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Si è molto parlato, in questi giorni, del possibile ingresso di Google nel settore della telefonia su Internet, ma il gigante di Mountain View, che per il momento non ha commentato, ha nel frattempo varato un altro servizio – Google Video ¿ che consentirà di rintracciare i contenuti di migliaia di programmi tv, trovare quelli che contengono le informazioni cercate, e apprendere dove e come vederli.
Tra i programmi inseriti nei sistemi di ricerca, quelli di Fox News, C-SPAN, ABC, NBA e PBS, che renderanno le loro trasmissioni reperibili nello stesso giorno della loro messa in onda.
¿Quello che Google ha fatto per il web, Google Video lo farà per la televisione¿, ha dichiarato il co-fondatore della società, Larry Page.
¿Questa preview dimostra come possono lavorare al giorno d¿oggi gli strumenti di ricerca per la Tv¿, ha aggiunto.
Gli utenti potranno cercare qualsiasi termine, ad esempio ¿Tsunami¿ e trovare tutti i programmi Tv che ne hanno parlato e che Google ha cominciato ad archiviare da dicembre. Al momento, non è possibile ottenere i video relativi ai programmi, ma soltanto cinque immagini fisse di video e una varietà di informazioni sulle immagini stesse e sui programmi televisivi in genere.
La società ha comunque in programma di aggiungere il video play back, non prima però di aver risolto tutti i problemi relativi ai diritti d¿autore.
Al nuovo servizio potrebbero inoltre affiancarsi, tra diversi altri modelli di business, nuove forme di pubblicità.
Al momento, infatti, il gruppo ha scelto un approccio molto tradizionale rispetto a quanto può essere fatto con i contenuti forniti da terze parti ma è ¿aperto alla possibilità di valutare diverse forme di ritorno economico¿ dopo aver determinato ¿cosa è meglio per i consumatori e i content provider¿.
Sebbene ancora nella fase iniziale, il nuovo servizio proposto da Google conferma come la società ambisca a digitalizzare ogni tipo di contenuto, per renderlo disponibile al grande pubblico della Rete, come dimostra anche il recente progetto di digitalizzazione delle opere contenute nelle maggiori biblioteche del mondo.
Il servizio di ricerca video è stato introdotto a dicembre anche da Yahoo! che ha appena cominciato a promuoverlo anche sulla propria home page. La società ha appena siglato un accordo con TVeyes per reperire nelle sue ricerche anche i testi dei programmi di Bloomberg e della BBC.
Le strategie di Google e Yahoo! dimostrano da un lato l¿urgenza di catalogare la notevole mole di contenuti video presenti sul web, ma anche, dall¿altro, la volontà delle società del web di inserirsi nel settore televisivo in generale.
Secondo indiscrezioni mai smentite, Google già a dicembre scorso avrebbe avviato trattative con i più grossi operatori americani del mercato mediatico, per realizzare la cosiddetta ¿convergenza di contenuti e canali¿, attraverso una soluzione che permetterà all¿utente di non perdersi tra i milioni di video, sia quelli distribuiti in Internet, che in televisione analogica o digitale.
Da qui, l¿idea di un motore di ricerca per consentire al telespettatore di cercare tra i contenuti audiovisivi, come avviene già per i siti web.
Google darebbe la possibilità agli utenti attraverso un Pc o un televisore collegato a Internet, di cercare file audiovisivi sulla Rete, negli archivi delle emittenti televisive o in quelli della payTv.
Per sviluppare questo servizio, la società registrerà le trasmissioni televisive in diretta, quelle di repertorio e i sottotitoli legati a questi programmi.
I testi saranno successivamente utilizzati per individuare le parole chiave che aiuteranno la ricerca.
I termini finanziari dei rapporti tra Google e i broadcaster non sono stati svelati, ma alcuni insider assicurano che non ci sarebbe stato alcuno scambio ¿monetario¿: si tratterebbe infatti di un¿esperienza conoscitiva volta a stabilire le più interessanti opportunità di business.
Questo perché il settore della distribuzione audio-video in Rete è un mercato nascente e assicurarsi i diritti potrebbe rivelarsi complicato.
Per esempio, se Google e Yahoo vogliono ospitare e permettere la visione di un video sul loro portale, devono chiarire la questione dei diritti digitali con i broadcaster. Questi ultimi, a loro volta, devono accordarsi sugli stessi diritti con gli attori, i produttori i musicisti e tutti quanti sono coinvolti nella catena.
Yahoo, ad esempio, pur fornendo un elenco di video, non li ospita direttamente ma rimanda al sito di provenienza.
Bisogna inoltre fare attenzione a non stravolgere troppo gli attuali modelli di business, da quelli che puntano sulla pubblicità a quelli che invece puntano sull¿offerta di servizi premium a pagamento.
Blinkx, ad esempio, ha realizzato di recente un motore di ricerca video in collaborazione con Fox News e Sky Broadcasting. Fox ha acconsentito a dare alla società l¿accesso a centinaia di ore d¿archivio e a permettere la registrazione di alcuni live show. Molti dei video sono finanziati anche dalla pubblicità così che Fox possa trarre nuovi profitti dall¿accordo col motore di ricerca.
¿La ricerca video rappresenterà presto un grosso collettore di profitti legati all¿advertising¿, dice infine Sean Morgan, CEO di Critical Mention.
Pare però che i brodacaster siano ancora diffidenti e credano che i motori di ricerca possano finire per ¿cannibalizzare il modo stesso di vedere la Tv¿.
Per ulteriori approfondimenti, consulta:
Archivio delle news su Google
I contenuti audiovisivi, futuro terreno di battaglia dei giganti della ricerca Web
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