Italia
Riportiamo di seguito la sintesi dell”intervento di Gennaro Di Genova, presidente di Internet Monitornig, al Convegno ¿Internet e la Società Virtuale¿, tenutosi il 15 febbraio a Palazzo Marini a Roma.
di Gennaro Di Genova
Presidente, Internet Monitoring
Chi si occupa di analizzare le cause che determinano il momento di stasi della crescita di Internet, spesso si ritrova ad identificare i motivi della crisi nella scarsità di contenuti che la rete offre al cittadino.
Questo non è del tutto vero.
Si assiste a frequenti tentativi da parte di soggetti appartenenti ai più svariati settori della società civile, dal mondo dell¿associazionismo a quello dell¿informazione, dal mondo dell¿arte e della cultura alla pubblica amministrazione, agli istituti finanziari, di interessare l¿internauta con ¿contenuti¿.
Tutti coloro che gestiscono uno spazio web cercano, offrendo servizi, merci e intrattenimento mirati ad appagare i più svariati bisogni, di catturare l¿interesse del navigatore invogliandolo a frequentare il sito ed a usufruire delle offerte che vengono messe a disposizione.
Si osserva che queste nuove opportunità di scambio e di negoziazione vengono accolte soprattutto da individui spesso motivati da uno spirito pionieristico, cioè da persone che amano sperimentare il nuovo.
Forse il problema non è nel contenuto ma nella forma. Internet non pecca solo nella mancanza di contenuti, ma nel modo con cui si propone. Il suo aspetto esteriore è a dir poco ostico. I circa 300 milioni di siti che costituiscono il Web sono tutti uguali. La home page con il ¿chi siamo¿ , i ¿contatti¿ , ¿download¿ la ¿mission¿, i banner lampeggianti, i collegamenti, tutto in formato testo, qualche foto qua e là, quasi mai la possibilità di un contatto sincrono in testo, mai la possibilità di parlare on-line con un referente del sito, nessun elemento spaziale che ci faccia capire dove ci troviamo, nessuno sforzo da parte dei creatori delle pagine web di ¿produrre¿ un ambiente che crei ¿vicinanza psicologica¿ .
Riferendoci a Maslow e la scala dei bisogni con cui schematizza le priorità secondo cui si muove l¿individuo, è facile dimostrare che l¿ambientazione offerta dal web, e cioè il campo in cui ci troviamo ad esperire, crea disagio, non consente alle funzioni organiche preposte al ¿sistema di orientamento¿ di riconoscere simboli, suoni, elementi spaziali ¿familiari¿.
La percezione simbolica del mondo che abbiamo imprintato in noi, è la base ed il presupposto per qualsiasi esperienza comprese quelle che facciamo in Rete.
Tutto ciò deve essere tenuto nella giusta considerazione.
Dobbiamo preoccuparci di dare una ¿forma¿ al Web sia dal punto di vista percettivo sia dal punto di vista strutturale se vogliamo che Internet esprima tutta la sua reale potenzialità.
Continuiamo a chiamare Comunità Virtuale un fenomeno che tocca oltre 800 milioni di persone!!!
Forse stiamo parlando di un¿altra cosa, il termine più appropriato è ¿massa mediatica¿.
Viene definita ¿comunità¿ un gruppo di individui accomunati da una ¿volontà naturale¿ che stabilisce rapporti affettivi di collaborazione, senso di appartenenza a linguaggi, spazi, etnie.
Viene usato il termine società in opposizione a comunità per definire una aggregazione umana determinata da una ¿volontà razionale¿ finalizzata al raggiungimento di specifici obiettivi.
Tutti vorrebbero che Internet diventasse utile e funzionale per le proprie attività il mondo dell¿impresa per l¿e-commerce, le Istituzioni per comunicare con i cittadini con l¿e-governement, gli istituti finanziari per l¿homeBanking, la collettività tutta che vorrebbe sicurezza e stabilità in rete e nessuno che propone di stabilire regole che possano dare un minimo di struttura al web.
Con questo convegno vorremmo aprire un primo tavolo di confronto affinché si cominci a discutere dei bisogni di Internet in termini di regole.
L¿identità in rete, la territorialità in rete, l¿ordinamento in rete sono punti essenziali da cui partire per iniziare a dare un volto nuovo al Web.
Impossibile non prevedere, in una ipotetica visione di una Internet più regolamentata, la presenza dello Stato in quanto garante di tutte le responsabilità che si determinano in rete e dello stato di diritto del cittadino-internauta.
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Internet e la societa¿ virtuale. Vigevano: il futuro è peer-to-peer. Magnolfi: ICT come mainstream dell¿azione del governo
Chat line: troppi italiani navigano dall¿ufficio. Internet rimedio contro la solitudine…ma a pagare è l¿azienda
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