Italia
Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha ricevuto questa mattina al Quirinale i componenti della Giuria del Premio Saint-Vincent di Giornalismo, con i vincitori della 39esima edizione.
Presenti Carlo Perrin, presidente della Regione della Valle d”Aosta, Lorenzo Del Boca, presidente dell”Ordine Nazionale dei Giornalisti e Franco Siddi, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Un lungo applauso ha accompagnato la consegna dei Premi da parte del Presidente Ciampi. A Giovanni Giovannini, per molti anni presidente dell”Ansa e della Federazione italiana editori giornali, è andato il riconoscimento per ”aver contribuito al prestigio della categoria”.
Tra i premiati di quest”anno anche il sito dell”Ansa. Alla cerimonia era presente il vicedirettore dell”agenzia Carlo Gambalonga.
Un appuntamento annuale, ma ancora un”occasione per tornare su un tema importante per il Capo dello Stato: quello del sistema dell”informazione.
Ciampi ha infatti parlato di media e libertà, informazione e globalizzazione.
¿Il ruolo dei media è cruciale – ha detto il Capo dello Stato – per mostrare le realtà che maturano, ma ora occorre una maggiore apertura internazionale: bisogna guardare oltre i nostri confini, raccontare di più quello che accade in Europa e lontano dall”Europa¿.
Di qui l”invito di Ciampi al mondo dell”informazione italiana a sprovincializzarsi, e affrontare l”impegno che la globalizzazione impone.
Troppo spesso i media italiani sono concentrati su contrasti e divisioni domestiche che, secondo il Presidente, nascono e svaniscono in pochi giorni senza lasciare traccia se non nel disorientamento.
¿Serve una maggiore apertura internazionale dei nostri media – ha detto Ciampi – bisogna guardare e raccontare di più quello che accade in Europa e lontano dall”Europa. Meno attenzione – chiede il Capo dello Stato – a dinamiche, a contrasti e divisioni domestiche che spesso nascono e svaniscono in pochi giorni, senza lasciare traccia, se non nel disorientamento che provocano all”interno e all”estero”.
Ciampi ha colto l”occasione anche per ricordare allaRai il ruolo centrale del servizio pubblico.
¿La mia costante attenzione al mondo dell”informazione – ha detto Ciampi – mi spinge a osservare che qualunque sia l”assetto aziendale della televisione pubblica italiana, essa deve conservare, rafforzare, migliorare sempre di più la sua attività di servizio pubblico, nei contenuti editoriali e culturali, nell”informazione, nello stile, in linea con le indicazioni dell”Unione Europea sui servizi pubblici radiotelevisivi”.
E a quanti ricordano i molteplici problemi irrisolti dell”informazione del nostro Paese, Ciampi si è appellato al senso di responsabilità di ogni singolo giornalista.
“La raccomandazione fondamentale che vi faccio è che teniate dritta la vostra spina dorsale, è questo ciò che ognuno di voi sente come un imperativo nella professione”, ha detto Ciampi rivolgendosi ai giornalisti durante la cerimonia al Quirinale.
Un invito alla mediazione tra le parti in causa (siano esse in ambito politico, sportivo o, con ancor maggiore evidenza, bellico) è venuto dal presidente dell¿Ordine dei Giornalisti, Del Boca. “Il giornalista non può essere indifferente e non deve essere partigiano, ma deve essere un testimone degli eventi ai quali assiste, riferendone all¿opinione pubblica nell¿intento di promuovere la conciliazione e la pacificazione positiva”.
Lo sguardo del presidente della FNSI Siddi, si è invece puntato su un altro aspetto fondamentale, a garanzia della libertà di informazione: forte del mandato ricevuto nel corso del recente congresso della Federazione, svoltosi proprio a Saint-Vincent nel novembre scorso, egli ha proposto “un¿intesa istituzionale per lo statuto di autonomia dell¿impresa editoriale, necessario per separare la finalità etica dal contenuto economico, dagli interessi d¿impresa estranei alle finalità dell¿informazione. In sostanza, una carta delle resposabilità sociali ed etiche degli editori”.
Carlo Perrin, ha posto al centro del proprio intervento il processo di progressiva concentrazione economica e finanziaria dei gruppi editoriali, che sta producendo un¿informazione globalizzata sempre più lontana dal territorio e sempre meno legata alle comunità locali. Governatore della Regione più piccola d¿Italia, Perrin non ha potuto fare a meno di plaudere “alla crecente domanda d¿informazione locale da parte dell¿opinione pubblica”, auspicando al contempo che “si possa assistere a un rovesciamento di prospettiva dell¿informazione, in base al quale gli editori sappiano dare voce e dignità di notizia alle identità territoriali”.
D¿accordo con il Presidente della Repubblica il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, che ha osservato: ¿la Rai deve continuare a svolgere il suo ruolo di garante di una televisione libera e pluralista¿ e in questa direzione va proprio ¿il processo di privatizzazione¿.
Quello di garante di un Tv libera e pluralista è ¿un ruolo ¿ ha sottolineato Gasparri – che l”azienda dovrà ulteriormente consolidare in futuro. Il processo di privatizzazione va proprio in questa direzione e, per i prossimi dodici anni, come stabilisce la legge, la Rai dovrà assicurare agli italiani la sua funzione originaria di servizio pubblico¿.
¿Nuovi assetti aziendali ¿ ha spiegato infatti Gasparri – non potranno infatti alterare la missione della televisione di Stato¿ e questo anche perché ¿la privatizzazione fissa criteri precisi per rendere la gestione più trasparente, in modo da evitare sprechi e garantire la professionalità dei giornalisti¿.
Dall¿opposizione, Sergio Bellocci – Responsabile del Dipartimento comunicazione e tecnologie innovative per il Prc ¿ non condivide: ¿¿Il bene e gli interessi di una persona o di un gruppo non possono coincidere con l¿interesse generale, ovvero la libertà ed il pluralismo dell¿informazione. È proprio a questo che il presidente della Repubblica fa riferimento nel messaggio di stamani e si capisce perché Gasparri si senta chiamato in causa. La sua riforma mira a consegnare definitivamente la Rai sia all¿omologazione degli interessi commerciali, sia alla sfera d¿influenza economica del presidente del Consiglio. Una volta si sarebbe detto: excusatio non petita accusatio manifesta¿.
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