Europa
I dirigenti dei grandi gruppi editoriali spagnoli, tranne Prisa, hanno espresso ieri le proprie inquietudini di fronte alla mancanza di regole certe per il mercato televisivo, accusando di favoritismo il governo socialista del premier José Luis Rodriguez Zapatero.
In un comunicato congiunto, i responsabili di Recoletos, Antena 3 Television, Telecinco, El Mundo, Onda Cero, e Vocento, hanno chiesto all¿esecutivo ¿un chiarimento urgente sui progetti¿ futuri per il mercato audiovisivo.
¿Fino a oggi, il governo non ha smentito in modo ufficiale d¿aver autorizzato CanalPlus a trasmettere in chiaro¿, sollevando forti dubbi che, come si chiede nel comunicato, ¿¿devono essere dissolti in breve tempo, se si vuole evitare che le decisioni del governo siano tacciate di favoritismo verso un gruppo in particolare¿.
Il primo gruppo editoriale del mercato spagnolo, Prisa (vicino alle posizioni dei socialisti), è uno dei principali azionisti di Sogecable, operatore di CanalPlus e del bouquet digitale via satellite Digital Plus.
Il gruppi editoriali ritengono che il processo in atto di riforma del sistema televisivo analogico non farà altro che ritardare il passaggio alla televisione digitale terrestre (TDT), di cui ha bisogno la Spagna per mettersi in linea con gli altri Paesi europei.
Prisa e il gruppo Godo hanno invece sottolineato che aprire il mercato a un maggior numero di operatori televisivi permetterà di rendere un miglior servizio ai telespettatori, con maggiore beneficio per il settore della comunicazione.
In una nota separata, Prisa e Godo hanno evidenziato che indipendentemente dal fatto di sapere chi saranno questi nuovi operatori, l¿apertura del mercato garantirà un maggior pluralismo dell¿informazione e una maggiore competenza delle aziende, degli inserzionisti, dei produttori cinematografici, dei format televisivi, e degli altri attori del settore.
Il governo spagnolo ha approvato alcune settimane fa un disegno di legge per lo sviluppo della Tv digitale terrestre in Spagna, il cui obiettivo è di anticipare al 2010 la data di spegnimento del segnale analogico, che precedentemente era fissata a 2012.
Ma contemporaneamente ha levato il limite del numero di operatori della televisione analogica che possono trasmettere in chiaro.
Nel comunicato, i gruppi editoriali sostengono che il futuro della televisione pubblica continua a essere poco chiaro, mentre si attendono le misure che il governo adotterà dopo il rapporto del Consiglio degli Esperti.
Il 24 gennaio scorso, i rappresentanti delle principali Tv pubbliche europee si sono incontrati in Spagna per discutere di digitale terrestre e del mercato audiovisivo in generale. Per l¿Italia era presente il direttore generale della Rai Flavio Cattaneo.
I dirigenti televisivi sono stati ricevuti dal vicepremier Maria Teresa Fernandez de la Vega, in mancanza del premier Zapatero in visita all”estero, e si sono incontrati poi con il Consiglio degli Esperti che dovrà presentare prossimamente la proposta di riforma della Tv pubblica spagnola.
I vertici delle principali emittenti pubbliche europee hanno sottolineato l”importanza di un settore audiovisivo pubblico ¿forte¿ in Europa rivendicando un ruolo di locomotiva nello sviluppo del digitale terrestre. Come alternativa ai processi di concentrazione che sta interessando il settore multimediale, e di fronte all”omogenizzazione e alla perdita di qualità dei programmi, ¿poter contare su radio e televisioni pubbliche forti diventa ogni giorno più necessario¿, si legge in una dichiarazione comune
La Tv pubblica, prosegue la dichiarazione, deve avere ¿i mezzi per acquisire ogni sorte di diritti audiovisivi e produrre programmi di migliore qualità, disponendo di mezzi stabili, di fondi pubblici e/o di altre entrate di carattere commerciale¿.
Da qui la necessità di una riforma del settore, che garantisca alla spagnola RTVE un adeguato sistema di finanziamento e la sua “totale indipendenza editoriale“.
La riforma è attesa con grande interesse, considerando che RTVE, finanziata attraverso la pubblicità e garanzie di credito statali, ha accumulato negli anni un debito di circa 7 miliardi di euro che cresce al ritmo di oltre 600 milioni l”anno.
E scopo della riunione era quello di presentare alle autorità e agli Esperti, le opinioni e le esperienze delle altre Tv pubbliche europee, affinché se ne tenga conto nel quadro della riforma.
Non si conoscono ancora i dettagli della proposta del Comitato degli Esperti spagnolo, ma la direttrice generale di RTVE, Carmen Caffarel, ha detto di ritenere che l”introduzione del canone, sul modello di altri Paesi, non sarebbe bene accolto dagli spagnoli. Ed ha auspicato invece un finanziamento dal bilancio dello stato che assicuri ¿una stabilità al di là delle annualità e in parallelo con la creazione del Consiglio dell¿Audiovisivo“.
Il Comitato degli Esperti nominato ha l¿arduo compito di apportare nei fatti questi cambiamenti, a cominciare dal bilancio che dovrà essere approvato il prossimo febbraio. Necessaria anche una revisione dei contenuti dei programmi e dei modi di finanziamento.
Secondo il budget votato a settembre, sappiamo già che per l¿anno prossimo la RTVE perderà 654 milioni di euro. Cifra che si aggiungerà al debito generale, che dovrebbe raggiungere i 7,6 miliardi di euro alla fine del 2005.
A Madrid, dal confronto tra le diverse emittenti pubbliche europee, è emerso che il modello televisivo pubblico di maggior successo, di fronte alla crisi della RTVE ma anche della BBC, è apparso quello della Rai, che si basa su un modello misto fondato sulla pubblicità e sul canone, il più basso in Europa.
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