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La mozione di sfiducia all¿attuale Consiglio d¿amministrazione Rai è stata inviata alla Camera. Il documento era stato approvato a maggioranza nel luglio scorso dalla Commissione parlamentare di Vigilanza ed è stato proprio il presidente Claudio Petruccioli a trasmetterlo in vista del dibattito parlamentare.
Domani, 3 febbraio, la conferenza dei capigruppo dovrà stabilire la data della discussione.
Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha scritto infatti il 27 gennaio a Petruccioli per chiedergli di inviare altri documenti significativi oltre la relazione del dicembre 2003.
Ricordiamo che nel luglio scorso in Vigilanza è stata approvata una mozione per lo scioglimento del Cda Rai, votata dalle opposizioni, ma anche dall¿Udc, partito di governo.
Pippo Gianni dell”Udc, contro la disapprovazione della maggioranza, aveva dichiarato: ¿Noi non chiediamo nulla, non siamo contro nessuno, il nostro non è un atto di sfiducia ma siamo coerenti, vogliamo votare per gestire questa fantomatica pluralità che non ci convince¿.
L”esponente centrista aveva poi domandato provocatoriamente: ¿Cosa si deve fare, si deve consentire a Cattaneo di proseguire in questa sua pantomima, o c”è qualcos”altro che ci sfugge?””.
Nell¿occasione il presidente Petruccioli aveva commentato: ¿¿il punto istituzionale e politico¿ sul quale la Commissione è chiamata a esprimersi è ¿ricostituire le condizioni dell”equilibrio e del pluralismo¿ nella Rai.
Il centrodestra ha sempre opposto che quello della Vigilanza era un voto inutile, perché secondo le nuove disposizioni previste dalla Legge Gasparri, la Vigilanza non ha più il potere di sfiduciare il Cda. Anche se a riguardo, Petruccioli aveva commentato: ¿¿la Commissione che prende posizione su un argomento che riguarda le sue competenze ha comunque valore indiscutibile¿.
La Legge Gasparri prevede, tra l¿altro, nuovi criteri di nomina dei membri del Consiglio. Secondo gli articoli 20 e 21 della legge Gasparri, la Rai avrà un Cda di 9 membri che resteranno in carica tre anni e rieleggibili una sola volta.
Fino alla prima fase della privatizzazione (alienazione del 10% del capitale), sarà la Commissione di Vigilanza a nominare sette membri del Cda (con voto limitato ad uno, cioè 4 alla maggioranza e 3 all”opposizione), mentre gli altri due, tra cui il presidente, saranno scelti dal Ministero dell”Economia. La nomina del presidente diventa efficace con il sì, a due terzi, della Vigilanza.
Le stesse procedure per il rinnovo dei vertici valgono anche nel caso in cui sia necessario nominare il nuovo Consiglio, dice la Legge, “per scadenza naturale del mandato o per altra causa“.
Ma oltre alla verifica della legittimità dell¿attuale Consiglio, un altro nodo al pettine per la Rai, è la divisione contabile. Il presidente dell¿Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Enzo Cheli, ha fatto sapere che nella riunione di oggi, si parlerà di questo controverso aspetto.
¿L”impegno da rispettare è l”approvazione della separazione contabile per la Rai prima della conclusione del mandato¿, ha ammonito Cheli.
Il presidente ha detto che oggi a Napoli, l¿Authority ¿¿farà il punto sullo stato di avanzamento della questione¿.
E ha aggiunto: ¿Non abbiamo ancora a disposizione il modello di separazione, ma abbiamo i documenti per la soluzione che è stata trovata nel contratto di servizio. Terremo conto della prassi e del contratto di servizio e l”impegno dell”Autorità è quello di approvare il modello prima della conclusione del mandato¿.
Il mandato dell”Agcom scade il 10 marzo, in concomitanza con la data dell”insediamento.
A riguardo, il ministro Maurizio Gasparri ha sempre ribadito che la Rai è pienamente conforme alle direttive europee in materia.
¿Sono banalità, le ha già decise la Ue. La separazione contabile è già nel contratto di servizio tra Rai e governo e nella legge 112. Siamo perfettamente in linea con le direttive europee in tutti i campi”, ha detto il ministro.
Aggiungendo: ¿Siamo ora in attesa che l”Autorità per le Comunicazioni dia ulteriori linee guida alla Rai per attuare questa separazione contabile”.
Intanto Gasparri è tornato a parlare anche di privatizzazione della Tv pubblica.
Interpellato dai cronisti, il ministro ha risposto che quotazione in Borsa della Rai è ¿la più logica e trasparente per ridurre l”influenza politica¿ su Viale Mazzini.
A chi gli chiedeva se i tempi della privatizzazione saranno più lunghi del previsto, Gasparri ha risposto: ¿Se ne occupa il Ministero dell”Economia. Siniscalco, che terrà un”audizione l”8 febbraio. Comunque – ha sottolineato il ministro – credo che la privatizzazione sia la strada più logica e trasparente per ridurre l”influenza politica. Se si quota in Borsa – ha concluso Gasparri – ci sono meno possibilità di condizionare l”oggetto perché si deve rispondere anche al mercato¿.
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