Italia
Terzo settore, volontariato, cultura: questi gli ambiti di riferimento del neonato Network Televisivo Italiano, che raggruppa le Emittenti Televisive locali nel primo esperimento italiano di Network inteso come aggregazione di emittenti che partecipano pariteticamente alla formazione del prodotto televisivo a diffusione nazionale pur mantenendo la propria autonomia editoriale e di programmazione in ciascun ambito locale.
Il gruppo di medie e piccole emittenti sarà in onda in via sperimentale entro fine anno.
L¿iniziativa è stata presenta ieri a Roma dai presidenti Maria Luisa Spaziani presidente del Centro Europeo ¿Eugenio Montale¿ e Ottaviano Gentile presidente REA (Digitale Radiotelevisivo Terrestre), nel corso di una conferenza stampa. Moderatore il giornalista Rai Mauro Misul.
NTI nasce come organismo no profit con l¿intento di mettere in rete tutte quelle realtà imprenditoriali e associative che sia a livello locale, nazionale e della Unione Europea, esercitano attività nel campo della comunicazione e dell¿informazione.
L¿idea nasce dal richiamo, più volte espresso nel corso di quest¿ultimo anno, dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ai valori e ai temi del terzo settore e del volontariato come elementi che devono essere adeguatamente resi visibili nel complesso delle informazioni che i mezzi di comunicazione di massa ¿raccontano¿ al pubblico in quanto aspetti reali della vita che non devono essere dimenticati.
Come informa una nota, ¿NTI riconosce nei principi laici dello Stato italiano e della sua Carta costituzionale, i valori a cui ispirare le sue azioni e riconosce come indispensabile al raggiungimento dei propri scopi statutari, il richiamo ai principi che sono alla base della Carta Costituzionale Europea¿.
Un¿iniziativa che definisce Mauro Misul ¿intende dar voce alle tipicità locali che sono sottaciute e inascoltate perché inglobate all¿interno dei monopoli Mediaset e Rai. Ridare voce ai territori locali per far parlare gli italiani messi a tacere. Bisogna convincere gli editori dei giornali a non essere avari, ma di dare qualcosa in più ai nostri ascoltatori. L¿idea è di contrastare chi istupidisce il pubblico, chi detiene il potere mediatico¿.
Francesco Comellini, Segretario generale di NTI, evidenzia che tra gli obiettivi che il Network Televisivo Italiano potrà raggiungere, c¿è il miglioramento della qualità e dell¿accessibilità delle comunicazioni e delle informazioni nei diversi ambiti del sapere, ¿con il fine di contribuire solidalmente alla crescita sociale culturale ed economica dei cittadini italiani ed europei¿.
La messa in onda fornirà i necessari supporti per una maggiore conoscenza e accessibilità ai mezzi di comunicazione e di informazione di massa alle strutture e alle organizzazioni che trattano tematiche sociali di interesse generale e più in particolare temi correlati al Terzo Settore e al volontariato, alla promozione, valorizzazione e tutela del patrimonio culturale, artistico storico architettonico ambientale e alla salvaguarda delle culture locali e tradizionali; la promozione per un uso corretto dei mezzi tecnologici e dei servizi accessibili e fruibili da tutti gli utenti indipendentemente dalle condizioni degli utenti stessi, da disabilità o scarsa familiarità con le tecnologie al fine di concretizzare media e servizi che realizzano e promuovano fattivamente e concretamente i principi di info-inclusione e di democrazia dell¿informazione.
Il presidente della REA Diomede ha messo in luce l¿importanza che l¿iniziativa riceva il sostegno del governo
¿Lo Stato – ha dichiarato Diomede – deve stanziare i suoi contributi a questo tipo di comunicazione che tende di recuperare il mezzo televisivo e fare cultura, disincentivando invece le emittenti che hanno spazio esclusivamente per le televendite¿.
La partecipazione al Network Televisivo Italiano è aperta a chiunque ne condivide i principi e gli obiettivi e collabori al loro raggiungimento. Possono aderire con semplice domanda gli operatori del mondo delle comunicazioni siano essi persone fisiche o giuridiche, le Istituzioni pubbliche o private e le Università Europee, i Centri Europei che hanno come obiettivo lo studio dei temi culturali della ricerca scientifica e delle comunicazioni di massa nelle loro diverse forme e rappresentazioni anche sperimentali, le associazioni del Terzo settore e del volontariato ed i singoli cittadini europei.
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