Italia
Il Ministro dell¿Economia Domenico Siniscalco andrebbe verso la quotazione del 30% della Rai anche se le procedure perché una simile operazione venga svolta in maniera corretta e proficua sono lunghe e difficoltose.
Questo il parere del ministro reso nell”audizione in Commissione di Vigilanza, dedicata alla privatizzazione dell”ente radiotelevisivo pubblico.
¿La quota minima di privatizzazione in base al mercato italiano deve essere del 25%, ma personalmente non starei al limite inferiore¿, ha aggiunto.
Quella della privatizzazione è una strada ¿da intraprendere con decisione¿, ha continuato, e ¿l”operazione si può chiudere in 4-5 mesi partendo da oggi¿.
Sarà comunque l¿advisor Rothschild ha stabilire la quota, dopo la valutazione tecnica, da cui Siniscalco si attende un”indicazione riguardo alle modalità della privatizzazione: “La vera questione è la valutazione della società: la due diligence dell”advisor dovrà dimostrare che l”azienda è attrattiva“.
Per Siniscalco l¿offerta ai risparmiatori italiani di azioni Rai deve essere parte di un”offerta globale per gli investitori istituzionali italiani ed esteri, al fine di dare liquidità al titolo.
Il ministro ha sottolineato che c”è un interesse per il settore come hanno dimostrato operazioni come Telecinco in Spagna e Tf1 in Francia, e anche perché nel 2005 è previsto un incremento ulteriore della raccolta pubblicitaria per il settore tra il 5 e il 6%.
Poi c¿è da dire che la Rai interessa agli investitori ¿grazie al suo alto share di ascolto, alla sua concezione per il servizio pubblico che dura 12 anni fino al 2016, al canone che è regolato nei dettagli dal contratto di servizio, e alla forte presenza pubblicitaria”, ha spiegato Siniscalco.
Inoltre l¿azienda ¿ha una struttura finanziaria solida, senza debiti e con disponibilità finanziarie nette che nel 2003 erano pari a 38 milioni“.
Il ministro in Vigilanza è poi entrato nel merito della separazione contabile che la Rai deve attuare tra contabilità di servizio pubblico e attività commerciale, facendo riferimento anche alle recenti indicazioni dell”Antitrust che chiede una separazione societaria tra le due attività. Il ministro ha ricordato che la materia è regolamentata da una direttiva del 2000 della Ue che è stata recepita con un decreto legislativo dalla normativa italiana.
Siniscalco ha ricordato che, nei casi in cui lo Stato ha ceduto quote di società che svolgono sia compiti di servizio pubblico sia attività di mercato (come Poste italiane, Autostrade o la Cassa depositi e prestiti), “la strada scelta, almeno nella prima fase, e” stata la separazione contabile”.
Per venerdì prossimo è fissato l¿incontro di avvio tra il ministro dell”Economia e l”advisor nel processo di privatizzazione della Rai.
¿Nel corso dell”incontro – ha spiegato Siniscalco ai commissari – vorrei passare all”advisor le vostre osservazioni e le vostre considerazioni. Una volta acquisito il suo parere, sono pronto a darvene conto se vorrete invitarmi di nuovo in Commissione“.
Il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, commentando le dichiarazioni del ministro dell”Economia, ha dichiarato: ¿C”è piena sintonia nel governo a tutti i livelli sull”avvio della Rai alla privatizzazione, che ne salvaguarderà il ruolo da servizio pubblico, aprendola al mercato e a criteri di maggiore trasparenza“.
¿Ho letto che il ministro dell”Economia ha parlato a titolo personale – ha aggiunto Gasparri, ascoltato nel pomeriggio di ieri dalla Commissione LLPP e Comunicazioni del Senato – della possibilità di cedere ai privati il 30% delle azioni Rai. Ritengo che la percentuale minima debba essere intorno al 25%, si valuterà nelle sedi competenti. Ciò che è importante – ha concluso – è che si proceda nei tempi previsti dalla legge¿.
Riguardo all¿ammontare del canone per il 2005, Gasparri ha fatto sapere che la decisione sarà presa dopo il 7 dicembre.
¿In Vigilanza ¿ ha spiegato Gasparri – hanno chiesto di ascoltarmi sul canone concordando la data del 7 dicembre. Ho quindi posposto a dopo il 7 dicembre la decisione¿.
Le previsioni della decisione sull”entità del canone Rai da parte della Commissione paritetica (Rai e ministeri delle Comunicazioni e dell”Economia) sono per il 15 di dicembre.
Nell”audizione in Commissione lavori pubblici del Senato, il ministro ha polemizzato con il deputato della Margherita, Paolo Gentiloni, affermando che ””la Commissione di Vigilanza mi ha chiesto, pur non avendo competenza, un”audizione sul canone che è stata concordata per il 7 dicembre, anche se la decisione della Commissione paritetica avverrà successivamente. Vedere un parlamentare protestare perché non è stata determinata l”entità del canone Rai entro il 30 novembre, testimonia la malafede di osservatori villani e scortesi. Ho sentito il presidente Petruccioli – ha concluso Gasparri – che ha convenuto su questo punto¿.
Intanto ieri l”opposizione ha presentato in Vigilanza una risoluzione per una revoca dell”attuale Consiglio di amministrazione Rai. Il documento invita ¿il ministro dell”Economia, quale rappresentante dell”assemblea degli azionisti, a richiedere le dimissioni dei consiglieri di amministrazione¿ e di ¿procedere, in caso di inerzia o diniego, alla loro revoca¿.
Il presidente della Commissione Claudio Petruccioli, ha ricordato come ci si trovi ¿di fronte ad un Cda non completo da parecchi mesi¿, dopo le dimissioni del presidente Lucia Annunziata, avvenute prima dell¿estate.
A riguardo, il direttore generale Rai Flavio Cattaneo bolla la richiesta delle opposizioni di revoca del Cda.
¿E” possibile con giusta causa, cioè azienda in perdita, concordato fallimentare: ipotesi che non ricorrono¿.
Cattaneo ha poi fatto riferimento alle dichiarazioni del ministro Siniscalco.
¿A mio avviso, non è impossibile il collocamento in Borsa delle azioni Rai nei tempi di quattro o cinque mesi da oggi indicati da Siniscalco. Poi, se non sarà a marzo del 2005, sarà ad aprile¿.
Per Sergio Bellucci, Responsabile del Dipartimento comunicazione e tecnologie innovative del Partito di Rifondazione Comunista, ¿I conti pubblici dello Stato devono versare in pessime condizioni se Siniscalco intende vendere il 30% della Tv pubblica in tutta fretta. In questo modo si allungano le mani del governo sulla città della comunicazione. La privatizzazione della Rai sembra il secondo capitolo della telenovela delle privatizzazioni all¿italiana, iniziata con la vendita di Telecom Italia, sbandierata come occasione per i risparmiatori e rivelatasi una soluzione buona per i monopolisti. Questa svendita segna la definitiva omologazione della televisione italiana sotto il controllo non solo del governo, ma del padrone del principale monopolio di risorse pubblicitarie denunciato dall¿Antitrust¿.
© 2004 Key4biz.it
Per ulteriori approfondimenti, consulta:
Archivio delle news sulla Rai