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La comunità open source avrà già sicuramente brindato all¿annuncio che IBM ha deciso di investire altri 100 milioni di dollari nell”arco dei prossimi tre anni per ampliare l”utilizzo e il supporto di Linux su tutta l”offerta software IBM Workplace.
Se il 2004, dunque, è stato considerato l¿anno di Linux, il 2005 si apre con prospettive ancora migliori per i fan del pinguino.
L”investimento di IBM è incentrato sui programmi di supporto agli Independent Software Vendor (ISV) e ai Business Partner, ricerca e sviluppo, vendite e marketing, tecnologie e centri di integrazione. Grazie a questo nuovo investimento, i clienti avranno la possibilità di implementare in modo ancora più semplice ed efficace soluzioni complete su Linux.
L”annuncio di oggi rappresenta una delle tante evoluzioni della strategia Linux di IBM, e fa seguito a un anno, il 2004, che ha visto tassi di crescita a due cifre nel numero di clienti che implementano su Linux i software collaborativi di IBM come WebSphere Portal, Lotus Notes, Lotus Domino e Lotus Workplace.
In particolare, il client IBM Lotus Workplace – grazie alla gestione centralizzata implementata a livello server – offre la possibilità di rendere disponibili applicazioni e dati a differenti dispositivi client, dai desktop ai notebook e dai palmari ai cellulari. Tutto ciò è reso possibile dal fatto che IBM Lotus Workplace supporta completamente un ampio numero di piattaforme, tra le quali Linux, offrendo in tal modo una scelta in più a quanti sono alla ricerca di soluzioni alternative dal lato desktop.
¿Visto che i clienti stanno cercando nuovi metodi per estendere il valore di Linux al desktop, IBM ha sentito che il momento era adatto per fornire una valida alternativa client¿ ha spiegato Ambuj Goyal, general manager della Workplace, Portal and Collaboration Software di IBM.
La società mira ad aiutare i clienti a trarre i maggiori benefici possibili dalla piattaforma Linux, fornendo loro i software per aiutare a costruire il front end delle soluzioni.
IBM Workplace comprende una famiglia di prodotti, strumenti, tecnologie e soluzioni che ¿aiutano a trasformare la maniera di lavorare¿.
Esso fornisce la prossima generazione di ambienti di lavoro end user combinando strumenti, applicazioni e connessioni in un singolo ambiente progettato per rispondere alle diverse esigenze delle aziende.
IBM sta investendo molte tecnologie e molti soldi su Linux. Lo scorso anno, il gigante di Armonk ha speso 50 milioni di dollari per sostenere Novell impegnata nell”acquisto di SuSE Linux (la distribuzione di riferimento di IBM). Recentemente, inoltre, il gruppo ha dichiarato che non rivendicherà alcun diritto sui brevetti di suo possesso impiegati per implementare il sistema operativo Open Source.
IBM è anche la principale avversaria dal punto di vista legale di SCO, società che da tempo minaccia Linux rivendicando la proprietà intellettuale su alcune delle tecnologie impiegate dal Pinguino: assieme alla Intel, IBM ha anche creato un fondo per aiutare gli utenti Linux a difendersi dalle accuse di violazione del copyright portate avanti da SCO.
Le previsioni, del resto, danno ragione ai sostenitori dell¿open source: secondo la Idc, la diffusione di Linux nei server e nei personal computer crescerà del 26% medio annuo fino al 2008, per un mercato che fra cinque anni varrà circa 35,7 miliardi di dollari a livello mondiale.
Nel 2005 ¿ spiega IDC – l”open source continuerà la sua espansione con Linux che conterà oltre il 20% delle consegne di server in termini di volumi, per tasso di crescita doppio rispetto a quello del mondo Windows.
Il fatto interessante, aggiungono gli analisti, è che gli utenti si spostano sempre più su distribuzioni Linux di livello enterprise, ovvero a pagamento, sfatando il mito che gli utenti si affidano all”open source per la sua gratuità.
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