Europa
Nel corso dell¿ultimo decennio, l¿Europa ha stabilito una evidente leadership tecnologica e industriale nel settore delle comunicazioni mobili.
Questo successo è stato ottenuto grazie a una strategia centrata sulla globalizzazione degli standard, che ha permesso al GSM di diventare la tecnologia più usata al mondo.
Su queste premesse e con la volontà di mantenere questa posizione di primo piano nel settore della telefonia mobile e del multimedia, l¿Europa si appresta a investire un miliardo di euro nel campo della ricerca e sviluppo.
Il potenziale delle comunicazioni mobili di stimolare la crescita economica è infatti esaurito: comincia ora una seconda fase di crescita rappresentata dallo sviluppo di servizi e applicazioni integrate sia nei processi di business che nella vita quotidiana.
In questo contesto, i paesi asiatici stanno facendo di tutto per sopravanzare l¿Europa, mentre gli Usa dominano in fatto di tecnologie wireless a corto raggio e di investimenti nel settore.
L¿investimento, si legge sul sito di eMobility, ha appunto lo scopo di ¿sostenere la leadership europea nelle reti e nei servizi mobili¿.
eMobility è un¿alleanza conclusa dall¿Unione europea col settore privato per coordinare le ricerche nella telefonia mobile.
L¿alleanza include tra i suoi membri molti tra i più importanti costruttori e operatori a livello mondiale, come Alcatel, Ericsson, Lucent, Nokia, Motorola, Philips, Siemens, STMicroelectronics, Deutsche Telekom, France Telecom, H3G, Telefonica, Tim e Vodafone.
¿Nei documenti preparatori, tutti i partecipanti si sono chiaramente impegnati a realizzare un investimento totale di un miliardo di euro¿, ha dichiarato nel corso di una conferenza a Helsinki, Yrjo Neuvo di Nokia.
La piattaforma eMobility sarà presentata ufficialmente antro la fine di marzo, alla presenza del Commissario europeo per la Società dell¿informazione e i Media, Viviane Reding.
La prima assemblea generale è prevista per il secondo trimestre.
La piattaforma servirà a definire e implementare un¿agenda di ricerca completa nel settore mobile e wireless, sulla base di una forte cooperazione tra i centri di ricerca europei e con i programmi portati avanti in altre regioni del mondo.
Saranno anche stabilite relazioni ¿peer-to-peer¿ con i progetti di ricerca asiatici e statunitensi, per facilitare l¿introduzione di standard globali.
¿Per mantenere la posizione di leader sul mercato globale dei sistemi mobili e wireless nel periodo 2010-2015, sarà necessario sviluppare un approccio europeo su larga scala nel settore della Ricerca e sviluppo e dei servizi e applicazioni mobili nel contesto della convergenza digitale¿, si legge sul sito di eMobility.
La ricerca ambisce a rendere gli apparecchi più sicuri e facili da usare, soprattutto in vista del lancio di nuovi servizi come i pagamenti elettronici e dovrebbe permettere anche lo sviluppo di comunicazioni omogenee, che utilizzino la migliore connessione possibile tra le diverse reti disponibili.
Inoltre,i telefonini dovranno essere dotati di batterie più efficienti che permettano una maggiore durata d¿utilizzo.
Attraverso eMobility, i responsabili politici e l¿industria europea sperano di ottenere un successo comparabile all¿adozione del GSM nel 1987.
La standardizzazione della tecnologia ha permesso infatti a questa norma di diventare la più utilizzata al mondo, tanto che attualmente del miliardo e mezzo di abbonati alla telefonia mobile, i due terzi circa utilizzano una rete GSM.
Un tale successo ha permesso tra l¿altro alle aziende europee di raggiungere una posizione di primo piano nel settore mobile.
Bisogna ora, dunque, fare di tutto per mantenere il primato senza lasciarsi troppo intimidire dall¿avanzata delle società asiatiche.
¿E¿ come Boeing contro Airbus¿, dice il consulente tlc John Strand. ¿L¿Europa ha tutti i mezzi per assicurarsi di non perdere la posizione che occupa nel settore¿.
Attualmente, i servizi di telefonia mobile, praticamente inesistenti solo 15 anni fa, rappresentano circa il 3% del prodotto economico dell¿Europa.
Secondo eMobility sono inoltre in gioco qualcosa come 4 milioni di posti di lavoro, una cifra che potrebbe elevarsi a 10 milioni entro i prossimi 5 anni.
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