Italia
Sventata megatruffa nel Nord Italia. Avrebbe fruttato ai delinquenti 2 milioni e 250 mila euro. Nella zona di Ferrara sono stati segnalati preavvisi di pagamento, su carta intestata all”Agenzia delle Entrate – Ufficio SAT abbonamenti TV di Torino 1 – con allegati falsi bollettini postali, con l”importo di 99,60 euro, da utilizzare per il rinnovo del canone di abbonamento Rai 2005.
Dalla fantomatica azienda SAT (servizi assistenza televisiva) erano partite infatti 22.500 buste per la città emiliana: 13.550 sono state bloccate ieri con il maxi-sequestro ordinato dal pm Simone Purgato ed eseguito dalla Guardia di Finanza negli uffici postali di Ferrara-centro Ferrovia, mentre delle altre 8.950 buste che mancano, di cui molte già recapitate e altre ancora in viaggio, si sta cercando di ricostruire il percorso.
Lo ha reso noto in un comunicato la stessa Agenzia delle Entrate che nega la paternità di tali bollettini in quanto, alla data di spedizione, l”importo per il rinnovo del canone Tv per il 2005, non era stato ancora fissato dal ministero delle Comunicazioni.
La Guardia di Finanza ha preso in consegna gli scatoloni pieni delle buste-truffa che le Poste dovevano recapitare alle famiglie ferraresi e nel frattempo anche ieri decine di utenti si sono recati negli uffici della Finanza per segnalare la tentata truffa, ma molti di loro hanno già pagato i falsi bollettini del canone: secondo i primi conteggi, sono un centinaio i truffati che rischiano di aver perso per sempre i 99,6 euro versati, chi invece ha pagato ma è riuscito a bloccare il bollettino entro un giorno potrebbe ottenere la restituzione della somma.
Il caso sembra destinato ad allargarsi, anche se al momento la truffa pare aver colpito solo Ferrara: i finanzieri stanno indagando per individuare i titolari della decina di conti correnti sui quali dovevano essere versati i soldi.
L”Agenzia delle Entrate ha terminato il comunicato invitando i cittadini che dovessero risultare destinatari dei falsi preavvisi di abbonamento a sporgere denuncia alla Forze dell”Ordine.
Lunedì scorso, 20 dicembre, il ministro Maurizio Gasparri ha comunicato la decisione che riguarda l¿importo del canone Rai per il 2005,. Decisione presa dalla Commissione paritetica composta dal ministero dell”Economia, delle Comunicazioni e dalla Tv pubblica.
Gasparri ha fatto sapere che canone della Rai rimarrà invariato a 99,60 euro.
“Il canone resta invariato, non ci sarà nessun aumento ” ha detto il ministro in una conferenza stampa a Palazzo Chigi.
“E” un modo per andare incontro agli utenti ed è stato possibile grazie all”attuale gestione della Rai che ha chiuso il 2003 in attivo e si appresta a farlo anche per il 2004“, ha aggiunto Gasparri, precisando che “la Rai può svolgere la funzione di servizio pubblico con le risorse che ha, non c¿è nemmeno l”adeguamento all”inflazione“.
Contro il possibile aumento del canone, nei giorni scorsi si era schierata l¿Intesa Consumatori, con lo slogan ¿Nessuno ci spella come voi¿.
¿Il canone ¿ aveva comunicato l”Intesa in una nota – nel 2004 si è attestato a 99,60 euro, senza che gli utenti potessero in alcun modo mettere bocca non solo sulla composizione del Cda, ma nemmeno sulla scelta dei programmi a cui quella somma doveva essere secondo loro destinata. Si sta avviando a conclusione l”epoca in cui il cittadino paga per non decidere e la Rai che ¿ci segue” deve iniziare a capirlo¿.
Per Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori il canone andrebbe addirittura abolito, puntando il dito su un servizio che, nel rapporto qualità-prezzo, non è per nulla considerato soddisfacente, per non parlare, aveva dichiarato l”Intesa, degli spot a pioggia che sforano i limiti di legge, i film riciclati e il livello dei programmi sempre più scadenti.
Il ministro Gasparri aveva da subito assicurato che non ci sarebbe stato un aumento del canone, facendo riferimento al buon andamento dei conti della società nel 2004, che dopo aver chiuso in attivo il 2003, si appresta a farlo anche nel 2004 pur ottenendo ottimi ascolti.
