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E¿ vera crisi alla BBC (British Broadcasting Corporation). Mark Thompson, il nuovo Direttore generale della storica Tv pubblica britannica, ha annunciato il taglio di circa 3.000 posti di lavoro e l¿adozione di un nuovo business plan.
La BBC rinuncerà, nei prossimi tre anni, a circa 2.900 posti di lavoro, rispetto a un totale di 28.000 dipendenti.
Thompson, annunciando i prossimi licenziamenti, ha dichiarato che ¿la BBC dovrebbe spendere meno nelle procedure e più sui contenuti¿, indicando che i licenziamenti avverranno essenzialmente nelle infrastrutture burocratiche, ma, secondo alcuni fonti interne all¿azienda, riduzioni di personale giornalistico sono comunque attese per marzo 2005.
Lo stesso Dg ha precisato inoltre che le riduzioni di personale saranno necessarie per consentire una maggiore spesa per i programmi.
Si tratta, secondo gli esperti, della più grande ristrutturazione mai effettuata in 82 anni di storia, con una riduzione di posti di lavoro di almeno il 10% dell¿organico complessivo, a cui seguirà un taglio dei costi pari a 320 milioni di sterline (460 milioni di euro).
I settori più duramente colpiti saranno quelli delle risorse umane, delle finanze, del training e dei servizi legali, che dovrebbero subire una riduzione per oltre un terzo dell¿organico.
Circa 2.000 dipendenti, per ora solo Radio Five Live, dovrebbero essere trasferiti da Londra a Manchester nei prossimi cinque anni, per rispecchiare maggiormente la diversità del pubblico britannico, ¿ridurre i costi e tenere fede alla nostra vocazione di rappresentare tutto il Paese, non soltanto Londra¿.
Mark Thompson, che ha assunto la sua carica a marzo in sostituzione di Greg Dyke, dimessosi in seguito allo scandalo del Rapporto Hutton sull”Iraq, ha anticipato che le priorità della Tv pubblica (interamente finanziata da denaro pubblico e senza risorse pubblicitarie) saranno i notiziari, la commedia, la musica e le opere teatrali.
Mark Thompson ha usato un¿espressione particolare per descrivere il proprio lavoro in seno alla Tv pubblica, in una fase così delicata come quella attuale: ¿Fare skate giù per le scale portando in mano un vaso della dinastia Ming¿
La BBC è da tempo che naviga in cattive acque. Nonostante l¿alta diffusione, il 98% della popolazione guarda almeno una trasmissione della rete alla settimana, la Tv pubblica recentemente non si è fatta ben volere dal governo, e anche dalle emittenti concorrenti.
Inoltre, entro il 2006, si rinnoverà la Royal Charter che definisce, gli obiettivi dell¿emittente a cadenza decennale e definisce la sua autonomia finanziaria.
I licenziamenti di massa alla BBC erano stati già ventilati nei mesi scorsi, e si parlava che la decisione sarebbe stata presa nella prospettiva della rinegoziazione del canone, che potrebbe essere ridotto con la nuova Royal Charter.
La Tv pubblica si finanzia con il canone – 121 sterline per il televisore a calori e, 40,50 sterline per quello in bianco e nero ¿ e con le sue attività commerciali.
Controlla otto canali interattivi, 10 reti radiofoniche, più di cinquanta emittenti locali e il sito bbc.co.uk.
Risulta chiaro che, in vista di questa scadenza, la Tv vuole offrire delle garanzie di buona gestione al governo britannico.
Secondo il Times, la BBC lo scorso anno ha raccolto 2,8 miliardi di sterline (4 mld di euro) dal canone, mentre ha registrato perdite per 249 milioni di sterline (355 mln di euro), cosa che ha irritato non poco il governo di Tony Blair, accanto alle difficoltà avute con l¿emittente pubblica per l¿affaire Kelly e la copertura della guerra in Iraq.
In realtà da più parti, si è chiesto a gran voce lo smantellamento della Tv pubblica. E la direzione generale, consapevole di questo, sta tentando di dar prova di voler utilizzare al meglio il denaro pubblico.
E¿ da un po¿ di tempo ormai, che circolano anche alcune voci sulla possibilità che il governo sarebbe pronto ad adottare un piano di smantellamento della BBC e a rivedere l¿indipendenza della ¿zietta¿, come la definiscono simpaticamente gli inglesi.
Nessun allarmismo, ha sempre commentato Tessa Jowell, ministro britannico della Cultura.
Anche se è stata costretta ad ammettere che alcuni esperti del suo staff stanno esaminando la struttura della BBC, alla ricerca di una soluzione che dia nuovo prestigio alla Tv pubblica.
Secondo The Sunday Times, l¿equipe degli alti funzionari e dei consiglieri incaricati di rivedere lo statuto della BBC stanno pensando a una modifica radicale.
In primo luogo dividere la rete pubblica in quattro entità regionali: Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord.
Il documento prevedrebbe anche la possibilità di tagliare tutte le attività che non rientrano strettamente nella funzione del servizio pubblico, e di distribuire le risorse della BBC su atri network.
Il Cda della Tv ¿ Board of Governors ¿ garante dell¿indipendenza della ¿Beeb¿ e della sua imparzialità, potrebbe essere privata delle sue prerogative.
Il piano del governo starebbe infatti considerando anche il caso di spostare ad un ente esterno la funzione di vigilanza sulla BBC.
Potrebbe essere l”Ofcom a vigilare sul ¿buon gusto¿ e la ¿decenza¿ dei programmi della BBC.
Il nuovo Dg della BBC deve quindi fare i conti con la pesante eredità lasciata dal suo predecessore, l¿odiato-amato Greg Dyke.
Messo da parte ormai il caso-Kelly, che ha fatto scalpore in tutto il mondo, resta da affrontare la mala-gestione di Dyke, che si era caratterizzato per un¿assurda campagna di assunzioni, il disprezzo dei limiti della Royal Charter, per favorire il perseguimento di una politica aggressivamente commerciale.
Insomma il tutto per tutto pur di battere la rivale BSkyB di Rupert Murdoch, il tycoon australiano che in Italia controlla la payTv Sky.
Thompson ha ben capito che per tenersi stretto il suo posto e ristabilire delle buone relazioni con il governo è necessario dare una svolta definitiva alla gestione Dyke.
E quindi, fine di tutti i privilegi di cui finora hanno goduto tutti quelli che lavoravano per la BBC. Privilegi che hanno sempre fatto discutere tutti, visto che si trattava di cose mai viste in altre Tv pubbliche. E si sa, agli agi ci si abitua troppo in fretta.
Non sono mancate le critiche aperte a Dyke. Il nuovo Dg ha dichiarato, senza mezzi termini, che negli ultimi quattro anni ¿non si era fatto molto per perseguire una politica di risanamento responsabile, né per badare ai limiti delle nostre operazioni commerciali¿.
Inizia una nuova era per la Beeb?
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