IBM cederà 500 brevetti per uso gratuito. Piccolo passo verso l¿Open Source

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Il gigante americano dell¿informatica, IBM, ha comunicato a sorpresa di voler cedere 500 brevetti per uso gratuito a sviluppatori di software.

Jim Stallings, vicepresidente di IBM incaricato dell¿area propriet&#224 intellettuale, ha dichiarato in un¿intervista che questa iniziativa punta a incoraggiare altre imprese del settore a mettere a beneficio degli altri i loro brevetti, in modo da incentivare l¿innovazione tecnologica.

¿Questo rappresenta di gran lunga la maggiore promessa di offerta di brevetti della storia americana“, ha detto IBM in un comunicato pubblicato stamani. ¿Potete servirvene e crescere e innovare (e) … per costruire qualche cosa di nuovo“, ha rilanciato Stallings, rivolgendosi ai produttori di software.

IBM non ha per&#242 indicato quali brevetti saranno resi pubblici, sollevando qualche perplessit&#224 sull¿interesse effettivo di questi ultimi.

Certo se si trattasse dello stesso tipo di brevetto tecnologico che ha permesso al gigante dell¿informatica di integrare il comando vocale nell¿ultima versione del browser Opera, sarebbero in tanti a essere contenti.

Per contro, nel momento in cui Bill Gates taccia di ¿comunismo¿ i sostenitori della riforma dei brevetti e copyright, il gesto di IBM si colloca a favore di un certo spirito comunitario.

In ogni caso, i 500 brevetti sono ben poca cosa rispetto ai 10.000 che la societ&#224 possiede e che non sono cos&#236 gentilmente condivisi.

Per farvi un¿idea, IBM ha 40.000 brevetti depositati nel mondo e 25.000 supplementari negli Stati Uniti.

Nel corso del 2004, il Gruppo si &#232 anche riservato 3.248 nuovi brevetti, che lo piazza in testa per il 12esimo anno consecutivo.

Hewlett-Packard si piazza quarto con ¿solo¿1.775 brevetti depositati nel 2004.

Speriamo che altre societ&#224 seguano l¿esempio di IBM per il bene della comunit&#224 dell¿Open Source.

Diverse voci si sono levate negli ultimi anni contro i diritti di propriet&#224 intellettuale che penalizzano l¿innovazione tecnologica.

I sostenitori dell¿Open Source difendono l¿idea che il valore risiede nei servizi innovativi e non nei codici, e che il mezzo migliore di progredire &#232 di unire le forze di ciascuno.

Nel dicembre scorso, con un¿altra operazione IBM ha spiazzato il mercato, cedendo alla cinese Lenovo il marchio ThinkPad, per 1,25 miliardi di dollari, 650 milioni versati cash e il restante in azioni Lenovo.

IBM deterr&#224 il 18,9% delle azioni di Lenovo ed &#232 stata anche decisa una ¿strategia di cooperazione a lungo termine nel settore della vendita di Pc, dei servizi e nella finanza¿.

Questa partnership consentir&#224 a Big Blue di sviluppare le proprie attivit&#224 di servizi in Asia. ¿Pensiamo che questo accordo sar&#224 profittevole per noi nel campo del materiale informatico e dei software, ma anche per i servizi¿, ha dichiarato nell¿occasione il vicepresidente di IBM, John Joyce.

Da questa intesa nascer&#224 una nuova unit&#224, con sede a New York, che impiegher&#224 19.000 persone.

Si parlava da tempo ormai dell¿intenzione di IBM di uscire dal mercato dei Pc, per concentrarsi sulle attivit&#224 strategica dell¿azienda: i server e i software per le imprese. Nel 2003, la divisione Pc rappresentava, infatti, solo il 12% del fatturato totale di IBM, che ammontava a circa 92 miliardi di dollari.

Da questa vendita, IBM ha gi&#224 detto che guadagner&#224 tra i 900 milioni e 1,2 miliardi di dollari pretasse, stando ai documenti depositati alla SEC (Security Exchange Commission).

Raffaella Natale

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