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Dopo l¿accordo raggiunto lunedì tra Oracle e PeopleSoft, una nuova mega-fusione consolida il mercato americano dei software.
Un altro gigante sta infatti per affacciarsi sul mercato della sicurezza informatica, nato dall¿acquisizione da parte di Symantec di Veritas Software, società attiva nel settore delle applicazioni per il back up e la salvaguardia dei dati.
Nella tarda serata di mercoledì, le due società hanno dato il via libera all¿operazione da cui nascerà una nuova entità controllata al 60% da Symantec, di cui manterrà anche il nome e il CEO, John Thompson.
Un matrimonio costato 13,5 miliardi di dollari al produttore dell¿antivirus Norton, che ha messo sul piatto 30,78 dollari per ogni azione della Veritas, con un premio del 9,5% rispetto alle quotazioni di chiusura di ieri.
Veritas, nata nel 1989, controlla il 40% del mercato delle soluzioni per la protezione e l¿archiviazione dei dati, in diretta concorrenza con EMC e Computer Associates (dati IDC).
Lo scorso anno la società ha generato un fatturato di 1,75 miliardi di dollari e ha raggiunto, alla luce del corso di chiusura lunedì a New York, una capitalizzazione di 10,6 miliardi.
La nuova nata dalla fusione offrirà, dunque, una vasta gamma di prodotti che spazieranno dalla sicurezza al data storage e potrà contare nel 2006 su un fatturato complessivo di 5 miliardi di dollari.
Quella di Veritas è la diciassettesima acquisizione conclusa dalla Symantec dal 1990, quando prese il controllo della Peter Norton Computing Inc., la dodicesima dal 2000.
Tra le altre, Symantec ha messo le mani su Brightmail, ON Technology, Safe Web e @Stake, per un montante totale di quasi mezzo miliardo di dollari.
Si tratta inoltre di una delle più importanti fusioni nel settore in termini di controvalore, proprio nella giornata in cui arriva l¿annuncio di un¿altra super fusione da 25 miliardi di dollari nel settore sanitario, tra Johnson & Johnson e Guidant.
Gli analisti di UBS, intanto, hanno rivisto al rialzo il rating sul titolo Veritas da ¿neutral¿ a ¿buy¿ e hanno migliorato le stime relative all¿utile 2004 da 90 a 95 cents per azione e al fatturato da 1,98 a 2,05 miliardi di dollari.
Una settimana, questa, che ha sancito la maturità di quella che fino a 20 anni fa non era che una ¿garage industry¿, come l¿ha definita il Prof. Hal Varian dell¿Università di Berkeley.
Il trend di consolidamento del mercato dei software, in cui la ¿misura¿ sembra contare più che in altri, appare quasi come una ¿selezione naturale¿, la teoria della sopravvivenza darwiniana applicata a livello corporate.
I grandi vendor, dopo la crisi degli ultimi anni, ricominciano infatti a inglobare aziende minori, ma in grado di estendere la portata dei loro business in settori affini a quello core.
Le cosiddette aziende ¿di nicchia¿ da canto loro hanno tanto da guadagnare, grazie alla visibilità garantita da marchi prestigiosi e riconosciuti dal pubblico come sinonimo di garanzia.
E c¿è da scommettere che la tendenza proseguirà nei mesi a venire, a conferma del ritrovato stato di forma di tutti i settori che ruotano a Internet e alle applicazioni multimediali.
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