Europa
France Telecom e il governo francese hanno fatto appello contro la condanna della Commissione europea a rimborsare circa 1 miliardo di euro ricevuti dallo Stato e considerati sovvenzioni non consentite dalle leggi comunitarie.
Le prime indiscrezioni, non ancora confermate né dalla corte né dall¿operatore, sono circolate sul quotidiano francese Le Figaro, secondo cui l¿ex monopolista d¿oltralpe e il governo avrebbero ¿depositato un ricorso di annullamento al tribunale di prima istanza¿.
Tra il 1994 e il 2002, France Télécom ha beneficiato di condizioni particolari per quel che riguarda le imposte dirette locali. Queste condizioni hanno permesso all¿operatore di risparmiare una cifra considerevole, compresa appunto tra 800 milioni e 1,1 miliardi di euro.
A luglio scorso, dopo indagini durate 18 mesi, dibattiti interni ed esitazioni varie, la Commissione europea, allora guidata da Mario Monti, ha condannato France Télécom a rimborsare la cifra, e i relativi interessi, allo Stato, ritenendo che il regime di sgravi fiscali di cui il Gruppo ha beneficiato fino al 2002, costituisce un aiuto incompatibile con le disposizioni comunitarie.
Considerando gli interessi, l¿operatore dovrebbe rimborsare allo Stato una cifra compresa tra 1,2 e 1,7 miliardi di euro.
La Commissione, da canto suo, non si è mai fatta illusioni circa l¿effettiva restituzione del mal tolto: all¿epoca della condanna, un portavoce di Mario Monti dichiarava infatti che ¿In questo genere di questioni, che hanno già riguardato diverse grandi imprese pubbliche europee, non abbiamo mai ottenuto alcuna restituzione effettiva, ad eccezione della Deutsch Post che ha reso 900 milioni di euro al governo tedesco, seppur con 8 mesi di ritardo¿.
Tant¿è. La multa, di sicuro, è la più alta mai comminata dall¿Antitrust Ue, superiore anche alla multa record per 497 milioni di euro imposta alla Microsoft per violazione delle norme sulla concorrenza.
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
L´Antitrust Ue chiederà a France Télécom un rimborso da 1,1 miliardi di euro
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