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A una settimana dall¿attacco hacker al cuore del suo blindatissimo sistema informatico l¿Fbi ha diramato una comunicazione per avvertire il pubblico di non aprire gli allegati di una eMail che ha come mittente proprio il Federal Bureau.
Si tratta infatti di un virus: l¿eMail informa l¿utente che l¿Internet Fraud Complaint Center (il centro creato dall”Fbi per combattere le frodi via Internet) avrebbe monitorato la sua navigazione e scoperto ¿visite¿ a siti illegali.
L¿eMail quindi dirige il destinatario a un allegato e chiede di rispondere ad alcune domande.
Nell¿allegato, invece, è nascosto un virus. Aprirlo ¿ così come aprire ogni allegato proveniente da un mittente sconosciuto ¿ sarebbe rischioso poiché simili allegati contengono spesso virus che possono infettare il computer.
Non solo quello del destinatario, ma anche quelli di tutti i contatti contenuti in rubrica, poiché frequentemente i virus trasformano il Pc in un cosiddetto ¿zombie¿, facendolo diventare una vera e propria macchina spammer.
Dietro le finte eMail di questo genere si nasconde l¿opera di Sober, il virus che iniziò colpendo i sistemi della RIAA, l¿associazione che riunisce le case discografiche americane colpevoli di aver dato battaglia ai network di file sharing.
¿Queste eMail non provengono noi ¿ chiarisce il Federal Bureau nella nota ¿ ¿chi riceve simili eMail deve sapere che l¿Fbi non è solita inviare al pubblico eMail non sollecitate in questa maniera¿.
L¿Fbi, assicura di star prendendo questa faccenda molto seriamente e di avere avviato delle indagini e invita chiunque riceva una eMail che pretende provenire dal Bureau di rigirarla all¿Internet Crime Complaint Center.
Solo alcune settimane fa, l¿Fbi era stata costretta a disattivare temporaneamente il suo sito Internet http://www.fbi.gov/ a causa dell¿incursione di un hacker in area del sistema di posta elettronica.
Fortunatamente si trattava di un¿area utilizzata dai federali per messaggi ¿non classificati¿ e non riguardanti, in ogni caso, le indagini più delicate in corso.
Se a ciò si aggiungono i problemi legati al malfunzionamento del costosissimo software Virtual Case File, il quadro della situazione informatica dell¿agenzia americana è completo.
Costato circa 170 milioni di dollari, il sistema avrebbe dovuto facilitare le indagini (soprattutto quelle sul terrorismo) permettendo agli agenti di avere accesso in tempo reale ai dati di tutti gli uffici. Il sistema però non funziona e l”agenzia ha ammesso che dovrà ricominciare da capo il lavoro.
Il capo dell”Fbi Robert Mueler si è detto ¿frustrato¿ per il fiasco, così come l¿agenzia si è detta ¿sorpresa¿ dell¿incursione hacker.
Quali saranno i veri sentimenti ¿ a parte il freddo comunicato ¿ sulla nuova tegola del virus, non è dato saperlo, ma siamo certi che i vertici dovrebbero un po¿ rivedere le strategie ¿informatiche¿ dell¿agenzia, prima di doverne cambiare il nome in Federal bureau of infections.
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