Gasparri aveva comunque ribadito che nella definizione del canone non ci sarebbe stata nessuna influenza legata alla prossima quotazione in Borsa della Rai.
Commentando: ¿Chi dice che noi vorremmo aumentare il canone per richiamare i risparmiatori in Borsa di fronte alla privatizzazione della Rai dice, come spesso capita ad esponenti della minoranza, delle autentiche bugie. Io ho detto che mi auguro di poter assumere la decisione di non aumentare il canone e comunque il canone e” collegato al pubblico servizio non ad aspetti di Borsa”.
Intanto proprio ieri il ministro Gasparri è intervenuto nuovamente in merito della polemica sul Cda Rai sollevata dalle dichiarazioni del presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, in occasione del consueto scambio di auguri di Natale con la stampa parlamentare.
Questa volta Gasparri ha replicato alle dichiarazioni del coordinatore della segreteria nazionale dei Ds, Vannino Chiti, dicendo: ¿Non accetto lezioni di educazione da nessuno¿.
¿Lo ripeto per l”ennesima volta ¿ ha continuato il ministro – questo Cda è pienamente legittimato ed in regola con le leggi di questo Paese. Nessuno ha violato le norme e la Costituzione. Il mandato dell”attuale Consiglio non è terminato e chi come il presidente della Rai ha deciso di dimettersi anticipatamente, senza alcun ragionevole motivo, deve assumersene le responsabilità¿.
Per Gasparri, ¿¿la verità è che i Ds sono abituati alla lottizzazione e non riescono ad abituarsi. Oggi c¿è efficienza e produttività con un aumento della qualità della programmazione. Non c¿è stato alcun aumento del canone, neanche per adeguarlo al tasso di inflazione, e gli ascolti sono in aumento. Infine ci attende la fase della privatizzazione che darà un contributo importante nel ridisegnare l”intera azienda. E” su questi dati, su queste traguardi raggiunti che Chiti e tutta l”opposizione si dovrebbero interrogare e non abbaiare alla luna”.
Sulla linea di Chiti si è posto anche Sergio Bellucci, Responsabile del Dipartimento comunicazione e tecnologie innovative del Partito di Rifondazione Comunista.
Bellucci in una nota ha dichiarato che ¿Non occorre essere dei giuristi di prima fama per affermare che l¿attuale Cda della Rai è completamente delegittimato. Gli attuali consiglieri restano in carica per traghettare la Rai verso lo smantellamento del servizio pubblico. A Rai privatizzata non ci saranno più problemi per Silvio Berlusconi, che in futuro potrà arrivare a controllare almeno 7 dei 9 consiglieri: due li otterrà attraverso la maggioranza in Commissione di vigilanza, altri due li esprimerà il ministero del Tesoro, tre saranno indicati dai privati (quindi dallo stesso Berlusconi in qualità di risparmiatore)¿.
Casini, nel suo intervento ha fatto riferimento al Cda della Rai, sostenendo che non si tratta di quello scelto dai presidenti di Camera e Senato.
Il presidente della Camera ha riproposto il problema della legittimità del Cda, asserendo che dopo le dimissioni della Annunziata, non è più quello nominato a suo tempo insieme al presidente del Senato Marcello Pera.
Il presidente della Camera ha insistito sul concetto di organismo di garanzia: ¿Noi abbiamo scelto un Cda di garanzia, una scelta suggerita da Pera e da me condivisa. Una scelta che aveva un precedente nella Commissione di Vigilanza, con la presidenza Storace all”epoca del governo di centrosinistra, una scelta confermata anche adesso con la presidenza Petruccioli¿.
¿Abbiamo scelto un Cda con una presidenza di garanzia perché era rappresentante di un”area culturale dell”opposizione, mentre il resto del Consiglio era invece di orientamento diverso“, ha ribadito Casini, escludendo da parte sua di interventi diversi.
¿Il segretario dei Ds Fassino e i capigruppo dell”opposizione ¿ ha detto ancora il presidente della Camera – hanno sollecitato Pera e me a intervenire. Ma qualsiasi nostro intervento creerebbe un precedente pericoloso di interferenza¿. “Le regole quando ci sono vanno seguite. I presidenti delle Camere, secondo tutte le possibili interpretazioni giuridiche, sono stati spogliati dai poteri di nomina dei consiglieri. Possono fare, eventualmente, solo un”opera di moral suasion“.
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