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Ad alcune settimane dall¿acquisizione del proprio concorrente PeopleSoft, il produttore americano di software Oracle ha annunciato il licenziamento di 5.000 dipendenti.
Si tratta di un intervento sul personale che comunque era atteso. Le due società impiegano insieme circa 50.000 persone.
Oracle non ha fornito dati precisi riguardanti la spesa necessaria per coprire la riduzione dei posti di lavoro, né l”ammontare complessivo dei risparmi dovuti al taglio.
Il gruppo guidato da Larry Ellison si è solo limitato a dire che manterrà al lavoro il 90% degli addetti allo sviluppo programmi di PeopleSoft e all”assistenza clienti, nell”ottica di continuare a perfezionare due nuovi programmi e mantenere un buon standard di supporto ai circa 13.000 clienti che assicurano oltre un miliardo di dollari di ricavi annuali.
La maggior parte dei tagli sarà effettiva entro i prossimi dieci giorni, ha precisato la società, che fornirà la settimana prossima informazioni riguardanti l”integrazione delle due società.
Ellison ha intrapreso la ristrutturazione del nuovo gruppo con l”intento dichiarato di voler incrementare i profitti aziendali in breve tempo: l”obiettivo è di aumentare gli utili di 1 cent per azione nel quarto trimestre che termina il 31 maggio prossimo e di almeno 2 cent per ogni trimestre il prossimo anno. Gli esperti si attendono ora altre tornate di licenziamenti.
Il 13 dicembre scorso, dopo una battaglia durata ben 18 mesi, Oracle ha annunciato l¿acquisizione di PeopleSoft per 10,3 miliardi di dollari, 26,50 dollari per azione. L¿operazione è stata finalizzata nei giorni scorsi.
La fusione dei due Gruppi porterà alla nascita del numero due sul mercato mondiale dei software, con uno scarto notevolmente ridotto rispetto a leader del settore SAP.
Da quando Oracle ha lanciato la propria Opa ostile, un anno fa ormai, il produttore di software per aziende ha fatto l¿impossibile per resistere all¿assalto del competitor. Ma negli ultimi tempi, alcuni osservatori avevano sottolineato che la posizione della società si era ammorbidita, specie dopo che gli amministratori di PeopleSoft avevano destituito nell¿ottobre scorso il principale oppositore all¿Opa ostile, il CEO (Chief Executive Officier) Craig Conway, nemico agguerrito di Larry Ellison.
La nuova situazione ha infatti permesso di discutere più pacatamente le condizioni per l¿acquisizione.
Conway ne aveva fatto una questione quasi personale e questo spiega perché le trattative sono durate un anno e mezzo.
L¿uscita del CEO ha permesso di rivedere le posizioni anche se i vertici di PeopleSoft avevano continuato a fare muro contro un¿offerta che ritenevano fosse inferiore all¿enterprise value.
La saga era iniziata nel giugno 2003, quando Oracle aveva lanciato un¿Opa ostile su PeopleSoft. E da lì è stato un continuo susseguirsi di offerte e rifiuti.
L¿ottobre scorso è arrivato l¿OK dalla Commissione Ue, che aveva lasciato la strada completamente aperta a una regolazione dell¿operazione tra le due società.
Il via libera di Bruxelles, seguiva quello già ottenuto a settembre da un giudice americano del Tribunale di San Francisco, contro il parere del Dipartimento di giustizia, contrario alla fusione tra i due Gruppi.
Anche la Commissione Ue si era espressa inizialmente contro questa operazione, che in ogni caso riduce la concorrenza sul mercato dei software. Ma evidentemente le argomentazioni raccolte non erano abbastanza forti da giustificare un rifiuto alla fusione. Sicuramente ha pesato considerevolmente il timore della Commissione di uscire sconfitta da un eventuale ricorso davanti alla Corte di Lussemburgo, come è accaduto spesso negli ultimi anni, si pensi alle fusioni Schneider Electric – Legrand e Tetra Laval – Sidel.
Poi, il 13 dicembre scorso, è arrivata la capitolazione di PeopleSoft, e l¿inizio di una nuova era per il mercato mondiale del software.
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