Italia
L¿Italia è già da tempo ormai in piena campagna elettorale e, com¿era prevedibile, laRai è da subito diventato uno degli argomenti di contesa tra le due opposte fazioni.
Privatizzazione sì, privatizzazione no, canone, Cda legittimo o illegittimo, sono gli argomenti su cui si sono riaccesi gli animi del centrodestra e del centrosinistra.
Proprio ieri è intervenuto il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri nell¿ambito della polemica scatenata dalle recenti dichiarazioni dell¿ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi.
La Rai ¿deve essere quotata in Borsa al più presto¿ mentre il piano annunciato da Prodi porterebbe ¿al massacro dell”azienda¿ e ¿alla morte del servizio pubblico¿.
Così il ministro vede il futuro dell”azienda radiotelevisiva di Stato la cui trasformazione in una public company sarebbe, secondo Gasparri, ¿una grande garanzia di pluralismo¿.
Il ministro, parlando con i giornalisti a Pescara a margine di un convegno su Tv e minori, non ha indicato una scadenza per la quotazione in Borsa della Rai. ¿Stanno lavorando gli advisor¿, si è limitato a commentare.
¿Va però evitato – ha aggiunto – quello che vuol fare il centrosinistra: spezzettare la Rai, venderla ai privati, agli amici degli amici. Quello che ha annunciato Prodi sarebbe la morte del servizi pubblico¿.
Secondo il ministro, invece, una public company quotata in Borsa, rafforzerebbe la Rai che esce vincente dai dati Auditel 2004, battendo senza mezzi termini la concorrenza.
¿Il bilancio poi – ha aggiunto Gasparri rivolgendosi ai cronisti – vi mostrerà che anche i conti sono attivi e che quindi l”azienda è in salute¿.
Il Ministro ha anche dichiarato che alla Rai ¿non c¿è nessun esubero¿.
¿La proposta Prodi invece – ha ribadito – porterebbe al massacro dell”azienda. La vendita a privati dei pezzi pregiati della Rai comporterebbe migliaia di licenziamenti. La mia proposta invece – ha ancora sottolineato – consente di salvaguardare tutte le realtà produttive e quindi di non avere nessun tipo di esubero¿.
In una lettera al Corriere della Sera di alcune settimane fa, Romano Prodi è infatti intervenuto sul futuro della Rai, offrendo il proprio punto di vista sulla privatizzazione della Tv pubblica.
¿Una divisione della Rai in due, con una società dedicata al servizio pubblico e finanziata esclusivamente dal canone e una seconda finanziata con la pubblicità e impegnata nel servizio commerciale, un rigoroso controllo antitrust del mercato pubblicitario e una protezione per la stampa di fronte allo strapotere della televisione¿. E” quanto prevede Prodi.
¿E” una riforma che può essere realizzata un tempi relativamente brevi e che dovrebbe in ogni caso essere attuata prima di qualsiasi forma di privatizzazione della Rai. Questo vuol dire com”è ovvio – secondo Prodi – che il collocamento in Borsa di una quota di minoranza del capitale della Rai, di questa Rai ancora a due teste, dovrebbe essere cancellata”.
Per l”ex presidente della Commissione Ue è in ogni caso ¿alla Rai che spetta il compito di assicurare il servizio pubblico¿ anche in futuro.
Prodi si è così allineato sulle posizioni dell¿Antitrust, che per voce del suo presidente, Giuseppe Tesauro aveva parlato per primo di una soluzione di questo tipo.
A termine di un¿indagine conoscitiva del novembre scorso, l¿Antitrust aveva indicato la necessità di ripensare l”attuale normativa di servizio pubblico radiotelevisivo, e suggeriva di dividere la Rai in due società distinte, prima del collocamento in Borsa del 20-22%.
L”Autorità garante aveva proposto una soluzione simile a quella adottata in Gran Bretagna.
Dunque una Rai divisa in due società: la prima ¿con obblighi di servizio pubblico generale finanziata esclusivamente attraverso il canone; la seconda, a carattere commerciale, che sostiene le proprie attività attraverso la raccolta pubblicitaria e che compete con gli altri soggetti sulla base dei medesimi obblighi di affollamento¿. Per la società a carattere commerciale, l”Antitrust riteneva ¿auspicabile sia il collocamento delle azioni sul mercato borsistico sia la definizione di regole di corporate governance che garantiscano un effettivo controllo dell”operato del management¿. Secondo l”Antitrust ¿tale intervento sarebbe da effettuare auspicabilmente in tempi brevi, prima del collocamento in Borsa di una quota di minoranza del capitale azionario della società Rai attualmente previsto nella primavera del 2005¿.
Anche il quel caso era intervenuto il ministro Gasparri per chiarire alcuni aspetti.
In particolare, il ministro diceva che la legge di riforma del sistema televisivo, ma anche il Contratto di servizio Stato-Rai, “hanno scandito gli indirizzi riguardanti la separazione contabile” tra i costi-ricavi derivanti da attività di servizio pubblico e i costi ricavi derivanti da attività di mercato, in linea con le Direttive europee in materia.
La posizione di Prodi, quindi, riprende un tema che già battuto nei mesi scorsi dal centrosinistra e che probabilmente diventerà il cavallo di battaglia di questa competizione elettorale.
Un¿idea che secondo Gasparri era stata lanciata anni fa dall¿ex presidente Rai Pierluigi Celli, che voleva dividere la Rai in due: la polpa da una parte e il servizio pubblico dall”altra.
Un¿idea a sbagliata, per Gasparri, che ha sottolineato che in base alla legge 112 si sta procedendo in modo totalmente diverso, in modo da garantire che la Rai anche dopo la privatizzazione continui a fare il servizio pubblico e non si faccia irretire dalle leggi del mercato.
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