Europa
L¿autorità francese di regolazione delle tlc (ART) ha chiesto ai tre operatori mobili nazionali ¿ Orange, SFR e Bouygues Telecom ¿ di dare immediate risposte alle richieste formulate da eventuali operatori mobili virtuali (MVNO).
L¿annuncio dei regolatori del settore interviene a seguito della constatazione fatta da Patrick Devedjian, il ministro dell¿Industria, secondo cui la concorrenza nel settore della telefonia mobile in Francia non è ancora sufficiente.
Il ministro, che aveva già chiesto in passato lo snellimento delle procedure per un più rapido ingresso degli operatori virtuali nel mercato, ha firmato il 30 novembre un decreto per ampliare i poteri dell¿ART in questo settore.
Gli operatori mobili virtuali sono quelle società che, pur non possedendo una propria rete, offrono servizi di telecomunicazione dati e voce attraverso i network di altri operatori.
Al momento in Francia ce ne sono due: la tedesca Debitel che utilizza la rete di SFR (gruppo Vivendi Universal) e Breizh Mobile (gruppo Carphone Warehouse) che utilizza la rete di Orange (gruppo France Telecom) in Bretagna.
L¿ART, che ricorda ugualmente l¿esistenza di Transatel ¿ un operatore virtuale destinato ai viaggiatori tranfrontalieri tra la Francia e il Belgio utilizzando la rete di Bouygues Télécom ¿ si felicita dell¿esistenza dei tre accordi, ma li giudica ancora insufficienti.
Solo tre operatori, stima l¿ART, ¿non permettono di animare sensibilmente la concorrenza a livello del mercato al dettaglio¿.
Questo stato di cose imbriglia lo sviluppo del mercato e altro non è che il risultato della ¿insoddisfacente configurazione del mercato che comprende solo tre operatori accomunati dall¿interesse a non concludere accordi con gli operatori virtuali¿.
I regolatori sono dunque giunti alla conclusione che è necessario un intervento sul mercato per obbligare i proprietari delle reti a dare ¿priorità a ogni ragionevole richiesta d¿accesso proveniente da un operatore virtuale che vuole stabilirsi sul mercato al dettaglio¿.
Così facendo, la Francia segue l”esempio della Gran Bretagna e dei paesi scandinavi, dove gli operatori virtuali hanno stimolato la concorrenza e portato un consistente abbassamento dei prezzi.
L”esempio più calzante di questa nuova frontiera è Virgin Mobile che nel solo Regno Unito ha conquistato 4 milioni di utenti in cinque anni.
Di parere totalmente opposto, il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha invece detto no all¿ingresso nel mercato mobile italiano di carrier virtuali.
¿E¿ un”ipotesi che oggi non è praticabile né in termini tecnologici, né tanto meno finanziari: bisogna seguire le procedure e andare con i piedi di piombo. Dobbiamo avere cose reali e non virtuali, ci vuole molta saggezza, non possiamo creare illusioni. Bisogna seguire criteri molto rigorosi. Ci sono norme che riferiscono al futuro questa ipotesi”.
Il bando di gara per le licenze di terza generazione, infatti, esclude l¿apertura del mercato a MVNO prima del 2008.
Secondo Gasparri, i casi emblematici di Blu e Ipse dimostrano che sul mercato non c¿è posto per tutti, che bisogna avere le capacità e le risorse finanziarie per sopravvivere in un mercato così competitivo.
Il ministro dimentica però che questo tipo di operatori non devono affrontare costi per la costruzione di infrastrutture, e che a guadagnarne sarebbero solo gli utenti che potrebbero così avvantaggiarsi della maggiore concorrenza sul mercato.
Ricordiamo che le tasse sulla telefonia mobile nel nostro Paese sono le più alte d¿Europa (fonte Intesaconsumatori) mentre le politiche tariffariepresentano diverse ¿anomalie¿ come lo scatto alla risposta, ritenuto dalle associazioni utile soltanto a far crescere le bollette degli utenti.
Al momento, però, sembra non ci sia nessuna speranza perché qualcosa cambi nel breve periodo.
Quattro operatori sono sufficienti, secondo Gasparri che ritiene che ¿Il mercato funziona bene solo fa crescere alberi robusti, non cespugli¿.
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