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Il Messico si prepara a modificare il sistema radiotelevisivo. Dopo anni di vecchie leggi, si farà finalmente il passo decisivo.
La battaglia si preannuncia lunga e difficile, visto che la nuova legge andrà a colpire direttamente gli interesse dei gruppi televisivi privati, che fino a oggi l¿hanno fatta da padrone.
Un gruppo di senatori presenterà domani, 16 febbraio, il progetto di legge che mira a riformare e rendere più democratico il panorama radiotelevisivo, fino a oggi dominato da Televisa e TV Azteca.
L¿82% della televisione messicana è, infatti, controllata da queste due società, e Televisa sta lentamente aumentando la propria fetta di mercato. Naturalmente le emittenti private si sono immediatamente opposte a questa riforma che comporterebbe una riduzione del loro potere quasi monopolistico.
La legge punta anche all¿istituzione di un organo indipendente di controllo, sul tipo dell¿Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in Italia.
Questo Consiglio nazionale della radio e della televisione (CNRT), che sarebbe composto da 5 membri nominati dal governo messicano dopo la ratifica del senato, dovrebbe assegnare le frequenze e vigilare sui contenuti dei programmi trasmessi, verificando il rispetto delle disposizioni normative fissate.
Il CNRT dovrebbe anche assicurarsi che, durante le campagne elettorali, tutti i candidati abbiano in televisione lo stesso trattamento.
La legge fissa al 35% il tetto delle frequenze assegnabile a un singolo operatore. Inoltre garantisce il 20% delle frequenze alla televisione pubblica, fissando anche dei finanziamenti.
Gli oppositori a questa iniziativa hanno lamentato che si tratta di una ¿legge liberticida¿ e hanno accusato i promotori di voler attuare una censura sui contenuti dei programmi. Ritengono inoltre che l¿istituzione di un organo come il CNRT sarebbe incostituzionale. Oltre che la nuova legge non prevede alcun disposizione per i media elettronici.
Raymundo Cardenas, uno dei membri della sottocommissione per la Radio e Televisione, ha commentato alla rivista messicana Etcetera che i promotori della legge sono consapevoli che la loro azione colpirà gli interessi dei gruppi privati e che potrebbe comportare l¿esclusione totale dalla televisione dei politici, in un delicato momento, qual è quello attuale per il Messico che si prepara alle prossime elezioni.
Javier Corral, uno dei sostenitori del nuovo disegno di legge, ha detto che presentare il progetto al senato ¿rappresenta già una vittoria¿.
Si tratta, ha detto il senatore, di una legge che porterà maggiore democrazia e trasparenza al sistema radiotelevisivo, permettendo l¿ingresso di nuovi player sul mercato.
In ogni caso, Corral chiarisce che i tempi per l¿approvazione della legge saranno lunghi e, se non venisse approvata per la fine di aprile, bisognerà aspettare le elezioni presidenziali del 2006.
Anche se tutti i partiti hanno ammesso la necessità di riformare il sistema radiotelevisivo, molti ritengono che il momento non sia propizio, visto che il Messico si prepara alla campagna elettorale e come ben si sa, in queste cose tutto il mondo è Paese, alcuni tasti non conviene che si tocchino, specie quando si tratta degli interessi di potenti lobby.
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