Europa
Il processo di selezione del futuro concessionario di Galileo, il sistema europeo di navigazione satellitare, è entrato oggi nella fase finale col deposito delle ultime offerte dei due consorzi candidati, Eurely e iNavSat.
Il futuro concessionario avrà il compito di gestire il sistema per i prossimi 20 anni e di raccoglierne gli introiti commerciali, che uno studio ordinato dalla Commissione aveva stimato attorno a 500 milioni di euro l¿anno.
La scelta del concessionario è affidata alla Galileo Joint Undertaking, una impresa pubblica posta in essere dall¿ESA e dalla Commissione Ue, con il compito di gestire la fase di sviluppo del Programma Galileo.
La scelta finale, che era prevista per l¿ottobre scorso, dovrà essere fatta entro il primo marzo, dopo un¿ultima riunione del consiglio di sorveglianza di Galileo JU, che riunisce i rappresentanti dei 25 Stati membri.
I due candidati sono stati invitati a presentare delle offerte più dettagliate, in particolare per quel che riguarda la condivisione del rischio su questo enorme investimento.
Il futuro concessionario dovrà infatti apportare un contributo economico pari a 1,4 miliardi di euro, ossia circa i due terzi del costo di sviluppo del sistema di 30 satelliti (2,1 miliardi di euro).
Il resto, 700 milioni di euro, è stato fornito da settore pubblico.
Il sistema dovrebbe essere operativo nel 2008 e il suo sviluppo è stato suddiviso in quattro fasi: definizione del progetto; fase di preparazione (2002-2005), costo totale 1,1 miliardi di euro; fase di lancio dal 2006 al 2008; fase operativa e di sfruttamento.
Per rientrare nei costi dell¿investimento, il concessionario potrà contare su una sovvenzione di sfruttamento e sugli introiti derivanti dallo sfruttamento commerciale del sistema, attraverso un modello ancora tutto da stabilire.
Il solo grande sistema di navigazione satellitare, l¿americano GPS, è infatti del tutto gratuito per gli utenti, ma i due concessionari di Galileo potranno contare sui profitti del segnale criptato riservato ai governi, il PRS.
Il sistema Galileo è un sistema di navigazione satellitare per uso commerciale sotto controllo civile che consentirà di conoscere la posizione di persone e mezzi con una precisione di pochi metri.
La garanzia di continuità nell”emissione del segnale offrirà una prestazione che non è garantita, per usi civili, dai sistemi militari GPS e GLONASS.
Galileo sarà formato da 30 satelliti di cui 27 operativi e 3 di riserva. Stazionerà in tre orbite circolari mediane alla Terra, a un¿altitudine di 23.616 km con un¿inclinazione di 56 gradi dall¿equatore.
Uno degli elementi della negoziazione, in corso da diversi mesi, riguarda gli sforzi delle Autorità europee per stimolare (leggi: imporre per via legislativa) lo sviluppo di alcune applicazioni di radionavigazione, in particolare nel settore dei trasporti.
Galileo, grazie anche alla maggiore precisione rispetto agli altri sistemi, potrà essere integrato con i diversi sistemi e tecnologie terrestri per rispondere alle esigenze degli a utenti in qualsiasi luogo essi si trovino: nelle città (dove le trasmissioni via satellite senza ripetitori terrestri possono essere bloccate dagli edifici), nelle zone a rischio (cantieri edili, fabbriche, magazzini), nelle zone isolate (dove il costo di installazione e manutenzione di sistemi di comunicazione terrestre è proibitivo), nelle regioni a latitudini elevate.
Allo studio è anche un sistema di retribuzione su ogni ricevitore Galileo, basato su un sistema di diritto di proprietà intellettuale.
I due candidati alla concessione, contano entrambi tra le loro fila, un costruttore di satelliti: Astrium per EADS/Thales e Alcatel per Eurely.
Ma la questione non è tanto quella della costruzione dei satelliti, che molto probabilmente sarà condivisa tra tutte le aziende europee, quanto l¿acquisizione di una posizione strategica sul mercato dei servizi di radionavigazione.
Il mercato, infatti, è previsto in piena espansione: il suo valore è passato dai 10 miliardi di euro nel 2002 a 20 miliardi nel 2003 e dovrebbe avvicinarsi a 275 miliardi di euro nel 2020, con circa 3 miliardi di ricevitori in funzione nel mondo.
Per ulteriori approfondimenti, consulta:
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