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La società d¿elettronica olandese Philips ha annunciato stamani di aver venduto la divisione produttrice di monitor PC e Tv a TPV Technology, per 358 milioni di dollari (269 milioni di euro).
Una nota informa che le due società hanno già firmato una bozza d¿accordo.
Questa operazione consentirà a TPV, azienda con sede a Taiwan quotata sulla Borsa di Hong Kong, di divenire il primo player del mercato mondiale di schermi per computer.
Oltre ai monitor, TPV rileverà anche l”attività di produzione di televisori a schermo piatto di Philips localizzate fuori dall”Europa, con l”eccezione di quella dei grandi schermi negli Stati Uniti.
Philips trasferirà inoltre 1,5 miliardi di attività al proprio partner, rilevando una partecipazione del 30% del suo capitale.
La società olandese continuerà la sua produzione di televisori a Dreux (Francia), Bruges (Belgio), Szekesfehervar (Ungheria), Juarez (Messico), e Manaus (Brasile). In questa operazione verranno coinvolti 1.700 dipendenti di Philips.
Le principali attività di produzione di TPV sono collocate in Cina. La società è detenuta infatti al 25% dal Gruppo cinese BOE Technology Group.
Philips è una delle principali aziende di elettronica del mondo e la più grande d¿Europa, con un fatturato che, nel 2003, ha raggiunto i 29 miliardi di euro. È leader mondiale nei settori dei televisori a colori, dell¿illuminazione, dei rasoi elettrici, dell¿elaborazione di immagini per la diagnostica medica e nel controllo delle funzioni del paziente nonché nei prodotti TV mono-chip.
La società è quotata sulle principali Borse internazionali tra cui New York (con il simbolo: PHG), Londra, Francoforte e Amsterdam.
L¿accordo per la vendita della divisione monitor a TPV è la seconda cessione in poco tempo di un”attività a bassa marginalità da parte di un grande Gruppo occidentale ad una società cinese in forte crescita.
La settimana scorsa IBM ha venduto la sua divisione PC a Lenovo per 1,25 miliardi di dollari.
Operazione che consente al Gruppo cinese di piazzarsi al terzo posto, dietro Dell e Hewlett-Packard sul mercato mondiale di Pc, con un fatturato annuo di 10 miliardi di dollari.
Questa partnership consentirà a Big Blue di sviluppare le proprie attività di servizi in Asia. ¿Pensiamo che questo accordo sarà profittevole per noi nel campo del materiale informatico e dei software, ma anche per i servizi¿, ha dichiarato soddisfatto il vicepresidente di IBM, John Joyce.
Da questa intesa nascerà una nuova unità, con sede a New York, che impiegherà 19.000 persone.
Si parlava da tempo ormai dell¿intenzione di IBM di uscire dal mercato dei Pc, per concentrarsi sulle attività strategica dell¿azienda: i server e i software per le imprese. Nel 2003, la divisione Pc rappresentava, infatti, solo il 12% del fatturato totale di IBM, che ammontava a circa 92 miliardi di dollari.
L¿operazione, che ha visto la società cinese subentrare al gigante americano IBM, evidenzia le difficoltà legate al mercato dei personal computer.
La società di ricerca Gartner, alcuni giorni fa, ha dichiarato che tre, tra i primi dieci produttori di Pc, spariranno dal mercato entro il 2007.
La ragione sarebbe legata a una crescita che procede a ritmi troppo lenti e alla contrazione degli utili legati al settore.
Ed ecco allora che subentrano i player dei mercati asiatici. Ma perché l¿hi-tech si sta trasferendo in Oriente? Quali sono le ragioni di fondo ?
Gli analisti hanno evidenziato uno stato di stagnazione del mercato occidentale dei personal computer, mentre è previsto che nel futuro saranno proprio i Paesi emergenti, come la Cina, l¿India, l¿Indonesia e il Messico, a fare da traino al settore.
Questo il parere di Forrester Research, che ritiene che entro il 2010 questi Paesi assicureranno meglio delle nazioni industrializzate la crescita delle vendite mondiali di computer.
Da qui alla fine del decennio, verranno utilizzati nel mondo 1,3 miliardi di computer e i due terzi delle vendite saranno effettuati proprio nei Paesi emergenti.
Solo in Cina, entro il 2010, ne verranno venduti 200 milioni, per una crescita media annuale pari al 28%, mentre in India ne verranno venduti 80 milioni.
Questa sorta di migrazione verso oriente modificherà la mappa del mercato dei produttori. Immediato sarà il vantaggio per le società locali, come la cinese Lenovo, per potranno contare su un know-how non indifferente dei loro mercati.
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