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Ieri pomeriggio, i dipendenti di Tiscali France hanno indetto uno sciopero di due ore per protestare contro l¿azienda, che ad oggi non ha fornito alcun chiarimento in merito alle indiscrezioni, che circolano ormai da mesi, sulla cessione della divisione.
Allo sciopero, dalle ore 14 alle ore 16, hanno aderito la maggior parte degli impiegati degli uffici francesi dell¿Isp Tiscali. La divisione francese conta in tutto 380 dipendenti.
I sindacati hanno indetto questo sciopero per denunciare l¿incertezza che regna sull¿azienda da quando hanno cominciato a circolare dei rumor che parlano della cessione dell¿azienda.
Una situazione che, a detta dei lavoratori, è ormai diventata insostenibile.
La delegazione sindacale è stata ricevuta dai vertici della società francese, che hanno commentato: ¿La divisione francese non è in vendita¿.
Una dichiarazione fin troppo stringata per poter rassicurare i dipendenti, che da mesi sono in balia di polemiche in merito alla possibilità che Tiscali decida di vendere anche questa controllata.
I rappresentanti sindacali hanno commentato:¿Tutti sanno che sta circolando un dossier presso i potenziali acquirenti e delle offerte sono state già fatte. I vertici dell¿azienda hanno tra le mani un documento della banca Rotschild destinato a questi potenziali acquirenti¿.
I sindacati hanno chiesto alla direzione di Tiscali France delle ¿garanzie sociali¿, messe per iscritto, prima che venga presa ogni decisione, cosa che ¿permetterebbe di rassicurare i dipendenti e garantirebbe la pace sociale¿.
I vertici dell¿azienda si sono astenuti dal commentare la notizia, ma è ormai certo che Tiscali non può più esimersi dal commentare quanto sta avvenendo.
Secondo le voci dell¿ultimo momento, pare che in pole position ci sarebbe Bouygues Telecom, operatore di telefonia mobile in Francia.
Il quotidiano Les Echos nei giorni scorsi, riportava che una fonte industriale avrebbe rivelato che con questo accordo, Bouygues tenterebbe di ¿giocare la carta della convergenza tra fisso e mobile¿.
Tra le altre società in lizza, anche Neuf Telecom, Iliad, Cegetel (Vivendi Universal) e Tele2.
Il quotidiano escludeva invece tra i possibili acquirenti nomi circolati in passato come Deutsche Telekom, AOL e Telecom Italia. Quest¿ultima è invece interessata a rilevare la rete in fibra ottica, Tiscali International Network (TIN).
Riguardo agli asset francesi, l¿Isp ha sempre dichiarato che non sarebbero stati venduti, essendo tra le attività core dell¿azienda.
Ha comunque ammesso di aver raccolto l¿interesse da parte di diversi operatori per la controllata francese Liberty Surf e questo potrebbe consentire all¿Internet provider di alzare le offerte per l”unità.
La controllata francese, stimata in 518,9 milioni di euro, secondo i conti del 2003 dell¿Isp, è la seconda più grande di Tiscali in termini di vendite, e ha rappresentato da sola il 22% delle vendite totali della compagnia nel 2003.
In termini di ricavi, la Francia è il secondo Paese per il gruppo e ha generato il 20% delle vendite totali del terzo trimestre.
L¿Isp è da mesi impegnato in un piano di dismissioni per riuscire a pagare il bond da 250 milioni di euro con scadenza il prossimo luglio. Le cessioni fino a oggi hanno riguardato gli asset non strategici del Gruppo, ed erano stati tralasciati i mercati chiave del business di Tiscali.
Tra questi rientrano le controllate di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e dei Paesi del Benelux, eccezion fatta per il Belgio ceduto nei mesi scorsi.
Fonti vicine ai potenziali offerenti hanno detto due settimane fa che Tiscali non avrebbe davvero intenzione di mettere in vendita la sua unità francese, ma piuttosto sarebbe in cerca di un prezzo possibile per rassicurare i creditori mentre sta cercando di finanziare il suo debito.
Da settimane il titolo dell¿Isp sta infatti pagando il prezzo dell¿incertezza sui movimenti futuri del gruppo, al momento non si ha nessuna notizia sul rimborso del bond da 250 milioni in scadenza il prossimo luglio.
Alcuni analisti sostengono che le recenti dismissioni delle attività non strategiche per 150 milioni di euro, l¿aumento di capitale e con ulteriori 70-80 milioni di euro che potrebbero essere ricavati da successive cessioni, la società dovrebbe riuscire a rimborsare il bond di prossima scadenza.
Ma c¿è anche chi teme che, di fronte all¿impossibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati, ricorra a un altro aumento di capitale.
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
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