Italia
A conferma del ”nuovo corso digitale” intrapreso dal governo, è stato approvato in via definitiva il decreto legislativo che istituisce e regolamenta il Sistema Pubblico di Connettività¿SPC e la Rete Internazionale della Pubblica Amministrazione, un¿autostrada digitale che collegherà in un unico network e con standard comuni Ministeri, Regioni, Province e Comuni.
Si tratta di un sistema di infrastrutture tecnologiche che consente l”interconnessione digitale unificata fra le pubbliche amministrazioni centrali e locali (oltre 15mila uffici) per lo svolgimento, in via informatica, dei procedimenti amministrativi che avranno così validità giuridica, assicurando allo stesso tempo i più elevati standard di sicurezza ed efficienza informatica. In parallelo, la Rete Internazionale appena istituita, già dai prossimi mesi, connetterà oltre 500 fraambasciate, consolati, uffici Ice, Camere di Commercio e Istituti Italiani di Culturadislocati in 120 Paesi del mondo, allo scopo di favorire l¿accessorapido ai servizi erogati dalla Pubblica Amministrazione da parte di imprese e cittadini italiani, in Italia e all”estero.
Propedeutico al Codice delle Amministrazioni Digitali, il decreto approvato in data odierna formalizza un progetto ambizioso e complesso, atto a garantire al Sistema-Paese una maggiore competitività in virtù dell¿integrazione e dell”interscambio di dati e informazioni tra Amministrazioni.
Il Sistema Pubblico di Connettività è stato approvato questa mattina durante la seduta del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per l¿Innovazione tecnologica Lucio Stanca, il quale ha spiegato come “in termini di complessità, di dimensione e di impegno finanziario, questo è uno dei più grandi interventi per la realizzazione di una infrastruttura immateriale che il nostro Paese abbia mai avuto mettendo a disposizione servizi particolarmente avanzati”.
Secondo le previsioni, il Sistema Pubblico di Connettività determinerà una riduzione del 35% dei costi per le telecomunicazioni ed un risparmio de 30% dei ¿tempi burocratici¿ rivelandosi ¿un ottimo esempio di gestione di una infrastruttura dello Stato, in termini operativi e strategici, fatta assieme dai vari livelli di governo, centrale e periferico”. Inoltre, come ha concluso il Ministro, “il sistema è di grande innovazione in quanto introduce nel mercato meccanismi di verifica del sistema di approvvigionamento dei servizi di connessione, favorendo la competizione e la maggiore economicità”.
L¿approvazione definitiva dell¿SPC aprirà la via anche a nuove prospettive imprenditoriali grazie all”impiego della Banda Larga, stimolando lo sviluppo di reti e servizi anche nelle aree meno favorevoli agli investimenti.
Ancora tempi lunghi, invece, per godere del pacchetto di agevolazioni promesse dal Ministro Stanca alle imprese che investono in tecnologia e innovazione digitale. Le misure, che confluiranno nel cosiddetto Decreto Competitività ancora al vaglio dei Ministri, non saranno adottate finché il testo del provvedimento non vedrà uniformità di pareri.
Deludendo le attese di chi si aspettava entro ieri la stesura definitiva del Decreto, Il ministro dell”Economia Domenico Siniscalco ha commentato con un generico “Lo stiamo affinando, mi auguro che sia pronto al più presto. È un lavoro collegiale”. Ad indicare per ieri la definizione del testo era stato il viceministro dell”Economia Gianfranco Micciché, ma per sapere quali saranno le misure adottate nel Piano di rilancio dell¿industria italiana bisognerà attendere ancora.
Intanto oggi in Consiglio dei Ministri si discuteranno i primi capitoli del decreto che, secondo quando proposto dal Ministro Stanca, dovrebbe adottare fra le sue linee guida anche l¿Innovazione tecnologica delle imprese.
In sintesi, le norme proposte dal Ministro prevedono finanziamento agevolato per gli investimenti delle Pmi nelle tecnologie digitali, estensione al Centro-Nord del fondo per la partecipazione pubblica al capitale di rischio di imprese hi-tech del Sud, semplificazione e lotta agli sprechi nella PA con la creazione di un Comitato ad hoc.
Nello specifico, una delle misure chiave del provvedimento, secondo Stanca, dovrebbe mirare a concedere finanziamenti agevolati alle piccole e medie imprese che adotteranno tecnologie digitali. Tali misure creeranno benefici immediati, secondo quanto previsto dalla bozza elaborata dal Ministro, che evidenzia come, per ogni euro aggiuntivo investito in capitale digitale, si registri una crescita del prodotto di 1,8 euro contro l¿1,1 degli investimenti non digitali. Ecco perché la proposta di Stanca prevede di estendere al Centro Nord il fondo per le imprese high-tech, limitato oggi solo al Mezzogiorno con uno stanziamento di 100 milioni di euro. Un analogo investimento aggiuntivo è stimato anche per il resto d”Italia.
Per ciò che concerne la Pubblica Amministrazione, i principi portati avanti dal Ministro si collocano sulla scia dei provvedimenti già adottati dal Codice per le Amministrazioni Digitali che sarà approvato in via definitiva entro fine febbraio, esattamente come si auspica anche per il Decreto Competitività.
In pratica, le nuove disposizioni punterebbero sulla digitalizzazione delle comunicazioni per tutti gli uffici pubblici, sull¿implementazione dello Sportello Unico telematico per tutti gli enti ed in particolar modo per le dichiarazioni ICI, sulla lotta agli sprechi e sulla costituzione di un Comitato straordinario per la spesa nelle pubbliche amministrazioni, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con il compito di promuovere il migliore utilizzo delle risorse.
Fra le proposte anche il programma ¿un computer a chi lavora¿ finalizzato a diffondere il numero di lavoratori dotati di pc, consentendone l¿acquisto agevolato attraverso il proprio datore di lavoro.
Affini al Ministro Stanca le proposte di Adolfo Urso, vice ministro delle Attività produttive con delega al Commercio con l”Estero, secondo cui il rilancio dell¿Impresa italiana deve puntare sulla internazionalizzazione delle pmi – con finanziamenti fino al 75% dei progetti ¿ e sull”innovazione tecnologica. In particolare, Urso individua, fra le linee guida su cui puntare, la lotta alla delocalizzazione e la promozione della ricerca e dell” interazione fra Università e imprese, per un onere totale di 126 milioni di euro.
A mostrare segni di insofferenza per i ritardi accumulati è soprattutto la Confindustria, che da tempo ormai sollecita la presentazione del testo. “Noi auspichiamo e siamo convinti che il provvedimento debba vedere la luce entro fine mese per avere conseguenze tangibili in tutto il 2005”, ha infatti dichiarato il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta commentando il ritardo sul provvedimento governativo per il rilancio della competitività. ””Per noi – ha infine specificato Beretta – è importante che questo provvedimento annunciato da mesi e che è di grande utilità, veda la luce in tempi brevi…perché servono alcune correzioni importanti rispetto alla Finanziaria e segnali importanti per la semplificazione amministrativa, gli investimenti e il Mezzogiorno””.
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