Europa
Pare proprio che tra televisione e problemi di peso ci sia uno stretto legame. E questa volta a dirlo sono i francesi.
Una ricerca pubblicata sul Bulletin épidémiologique hebdomadaire (BEH) di martedì scorso accusa l¿industria agroalimentare e, dopo l¿Italia, adesso anche i nostri cugini d¿oltralpe lanciano l¿allarme.
La ricerca è stata realizzata dall¿Institut de veille sanitaire (INVS) nel settembre 2003 e ha coinvolto su 93 studenti francesi tra gli 11 e i 12 anni.
Lo studio rileva che uno de principali fattori di differenza tra i bambini in soprappeso e quelli di corporatura normale è l¿uso smodato della televisione e dei videogame.
Secondo l¿INVS, infatti, i ragazzi in soprappeso sono frequentemente quelli che trascorrono troppo tempo a guardare la televisione o a giocare ai videogame.
Tra i ragazzi intervistati, il 65,2% dei bambini con problemi di peso ha dichiarato di mettersi davanti alla Tivù subito dopo il rientro da scuola (contro il 54,2% di quelli che sono di corporatura normale), e il 35,4% ha detto di avere il televisore in camera.
Per contro, tra i bambini in soprappeso solo il 18,6% mangia una merendina al mattino (contro il 28,3%), il 9% dichiara di consumare una bibita durante i pasti (contro il 12,8 %) e il 57,1 % assicura di fare sport almeno una volta a settimana (contro il 46,9 %).
¿A essere determinante non è tanto il legame tra attività fisica e soprappeso, ma quanto quello tra sedentarietà e soprappeso¿, conclude lo studio.
Tra i 963 studenti che hanno risposto alle domande dell¿INVS, il 15,7% sono in soprappeso ¿in linea con i dati nazionali sull¿obesità infantile ¿ e, tra questi, il 44,4% lo erano già tra i 5-7 anni.
Mancano però delle riflessioni più dettagliate riguardo, per esempio, al rapporto televisione-cibo. Spesso infatti i bambini mentre guardano la televisione si ingozzano di alimenti poco sani.
Un altro aspetto che dovrebbe far riflettere è che i bambini durante le ore che trascorrono davanti alla Tivù vengono bombardati da troppi spot su merendine ed altri dolciumi. Si tratta di una problematica che sta facendo discutere molto in Italia.
Una recente ricerca svolta dall”Osservatorio sull”immagine dei minori in collaborazione con la Sapienza di Roma e l”Università di Bergamo mette in luce la “pericolosità” degli annunci che passano sul video di casa; e lo stesso fa la Società Italiana di Pediatria. L”indagine ha analizzato due settimane di programmazione delle reti Rai e Mediaset nello scorso marzo.
Questo studio segnala ¿la pericolosità dei messaggi, diretti ai bambini ma non solo, in quanto fornendo troppi stimoli sul cibo – ha detto la responsabile della ricerca, Maria D”Alessio della Sapienza – mina il rapporto naturale con l”alimentazione. Nei prossimi anni avremo sicuramente da ragionare su anoressia e bulimia¿.
¿Se in un”ora – ha aggiunto D”Alessio, docente di psicologia – ci sono 40 spot sul cibo, vuol dire enfatizzare un messaggio e vuol dire che non c”è nessuno che pensa alla programmazione. Alla lunga è molto dannoso per i bambini¿. A suo avviso, ¿la pubblicità è fatta bene e i bambini reagiscono positivamente¿.
Dalla ricerca è anche emerso che ¿tutti i bambini¿ sanno quali marche indossano (¿si basano dalla Tv¿) e che raramente i bambini negli spot fanno attività diverse dal mangiare, come fare attività sportiva o attività scolastica. Negli spot in onda dalle 7 alle 9 del mattino, su Canale 5 quasi la metà sono dedicati a cibi e bevande (48%), il 28% a servizi, il 12% a detersivi e solo il 4% ai giochi; su Rete 4 si equivalgono cibi, bevande e vestiario (27,2%) così come i prodotti farmaceutici e detersivi (18,1%), assenti i giochi.
“Anche se i messaggi hanno una buona costruzione dal punto di vista televisivo, molto meglio di tante trasmissioni di intrattenimento ¿ ha commentato la D”Alessio – potrebbero costituire terreno di colture per malattie sociali come bulimia e obesità″.
La Società Italiana di Pediatria evidenzia che l”81,6% dei dodicenni e tredicenni afferma di acquistare o farsi acquistare oggetti e, soprattutto alimenti (il 55% spende quasi tutta la paghetta in dolciumi). “Soprappeso e obesità – ha commentato Giuseppe Saggese, presidente della Società di Pediatria – sono vere patologie che stanno assumendo tra i giovani una diffusione confrontabile a quella delle malattie infettive”.
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