Italia
Ha scelto il giorno di Sant¿Ambrogio, Marco Tronchetti Provera per dare il via al complesso riassetto che aprirà la strada alla fusione tra Telecom Italia e la sua filiale mobile Tim.
Le lettere di convocazione del Consiglio di amministrazione per il 7 dicembre sono state inviate e i titoli di Pirelli, Camfin, Telecom e Tim sono stati sospesi fino a mercoledì.
Dopo le insistenti indiscrezioni delle scorse settimane e la smentita ufficiale del Gruppo il 20 novembre, dunque, l¿accorciamento della catena di controllo, iniziato due anni fa con la doppia fusione Pirelli & C.¿ Pirelli e Olivetti-Telecom, proseguirà per dare un volto nuovo al maggiore operatore telefonico italiano.
Per portare a termine l¿operazione, Telecom mette sul piatto circa 11 miliardi di euro, che serviranno ad acquistare il 22-23% di Tim, lasciando sul mercato un 20% di capitale flottante.
Lo sforzo economico maggiore toccherà ad Olimpia, i cui soci dovrebbero sottoscrivere un aumento di capitale di 2 miliardi per compensare la diluizione derivante dalla fusione.
Olimpia, che controlla allo stato attuale il 17% del capitale, è partecipata al 50,4% da Pirelli, al 16,8% da Edizione holding dei Benetton, al 16% dalla Hopa di Emilio Gnutti e con l”8,4% ciascuno da Unicredito e Banca Intesa.
Sembra essere stato sciolto nel corso del fine settimana il nodo della partecipazione all¿aumento del gruppo Benetton che, dopo le iniziali rimostranze, avrebbe infine accettato la sottoscrizione, dando il via libera alla fase operativa dell¿operazione.
All¿aumento di capitale non parteciperanno comunque Banca Intesa e Unicredit.
La fusione ¿ affidata agli advisor Mediobanca, Mcc, Lazard e JP Morgan ¿ ha un obbiettivo essenzialmente finanziario.
Il nuovo gruppo che riunirà in un¿unica società telefonia fissa, mobile e Internet nascerà con una capitalizzazione stimata intorno ai 50 miliardi di euro, avrà un debito di circa 40 miliardi di euro rispetto ai 30 attuali e potrà contare su 3 miliardi annui in più di cash flow.
La fusione, secondo fonti di mercato, potrebbe essere realizzata con un concambio intorno a 1,8 e un esborso di liquidità per riacquistare il 10% di Tim e porterà la quota di olimpia dal 17% all¿11%.
Il riacquisto di azioni proprie potrebbe essere realizzato dalla stessa Tim o da Telecom Italia, lanciando un”offerta su Tim, al 90% con carta e per il restante 10% con liquidità.
Sui tempi e i modi del riassetto si saprà di più domani, al termine della maratona di dei consigli di amministrazione, ma si parla della prossima primavera come punto di arrivo del riassetto.
Telecom Italia, intanto, ha inviato all¿Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, una proposta di revisione delle tariffe, in particolare quelle da fisso a cellulare.
Se la proposta verrà accettata, lo scatto alla risposta nelle chiamate da casa verso i telefonini scenderà da 12 a 7,8 centesimi, mentre per il costo delle chiamate ci sarà una distinzione in base alle fasce orarie.
Nelle ore di punta (giorni feriali dalla 8 alle 18:30) si avranno degli aumenti anche molto consistenti: 29,3 centesimi al minuto (+34%) per chiamare sui Tim; 28,9 centesimi (+35%) sui Vodafone; 39 centesimi (+25%) sui Wind; 34,7 centesimi (+27%) sui Tre.
Nella fascia oraria ridotta ci sarà invece una tariffa unica di 13 centesimi al minuto (rispetto ai 14,4 attuali) per tutti gli operatori.
Se l¿Agcom approverà le modifiche, le nuove tariffe prenderanno il via il 31 dicembre.
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