La Cina annuncia un giro di vite contro la contraffazione e la pirateria

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La Cina avanza a grandi passi sulle scene economiche mondiali, ma ha ancora tanto da fare per rimediare ad alcune tra le sue peggiori abitudini, come la pirateria e la contraffazione di prodotti protetti da copyright.

In questo contesto, tuttavia, il Paese comincia a inviare segnali di un cambiamento di rotta: la Corte suprema popolare cinese ha infatti assunto una posizione pi&#249 rigida riguardo le infrazioni ai diritti di propriet&#224 intellettuale, alzando la soglia di punibilit&#224 per i reati di violazione del copyright.

Una interpretazione pi&#249 severa della legislazione sui brevetti o i diritti d¿autore era molto attesa dai partner commerciali della Cina, a cominciare dagli Stati Uniti, le cui societ&#224 stimano che le copie illegali di film, software e altri prodotti brevettati faccia loro perdere miliardi di dollari all¿anno.

¿Bisogna non soltanto condannare con determinazione chi si macchia di reati di violazione del copyright, ma anche fare in modo che divenga economicamente impossibile per i trasgressori riconosciuti colpevoli e condannati, commettere nuovamente lo stesso crimine¿, ha dichiarato Cao Jianming, vice presidente della Corte suprema del popolo.

Questa severit&#224, continua Jianming, ¿si giustifica dalla necessit&#224 della Cina di onorare gli impegni internazionali e di creare un clima favorevole al commercio e agli investimenti¿ nel Paese da parte di aziende straniere.

I partner internazionali, infatti, lamentano da tempo l¿eccessiva indulgenza delle autorit&#224 di Pechino nei confronti della contraffazione di prodotti protetti da diritto d¿autore.

In base alle nuove norme, chi &#232 giudicato colpevole di violazione di propriet&#224 intellettuale rischia da 3 a 7 anni di prigione.

Per facilitare gli interventi giudiziari, inoltre, sono state modificate le definizioni delle infrazioni, con l¿introduzione di terminologie quali ¿senza il permesso del detentore del copyright¿.

Secondo un rapporto pubblicato di recente dai servizi del rappresentante americano al commercio Robert Zoellick, la Cina &#232 il Paese pi&#249 attivo ¿ su 63 analizzati – nella contraffazione dei prodotti audiovisivi e informatici.

Non &#232 raro, infatti, trovare nei negozi cinesi la copia in DVD di film appena usciti in vendita a meno di un euro. E cos&#236 anche per i CD, i software, i beni di lusso.

Per quanto riguarda in particolare il mercato dei software, si stima che il tasso di pirateria raggiunge il 90%: giganti del calibro di Microsoft, vista l¿ampiezza del fenomeno, hanno addirittura rinunciato a lanciare determinati prodotti nel Paese.

Il paese asiatico, da solo, ha causa alle aziende statunitensi perdite tra 2,5 e 3,8 miliardi di dollari all¿anno.

Dopo l”adesione della Cina alla Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO), le corti e le procure ai vari livelli del paese hanno rafforzato ulteriormente l”istruzione delle dispute relative alla propriet&#224 intellettuale, la punizione delle violazioni alla propriet&#224 intellettuale e altre attivit&#224.

Dal 2000 a oggi sono state emanate 25 motivazioni giudiziarie e documenti riguardanti la propriet&#224 intellettuale, formando un sistema relativamente completo di tutela giudiziaria della propriet&#224 intellettuale.

La Cina, per&#242, &#232 un Paese immenso dove la corruzione regna sovrana e dove la polizia locale ha pi&#249 potere delle autorit&#224 centrale: bisogner&#224 dunque vedere se le misure appena approvate riusciranno a essere applicate nel breve periodo.

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico

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