Europa
Il Tribunale di prima istanza della Ueha confermato stamani le sanzioni antitrust comminate dalla Commissione europea nei confronti di Microsoft per abuso di posizione dominante nel settore dei lettori multimediali per Pc.
Le prove fornite dalla società di Redmond non sono state sufficienti a dimostrare che la messa in opera delle misure imposte dalla Commissione (i cosiddetti ¿remedies¿) potrebbero causare danni gravi e irreparabili alla compagnia.
La sentenza, giunta dopo un¿indagine durata ben cinque anni, prevede oltre alla maxi multa comminata, anche due importanti obblighi imposti al gruppo di Redmond che, secondo quanto stabilito, dovrà offrire una versione del sistema operativo Windows che escluda il discusso Windows Media Player e fornire ai propri competitor le informazioni necessarie per rendere i propri software interoperabili con quelli Windows.
Perchè ciò possa succedere, la concorrenza dovrà avere accesso a parti dei segretissimi codici di programmazione dei software.
Microsoft contestava il fatto che la separazione di Windows Media Player dal sistema operativo Windows avrebbe causato serie ripercussioni sull¿azienda e sugli utenti.
LaCorte non ha ritenuto valide queste contestazioni, procedendo alla conferma della multa record e dei remedies per aprire il mercato alla concorrenza.
Secondo il presidente del Tribunale di prima istanza, Bo Vesterdof,non è stata “soddisfatta la condizione relativa all”urgenza, in quanto la Microsoft non ha fornito la prova che la divulgazione delle informazioni tenute segrete fino ad allora sarebbe la causa di un danno grave ed irreparabile””.
Microsoft, che ha ora due mesi di tempo per fare appello alla Corte europea di Giustizia, ha fatto sapere che si metterà subito in regola con le decisioni dell”Antitrust, alla luce della decisione presa oggi dal Tribunale di prima istanza.
In una nota, il gruppo si dice ”ottimista” per il fatto che la Corte, pur non ravvisando i danni ¿irreparabili¿ provocati dai ¿remedies¿ proposti dalla Commissione, ha riconosciuto che ¿il ricorso di annullamento non è a prima vista privo di fondamento¿.
¿Speriamo – continua l¿azienda – che gli elementi sottolineati dalla Corte creino l¿opportunità per discutere un compromesso. Come abbiamo sempre sostenuto, crediamo che ci siano modi migliori per trattare questioni così tecniche e complesse, con un danno minimo per i consumatori e il settore tecnologico europeo¿
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