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Alcuni ricercatori della Rice University avevano identificato il mese scorso una falla nella sicurezza del Desktop Search di Google, il software che permette di effettuare delle ricerche nel disco rigido del computer.
La falla, definita ¿seria¿ dai ricercatori, avrebbe consentito a eventuali malintenzionati di accedere ai contenuti del PC (eMail e documenti compresi), ma è stata prontamente risolta dal team della società di Mountain View.
¿Siamo stati avvertiti del default di sicurezza del nostro software e abbiamo risolto il problema per garantire la sicurezza di tutti i nostri utenti attuali e futuri¿, ha dichiarato il portavoce della società in un comunicato.
Secondo gli esperti dell¿Università di Rice, le ricerche effettuate in locale su un attraverso Google desktop search, potevano essere visualizzate anche da altri utenti da remoto.
Dan Wallach, che ha scoperto il problema, lo descrive come un ¿falla di composizione¿, in cui l¿interazione di diverse componenti separate provoca un ”buco” nei sistemidi sicurezza.
Alla base del cattivo funzionamento del software, un problema nella gestione di alcune informazioni da parte di Google.com e la realizzazione di particolari pagine web capaci di sfruttare la vulnerabilità.
Il desktop search di Google è stato lanciato in versione beta a ottobre e permette agli utenti di di risalire a tutto quello che è stato visionato attraverso il loro Pc.
Il dispositivo infatti registra tutto quanto avviene sulla macchina, dalla posta elettronica alla navigazione su Internet, dai documenti word, excel e power point ai sistemi di messaggeria istantanea.
L¿avvento del software di Google ha scatenato una vera e propria corsa al lancio di strumenti simili anche da parte della concorrenza: sia Yahoo che Microsoft infatti hanno già seguito l¿esempio.
L¿arrivo di questi software ha però scatenato molte polemiche, prima di tutto relative alla privacy: se il software, venisse infatti installato in un Internet Cafè o in una biblioteca, gli utenti potrebbero involontariamente permettere a chi usa la macchina dopo di ritrovare facilmente le eMail o le conversazioni scambiate in chat, nonché le password digitate e magari i dettagli degli acquisti effettuati, incluso il numero della carta di credito.
Gli esperti, inoltre, avvertono che i sistemi desktop search potrebbero presto diventare l”obiettivo preferito dai virus writer, ansiosi di mettere le mani su tutte le informazioni sensibili contenute nel sistema.
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