Italia
La nomina di Rothschild, l¿advisor che seguirà l¿iter di privatizzazione della Rai, e la conclusione dell¿indagine conoscitiva condotta dall¿Autorità garante della concorrenza e del mercato sul settore televisivo e in particolare sul mercato della raccolta pubblicitaria, hanno riaperto la discussione, del resto mai sopita, sul futuro assetto della Tv pubblica.
L”Antitrust indica la necessità di ripensare l”attuale normativa di servizio pubblico radiotelevisivo, e suggerisce di dividere la Rai in due società distinte, prima del collocamento in Borsa del 20-22%.
L”Autorità garante propone una soluzione simile a quella adottata in Gran Bretagna.
Dunque una Rai divisa in due società: la prima ¿con obblighi di servizio pubblico generale finanziata esclusivamente attraverso il canone; la seconda, a carattere commerciale, che sostiene le proprie attività attraverso la raccolta pubblicitaria e che compete con gli altri soggetti sulla base dei medesimi obblighi di affollamento¿. Per la società a carattere commerciale, l”Antitrust ritiene ¿auspicabile sia il collocamento delle azioni sul mercato borsistico sia la definizione di regole di corporate governance che garantiscano un effettivo controllo dell”operato del management¿. Secondo l”Antitrust ¿tale intervento sarebbe da effettuare auspicabilmente in tempi brevi, prima del collocamento in Borsa di una quota di minoranza del capitale azionario della società Rai attualmente previsto nella primavera del 2005¿.
Questo è quanto si auspica l”Antitrust guidata da Giuseppe Tesauro, che ha pubblicato le risultanze dell”indagine sul mercato pubblicitario televisivo italiano. Viziato, secondo l”Autorità, da ¿un”elevata concentrazione, nonché da elevate barriere all”ingresso a causa soprattutto di alcuni fattori di natura strutturale che ostacolano il corretto funzionamento del mercato¿.
¿Mentre i mercati della raccolta pubblicitaria su quotidiani, periodici e radio presentano una struttura piuttosto competitiva ¿ continua l”Antitrust-, quello della raccolta televisiva è contraddistinto da un livello di concentrazione che non ha riscontro negli altri paesi europei, e che è determinato dalla posizione dominante del gruppo Fininvest, in virtù di una percentuale di raccolta pari al 65%, e dalla quota di Rai che detiene, con il 29%, la quasi totalità della parte residuale del mercato¿.
L”indagine rileva che il gruppo privato raccoglie infatti oltre il 45% della pubblicità nazionale ed il 40,8% di tutta la pubblicità, nazionale e locale, sui mezzi classici, ed opera attraverso le controllate Publitalia, attiva quasi esclusivamente nella raccolta sulle reti televisive analogiche del gruppo (Canale5, Italia1 e Rete4), e Mondadori Pubblicità, attiva nella pubblicità su mezzo stampa, soprattutto quella periodica.
Per favorire il processo di apertura del mercato sarebbe auspicabile, in vista dello sviluppo del digitale terrestre, anche la ¿separazione verticale degli operatori di rete, mediante la separazione proprietaria delle società Rai Way e Elettronica Industriale, attualmente facenti capo rispettivamente ai gruppi Rai e Fininvest¿.
L¿Antitrust evidenzia una scarsa penetrazione, ad oggi, delle piattaforme tecnologiche alternative al sistema di trasmissione analogico terrestre – che dovrebbero favorire la conquista di fette di mercato da parte di altri operatori – e con la messa in discussione, da parte dell”Autorità, dell”Auditel, il sistema di rilevazione degli ascolti televisivi, su cui Fininvest e Rai eserciterebbero un”influenza determinante.
Su Fininvest, inoltre, ricade anche l”ipotesi di un controllo indiretto sulle decisioni di altri operatori televisivi a causa di una fitta rete di partecipazioni azionarie e di legami anche di tipo non azionario.
Il riferimento è per Telecom Italia, proprietaria delle emittenti La7 e Mtv italiana, e TF1–Hcsc.
Fininvest e Mediaset hanno complessivamente il 5% di Hopa che a sua volta controlla tramite un 16% in Olimpia il 17% di Telecom Italia. Hopa controlla anche l”80% di Holinvest che ha il 3,6% di Telecom Italia.
Alla luce di queste valutazioni, l”Autorità, nella sua relazione, suggerisce alcuni interventi correttivi, per spingere il mercato televisivo a un reale incremento di concorrenza, fra i quali spicca l”incentivazione alla diffusione, nelle famiglie italiane, delle nuove tecnologie di trasmissione: digitale terrestre, satellite, cavo, Internet.
Per quanto riguarda, invece, l”Auditel, il Garante propone la modifica dell”assetto proprietario, ipotizzando un soggetto privato indipendente che abbia come obiettivo la massimizzazione dei profitti derivanti dalla vendita dei dati sugli ascolti televisivi.
In una nota diffusa alle agenzie, il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha ricordato che la legge di riforma del sistema televisivo, ma anche il Contratto di servizio Stato-Rai, “hanno scandito gli indirizzi riguardanti la separazione contabile” tra i costi-ricavi derivanti da attività di servizio pubblico e i costi ricavi derivanti da attività di mercato.
Il ministro non ritiene che l”indagine sia un primo passo al quale potrebbero seguire sanzioni, in quanto, spiega, ””si entra nel merito di questioni in cui si è già legiferato””.
¿Guarda caso – precisa Gasparri – alcune proposte sono simili a quelle fatte anni fa dal centrosinistra. In particolare dall”ex direttore generale della Rai, Pierluigi Celli, che voleva dividere la Rai in due: la polpa da una parte e il servizio pubblico dall”altra. Idea a mio avviso sbagliata. Infatti in base alla legge 112 si sta procedendo in modo diverso¿.
””L”indagine – aggiunge il ministro delle Comunicazioni Gasparri – sostiene tesi opinabili, da cui non scaturisce nessun atto che possa avere un”efficacia. Mi pare più un documento da fine mandato dell”Antitrust, quasi un memento ai suoi solidali sostenitori””.
E sulla pubblicità Gasparri conclude: ””Se ne sta occupando l”Autorità delle Comunicazioni che è competente in materia. Ha in corso un”istruttoria e proprio alla luce delle leggi vigenti prenderà delle decisioni. Sottolineo: decisioni, non indagini conoscitive””.
Intanto la Federazione Italiana Editori Giornali ha richiesto di intervenire nel procedimento che l”Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha avviato per accertare la sussistenza di posizioni dominanti nei mercati che compongono il sistema integrato delle comunicazioni.
Lo annuncia la Fieg in una nota spiegando che ¿la decisione di intervenire nel procedimento risulta avvalorata dalle conclusioni dell”indagine conoscitiva sulla pubblicità televisiva svolta dall”Autorità Antitrust secondo la quale fattori di natura strutturale hanno impedito il realizzarsi di un sistema veramente concorrenziale sul mercato pubblicitario complessivo¿.
Antitrust: Provvedimento e Indagine conoscitiva
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Per ulteriori approfondimenti, consulta:
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