Italia
La Rai ha acquisito per 92 milioni di euro i diritti per 25 partite dei Mondiali di calcio 2006 in Germania, cioè tutte quelle che eventualmente giocherà l”Italia più semifinali e finali.
Nell”accordo non sono comprese le restanti 36 partite del mondiale, per le quali la Federazione internazionale chiedeva altri 82 milioni di euro.
Una rinuncia che significa, per ora, un Mondiale dimezzato per i telespettatori italiani, che non dovrebbero poter vedere, almeno sulla Rai, le altre partite.
¿Questo non significa che non compreremo i diritti anche per queste partite – ha precisato il responsabile dei Diritti sportivi Antonio Marano in Commissione parlamentare di Vigilanza – ma che non lo faremo a quel prezzo, e che quindi ora si apre una trattativa al ribasso¿.
Proprio questa mattina, intervenendo al convegno di Isimm su ”Evoluzione del sistema audiovisivo italiano”, il direttore della comunicazione di Sky Tullio Camiglieri ha posto l¿accento sul ”caro prezzi” dei diritti televisivi del calcio.
Camiglieri ha evidenziato che il calcio costa troppo e ¿noi non ci possiamo permettere più questi costi, anche perché non siamo più monopolisti in quanto il campionato è trasmesso su Alice in Adsl da Telecom e sul digitale terrestre¿.
Per il direttore della comunicazione di Sky ¿I costi dei diritti del calcio vanno rivisti al ribasso perché sono arrivati ad una cifra eccessiva¿.
Per questo si reputa necessario che l¿Authority riveda ¿la lista degli eventi sportivi per i quali c”è l”obbligo della trasmissione in chiaro, come le partite della nazionale di calcio¿.
Per Camiglieri, il problema del costo dei diritti è aggravato anche dal fatto che ¿i diritti acquistati non vengono tutelati come sarebbe necessario¿.
¿Fino a qualche anno fa ¿ ha proseguito Camiglieri – per le squadre i ricavi degli stadi erano fondamentali, oggi lo sono invece quelli della tv. Quindi bisogna dare la possibilità ai tifosi di vedere le partite nei vari giorni della settimana. C”è la necessità di valorizzare al massimo l”investimento¿. Camiglieri ha sottolineato anche che difficilmente Sky sarà interessata all”acquisto delle partite dei prossimi Mondiali che non coinvolgono l”Italia e che la stessa Rai per ora non ha opzionato: ¿E” difficile essere interessati ¿ ha detto – perché l”interesse è ovviamente molto scarso da parte del pubblico¿.
Polemica la dichiarazione di Sergio Bellucci, Responsabile del Dipartimento comunicazione e tecnologie innovative del Partito della Rifondazione Comunista.
“La deludente vicenda dell¿acquisto dei diritti televisivi dei prossimi mondiali di calcio, il sostanziale abbandono di altri sport come volley e basket e le difficoltà nell¿acquisizione dei diritti delle Olimpiadi del 2010 sono elementi che fanno pensare ad una crisi profonda dell¿identità del servizio pubblico. L¿attuale situazione del Cda di Viale Mazzini è senza precedenti, occorre azzerare i vertici per ripristinare le garanzie minime di pluralismo e di efficienza¿, ha commentato in una nota Bellucci.
Aggiungendo ¿Se il direttore generale Cattaneo voleva lavorare in ¿un¿azienda normale¿, poteva cercare un impiego altrove. La Rai, oltre che un¿azienda, è un patrimonio pubblico. Chi va in Rai deve essere conscio di far parte del servizio pubblico, che recepisce le regole democratiche e pluraliste dell¿informazione e che si finanzia con il canone pagato dai cittadini”.
Marano, ex direttore di Rai2, ha annunciato anche che l”azienda sta chiudendo a 7-8 milioni di euro la trattativa per i diritti per il Giro d”Italia del 2005, altre gare ciclistiche come la Milano-Sanremo, aggiungendo che ¿é alla firma del Direttore generale l”accordo quadriennale per i diritti del Tour de France¿, per un investimento da 18 milioni di euro per i quattro anni.
Quanto al digitale terrestre, Marano ha sottolineato che ¿la Rai non è ferma, ma si sta muovendo sul fronte dell” acquisizione dei diritti dello sport. Nel 2005 partitrà un nuovo canale tematico digitale dedicato appunto allo sport¿.
In Vigilanza, Marano ha sottolineato anche la lievitazione dei costi dei diritti sportivi: ¿Tra il 1998 e il 2004 l”investimento per gli eventi straordinari, e cioè Olimpiadi estive e invernali, Mondiali e Europei di calcio e Europei di atletica, è cresciuto dell”841%, passando da 13 milioni e 600mila euro a 128 milioni e 800mila. Per gli eventi ordinari, invece, si è passati da 237 milioni di euro del ”98 a 172 milioni del 2004. Fino dove si deve spingere il servizio pubblico, dinanzi al rischio che lo sport diventi troppo oneroso rispetto al mercato europeo e mondiale?””.
Marano ha ricordato che sul tavolo c¿è la trattativa per le Olimpiadi 2010-2012, per le quali l”Uer (Unione Europeenne de Radiotelevision) ha chiesto ben 100 milioni di euro.
¿L”Italia – ha detto il responsabile Diritti sportivi – è stata la prima a porre il problema, ma anche Paesi come Spagna e Inghilterra si stanno rendendo conto che i parametri imposti dall”Uer, per i grandi eventi sono fuori mercato. Per esempio, le Olimpiadi di Atene sono costate alla Rai 63 milioni di dollari, alla Germania 72, alla Francia 65, alla Gran Bretagna 62, mentre la Russia ne ha pagati solo 8, la Norvegia 2, la Romania 1””.
Certo è che il Mondiale di calcio è stato nelle ultime edizioni, un evento televisivo a tutto tondo per la Rai e per il pubblico: specie nella fase iniziale ci sono sfide con squadre poco conosciute che si rivelano spettacolari ed è comunque difficile prevedere prima quali saranno le partite decisive nei vari passaggi del torneo.
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