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Nuova puntata nella battaglia dei decoder della Tv digitale terrestre. L”Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sospeso ieri in via cautelare le affissioni della campagna di Mediaworld per i decoder della TDT.
Lo scorso ottobre, l¿Authority aveva aperto un¿istruttoria, a seguito di una denuncia presentata dal Movimento difesa del cittadino che aveva denunciato Mediaworld per la pubblicità sul decoder digitale a 0 euro.
Per l¿associazione si trattava di un messaggio ingannevole, essendo esauriti i contributi statali di 150 euro che permettevano l”offerta a costo zero.
Nella propria delibera, l”Antitrust ha ritenuto che ¿la carenza informativa presente nei messaggi segnalati in ordine alle limitazioni cui è soggetto il contributo statale, rappresenta un elemento idoneo ad alterare le scelte economiche dei consumatori e tale da ingenerare erronee aspettative nei destinatari, in ordine alle reali condizioni e modalità di fruizione della promozione¿.
Per questo, appunto, l”Autorità ha chiesto la sospensione della campagna pubblicitaria, che comporterà peraltro la rimozione delle centinaia di manifesti presenti ancora in tutta Italia.
Francesco Luongo, responsabile Tlc dell”associazione, ha espresso grande soddisfazione per la decisione dell¿Autorità, presieduta da Giuseppe Tesauro.
Luongo ha dichiarato: ¿Il provvedimento rappresenta l”ulteriore riprova dell”ingannevolezza e delle gravi carenze informative che stanno caratterizzando la ¿svendita¿ se non proprio la ¿regalia¿ dei decoder per il digitale terrestre a spese dello Stato¿
Il presidente del Movimento difesa del cittadino, Antonio Longo, ha invitato infine l”azienda a ¿procedere rapidamente nella rimozione delle affissioni¿.
Lo scorso novembre, la condanna per pubblicità ingannevole era stata comminata all¿Associazione Italiana per la sviluppo del digitale terrestre (DGTVi), a Mediaset, Nokia e Mediasat.
Anche in quel caso, l¿Antitrust aveva vietato l¿ulteriore diffusione dei messaggi pubblicitari per la promozione della Tv digitale terrestre e dei modelli di decoder offerti con il contributo di 150 euro.
L”Antitrust, con decisione del 14 ottobre scorso, aveva riconosciuto pienamente la validità delle contestazioni fatte a Mediaset nel ricorso inoltrato a marzo dal Movimento difesa del cittadino.
L¿azione nasceva sulla base delle lamentele di alcuni consumatori sulle prestazioni dei decoder e sulle trasmissioni in tecnica digitale terrestre, del tutto inferiori a quanto promesso nelle pubblicità.
Secondo il Movimento difesa del cittadino, le polemiche erano motivate dal fatto che negli spot: non si diceva ai telespettatori che a fronte dell”acquisto dell”apparecchio non si aveva un servizio garantito e completo nella fruibilità nell”immediato, ma soltanto la possibilità di aderire alla sperimentazione del digitale terrestre; si ometteva di indicare che i cosiddetti “servizi interattivi” dipenderanno dall”utilizzazione della linea telefonica e quindi saranno onerosi e non gratuiti; non si precisava che il contributo governativo di 150 euro non era riconosciuto per tutti i decoder ma solo per alcune tipologie, dalle quali erano esclusi i modelli più economici che permettevano la sola ricezione dei programmi senza permettere l”interattività.
L”Autorità allora ha giudicato ingannevoli i messaggi perché “presentano un contenuto informativo gravemente carente per chiarezza e completezza; ciò in considerazione soprattutto dell”omessa indicazione della natura, al momento solo sperimentale, del servizio televisivo offerto e della consequenziale carente copertura territoriale del segnale, a fronte della grande enfasi conferita alle pretese dia attualità, generale fruibilità e gratuita della televisione digitale terrestre”.
Il provvedimento specificava che ¿¿la televisione digitale terrestre, infatti, non è ancora una realtà completamente operativa, considerato in particolare che la copertura effettiva da parte dei multiplex attualmente attivi è ancora limitata (¿) Pertanto una larga parte della popolazione risulta del tutto non servita o servita con qualità non adeguata (¿). Presentare, pertanto la televisione digitale terrestre in termini di attuale completa fruibilità, come prospettato nei messaggi segnalati, è idoneo ad indurre in errore i consumatori circa le reali caratteristiche del servizio.¿
Mediaset aveva prontamente replicato alla delibera, e in una nota aveva fatto sapere che avrebbe potuto impugnare la delibera dell”Antitrust. L”azienda aveva sottolineato che il giudizio dell”Autorità era “difforme da quello dell”Authority per le Comunicazioni“, che invece aveva ritenuto gli spot “completi sotto il profilo dell”informazione” al pubblico.
“L”Autorità per le Comunicazioni – si leggeva nella nota – ha approvato la campagna che è in onda da ormai oltre sei mesi sulle reti Mediaset ritenendola sufficientemente chiara ed esaustiva. La stessa Autorità ha ritenuto che i primi spot mandati in onda fossero carenti in merito all”informazione sulla sperimentalità del servizio e sulla limitatezza della copertura. A tale riguardo Mediaset ha sempre ritenuto che la sperimentalità del servizio e la limitatezza della copertura fossero nozioni di pubblico dominio sulle quali è sembrato superfluo insistere”.
“Tant”é – continuava la nota di Cologno Monzese – che il giudizio dell”Antitrust è difforme da quello dell”Authority per le Comunicazioni che in data 17 settembre ha giudicato tali spot completi sotto il profilo dell”informazione resa ai telespettatori. Mediaset si riserva perciò di impugnare la delibera – conclude l”azienda – confidando che prevalga la favorevole valutazione dell”Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni”.
Stamani, intanto, il MDC ha espresso soddisfazione per la decisione dell¿Antitrust e auspicato che il processo di sviluppo della Tv digitale terrestre prosegua, finalmente, nel pieno del rispetto dei consumatori, senza anticipare le naturali tappe di sviluppo.
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