonati su quei mercati ormai considerati saturi.
Secondo la società di ricerca Gartner, la televisione mobile sarà disponibile commercialmente a partire dal 2007, anche se i principali costruttori hanno previsto il lancio dei primi apparecchi per il 2006.
Gli operatori, da canto loro, hanno già fatto incursione nei servizi video attraverso le loro reti 3G, offrendo agli abbonati dei video clip e una selezione di canali televisivi in diretta come la CNN.
La francese Orange, ad esempio, ha fatto sapere che i suoi 35 mila abbonati alla terza generazione guardano in media 25 minuti di tv in diretta sui loro cellulari, mentre in sei mesi gli abbonati mobili britannici di Hutchison Whampoa hanno ascoltato in streaming 10 milioni di video clip musicali.
Ma questi piccoli video che transitano attualmente sulle reti 3G non hanno niente a che fare con la vera Tv digitale sul telefonino: questa tecnologia permetterà agli utenti di accedere integralmente a una sessantina di canali diversi e gli abbonati potranno passare ore a guardare la Tv, senza il pericolo di saturare la rete.
I telefoni che permetteranno la visione senza compromessi utilizzeranno infatti sia le infrastrutture degli operatori televisivi che degli operatori mobili.
Vodafone nel frattempo ha annunciato di aver completato i test iniziali e a Berlino e nel corso del CeBit 2005, dimostrerà al grande pubblico, per la prima volta, le applicazioni mobile Tv basate sullo standard DVB-H.
Il Digital Video Broadcast ¿ Handheld è la specifica selezionata a livello europeo per portare la Tv sui cellulari ed è stata presentata lo scorso aprile, nell’ambito del NAB 2004 di Las Vegas, dal consorzio europeo responsabile dello sviluppo degli standard per le trasmissioni televisive in formato digitale (Digital Video Broadcasting Project – DVB).
Lo standard sta acquistando sempre più consensi sia per le sue affinità con il DVB-T del digitale terrestre, sia perché consente una gestione del segnale televisivo attenta al risparmio di energia.
Oltre a portare una nuova forma di intrattenimento multimediale, la tecnologia apre nuove opportunità di mercato per le aziende di telecomunicazioni, di broadcasting e di tutti i protagonisti del mondo mobile multimediale: content provider, content aggregator, operatori di rete e produttori di handset, nonché per i nuovi attori, gli IP Datacaster operator.
Con il DVB-H è possibile trasmettere fino a 30 programmi Tv live: Siemens ha già presentato i primi prototipi di telefonini supportanti lo standard, mentre Nokia lo farà il prossimo anno e tutti i costruttori in generale ¿ dalla Samsung ancora a Siemens ¿ hanno presentato i primi modelli dotati di schermi molto grandi, per migliorare la visione di tipo televisivo.
Allo stesso tempo, i fabbricanti di semiconduttori come Philips, Texas Instruments e Qualcomm lavorano di gran lena per lanciare sul mercato chip abbastanza potenti già entro la fine dell’anno.
Alcuni analisti, tuttavia, stimano che la tecnologia non è ancora matura: ¿Gli operatori europei ¿ dice Merrill Lynch ¿ brancolano ancora nel buio per quel che riguarda i costi dei servizi e l’autonomia degli apparecchi¿.
Dal punto di vista tecnico, dunque, ci sono ancora diversi problemi da risolvere, tra gli altri anche l’allocazione delle frequenze da destinare alla trasmissione di questo tipo di contenuti.
Per risolvere questi problemi, alcuni mesi fa è nata una associazione, formata da Motorola, NEC, Nokia, Siemens e Sony Ericsson, con l’obiettivo comune di stabilire le specifiche necessarie a consentire la distribuzione di contenuti televisivi, e non solo, sui telefonini e di aprire il mercato a nuovi servizi e dispositivi.
l’Umts Forum, inoltre, ha già chiesto all’Itu di fare in modo che lo spettro lasciato libero dallo switch-off della Tv analogica sia distribuito in modo equilibrato, di modo da permettere agli operatori mobili di attivare i nuovi servizi.
Tutto è pronto, dunque, per il grande lancio: resta da vedere come il pubblico reagirà all’incursione della Tv sull’amato telefonino e, soprattutto, quanto sarà disposto a pagare.
È necessario, infatti, definire al più presto i modelli economici: a pagamento come in Corea o gratuiti come in Giappone, dove gli operatori guadagnano sui servizi interattivi associati ai programmi TDT, per esempio, sotto forma di voti o sondaggi via sms.